Si è voluto mettere alla prova ChatGPT attraverso un esperimento. Il test, condotto negli Stati Uniti e in Italia con plurime interrogazioni ripetute a distanza di mesi, ha visto sottoposte alla chatbot alcune domande sull’istituto dell’appello penale, nonché alcune richieste di aiuto per la stesura di un atto giudiziario e nel reperimento di fonti giurisprudenziali. L’esame ci ha mostrato un “infante artificiale”. Al di là della qualità delle fonti e delle modalità di funzionamento dell’algoritmo, a destare preoccupazione e sfiducia è la tendenza a produrre allucinazioni e mantenere opachi i percorsi di elaborazione dei dati. Eppure, se la giustizia ambisce ad implementare la propria efficacia ed efficienza, difficilmente potrà continuare a non servirsi di tali tecnologie. L’esperienza condotta con ChatGPT, alla luce anche dell’AI act, ci prospetta la necessità di un lavoro multidisciplinare per lo sviluppo d’intelligenze artificiali idonee a supportare il lavoro dei giuristi senza sostituirsi ad essi e nel rispetto dei principi del giusto processo.

ChatGPT bocciato all’esame di Diritto processuale penale. Attendibilità e trasparenza dei sistemi di intelligenza artificiale alla luce di un esperimento.

Diego Amidani
2024-01-01

Abstract

Si è voluto mettere alla prova ChatGPT attraverso un esperimento. Il test, condotto negli Stati Uniti e in Italia con plurime interrogazioni ripetute a distanza di mesi, ha visto sottoposte alla chatbot alcune domande sull’istituto dell’appello penale, nonché alcune richieste di aiuto per la stesura di un atto giudiziario e nel reperimento di fonti giurisprudenziali. L’esame ci ha mostrato un “infante artificiale”. Al di là della qualità delle fonti e delle modalità di funzionamento dell’algoritmo, a destare preoccupazione e sfiducia è la tendenza a produrre allucinazioni e mantenere opachi i percorsi di elaborazione dei dati. Eppure, se la giustizia ambisce ad implementare la propria efficacia ed efficienza, difficilmente potrà continuare a non servirsi di tali tecnologie. L’esperienza condotta con ChatGPT, alla luce anche dell’AI act, ci prospetta la necessità di un lavoro multidisciplinare per lo sviluppo d’intelligenze artificiali idonee a supportare il lavoro dei giuristi senza sostituirsi ad essi e nel rispetto dei principi del giusto processo.
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