Una riflessione sullo studio del diritto romano nella seconda metà del secolo scorso, approfondendo il pensiero di Luigi Raggi (1930-1968). Raggi, rielaborando la teoria del suo maestro, Riccardo Orestano, sul concetto di esperienza giuridica, propose il superamento dell’autonomia del giuridico, propugnando la dimensione storica del diritto. Questa sua tesi fu sviluppata alla luce di due direttrici: la prima, molto innovativa per gli studi romanistici dell’epoca, si risolveva nell’applicazione euristica delle categorie marxiane all’analisi del diritto; la seconda, già presente in alcuni studiosi tedeschi, consisteva nell’analisi delle tecniche dei giuristi romani, che lo studioso italiano innovò, spostando l’attenzione al contesto storico nel quale maturava il pensiero dei giuristi, influenzato dalle ideologie del momento. Tale riflessione fu purtroppo interrotta dalla morte precoce dello studioso, riprenderne le fila potrebbe dare nuovo impulso alla disciplina. The paper deals with the study of Roman law in the second half of twentieth century and in particular it offers a deepening of the thought of Luigi Raggi (1930-1968). He, a pupil of Riccardo Orestano, started from his mentor’s theory on the notion of ‘juridical experience’ and suggested overcoming the isolation of the concept of law by recovering a historical point of view. His research developed along two directions. First of all, he applied Marxian categories to the analysis of law. This was an innovative perspective for Roman law scholars at that time. Secondly, Raggi studied the techniques of the Roman jurists. Along this line of research there were already studies by some German scholars, but Raggi’s point of view was different, because he focused his attention on the specific historical context of each individual jurist. His untimely death broke off the research: starting from it could give new impetus to the studies of Roman law.

Luigi Raggi: crisi e innovazione negli studi del diritto romano

antonello calore
2018-01-01

Abstract

Una riflessione sullo studio del diritto romano nella seconda metà del secolo scorso, approfondendo il pensiero di Luigi Raggi (1930-1968). Raggi, rielaborando la teoria del suo maestro, Riccardo Orestano, sul concetto di esperienza giuridica, propose il superamento dell’autonomia del giuridico, propugnando la dimensione storica del diritto. Questa sua tesi fu sviluppata alla luce di due direttrici: la prima, molto innovativa per gli studi romanistici dell’epoca, si risolveva nell’applicazione euristica delle categorie marxiane all’analisi del diritto; la seconda, già presente in alcuni studiosi tedeschi, consisteva nell’analisi delle tecniche dei giuristi romani, che lo studioso italiano innovò, spostando l’attenzione al contesto storico nel quale maturava il pensiero dei giuristi, influenzato dalle ideologie del momento. Tale riflessione fu purtroppo interrotta dalla morte precoce dello studioso, riprenderne le fila potrebbe dare nuovo impulso alla disciplina. The paper deals with the study of Roman law in the second half of twentieth century and in particular it offers a deepening of the thought of Luigi Raggi (1930-1968). He, a pupil of Riccardo Orestano, started from his mentor’s theory on the notion of ‘juridical experience’ and suggested overcoming the isolation of the concept of law by recovering a historical point of view. His research developed along two directions. First of all, he applied Marxian categories to the analysis of law. This was an innovative perspective for Roman law scholars at that time. Secondly, Raggi studied the techniques of the Roman jurists. Along this line of research there were already studies by some German scholars, but Raggi’s point of view was different, because he focused his attention on the specific historical context of each individual jurist. His untimely death broke off the research: starting from it could give new impetus to the studies of Roman law.
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