Seconda in Lombardia solo a Milano per l’entità delle devastazioni causate dai bombardamenti anglo-americani, concluso il conflitto Brescia si trovò ad affrontare la delicata fase di ricostruzione di un tessuto urbano storico profondamente segnato dalle bombe, ma già oggetto di ampie trasformazioni e sventramenti realizzati prima della guerra, in base alle previsioni del piano redatto da Marcello Piacentini e approvato nel 1929. Lo studio del piano di ricostruzione, affidato all’Ufficio Tecnico Municipale, prese avvio nel 1946 nel solco delle previsioni piacentiniane, con l’obiettivo «di trarre partito dalle distruzioni e dai sinistramenti per ottenere, per quanto possibile, un miglioramento viario, igienico, estetico dell’abitato e la valorizzazione degli edifici monumentali e del culto». L’iter, tuttavia, si concluse con la definitiva approvazione del piano solo nel novembre 1949, quando ormai la maggior parte dei vani sinistrati erano già stati riedificati. La rinascita postbellica del centro di Brescia avvenne dunque senza un progetto organico, fatto che decretò in alcuni casi la scomparsa di rilevanti porzioni di tessuto storico sacrificato alla speculazione edilizia o alle esigenze viabilistiche. Ciò avvenne nonostante l’impegno di mediazione della Soprintendenza a tutela dell’identità della città storica, esercitato attraverso la verifica dell’iter progettuale del piano e il diretto controllo dei principali cantieri di ricostruzione monumentale.

Preservare l’identità: il centro storico di Brescia nel secondo dopoguerra. Permanenze e trasformazioni nel piano di ricostruzione

COCCOLI, Carlotta
2024-01-01

Abstract

Seconda in Lombardia solo a Milano per l’entità delle devastazioni causate dai bombardamenti anglo-americani, concluso il conflitto Brescia si trovò ad affrontare la delicata fase di ricostruzione di un tessuto urbano storico profondamente segnato dalle bombe, ma già oggetto di ampie trasformazioni e sventramenti realizzati prima della guerra, in base alle previsioni del piano redatto da Marcello Piacentini e approvato nel 1929. Lo studio del piano di ricostruzione, affidato all’Ufficio Tecnico Municipale, prese avvio nel 1946 nel solco delle previsioni piacentiniane, con l’obiettivo «di trarre partito dalle distruzioni e dai sinistramenti per ottenere, per quanto possibile, un miglioramento viario, igienico, estetico dell’abitato e la valorizzazione degli edifici monumentali e del culto». L’iter, tuttavia, si concluse con la definitiva approvazione del piano solo nel novembre 1949, quando ormai la maggior parte dei vani sinistrati erano già stati riedificati. La rinascita postbellica del centro di Brescia avvenne dunque senza un progetto organico, fatto che decretò in alcuni casi la scomparsa di rilevanti porzioni di tessuto storico sacrificato alla speculazione edilizia o alle esigenze viabilistiche. Ciò avvenne nonostante l’impegno di mediazione della Soprintendenza a tutela dell’identità della città storica, esercitato attraverso la verifica dell’iter progettuale del piano e il diretto controllo dei principali cantieri di ricostruzione monumentale.
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