Il contributo pone il focus sui luoghi che nel tempo hanno custodito i lasciti settecenteschi dei vescovi, Querini e Furietti, e in particolare sulle architetture: la Queriniana di Giovan Battista Marchetti e la Biblioteca Angelo Mai di Ernesto Pirovano, già Palazzo Nuovo di Vincenzo Scamozzi. Nel Settecento, a Brescia e a Bergamo, una medesima vicenda culturale - la donazione di importanti fondi librari - ha avuto differenti sviluppi relativi agli spazi architettonici preposti alla custodia degli stessi. I protagonisti principali sono due vescovi, Angelo Maria Querini a Brescia e Alessandro Furietti a Bergamo, promotori di progetti caratterizzati dall'alto profilo culturale e dallo spirito del tempo connotato dalla nuova architettura e dall'impulso illuminista. "Le radici settecentesche della Queriniana sono ancora perfettamente visibili, in quanto essa rispecchia fedelmente - nella struttura architettonica e nei materiali contenuti- l'impostazione culturale di tipo enciclopedico del fondatore" così Ennio Ferraglio, attuale direttore della Biblioteca Queriniana descrive l'iniziativa del Vescovo di Brescia specificando anche "che nelle intenzioni del Querini vi fu quella di realizzare una "casa della cultura" cioè un edificio-istituzione che contenesse al tempo stesso una biblioteca e un museo”.
Le biblioteche Queriniana e Angelo Mai nel pensiero dei due cardinali fondatori e nel loro straordinario sviluppo
M. De Paoli
2024-01-01
Abstract
Il contributo pone il focus sui luoghi che nel tempo hanno custodito i lasciti settecenteschi dei vescovi, Querini e Furietti, e in particolare sulle architetture: la Queriniana di Giovan Battista Marchetti e la Biblioteca Angelo Mai di Ernesto Pirovano, già Palazzo Nuovo di Vincenzo Scamozzi. Nel Settecento, a Brescia e a Bergamo, una medesima vicenda culturale - la donazione di importanti fondi librari - ha avuto differenti sviluppi relativi agli spazi architettonici preposti alla custodia degli stessi. I protagonisti principali sono due vescovi, Angelo Maria Querini a Brescia e Alessandro Furietti a Bergamo, promotori di progetti caratterizzati dall'alto profilo culturale e dallo spirito del tempo connotato dalla nuova architettura e dall'impulso illuminista. "Le radici settecentesche della Queriniana sono ancora perfettamente visibili, in quanto essa rispecchia fedelmente - nella struttura architettonica e nei materiali contenuti- l'impostazione culturale di tipo enciclopedico del fondatore" così Ennio Ferraglio, attuale direttore della Biblioteca Queriniana descrive l'iniziativa del Vescovo di Brescia specificando anche "che nelle intenzioni del Querini vi fu quella di realizzare una "casa della cultura" cioè un edificio-istituzione che contenesse al tempo stesso una biblioteca e un museo”.File | Dimensione | Formato | |
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