L’ennesima manovra che incombe sul nostro ipertrofico ordinamento penale marcia, come spesso accade, sotto i vessilli dell’adeguamento agli obblighi comunitari: il progetto di legge – all’esame (in commissione) della Camera dei deputati – sul contrasto al traffico di organi umani promette l’inserimento di nuove fattispecie penali e, frustra abitudine, il parallelo incremento dei reati-presupposto in tema di responsabilità degli enti. Fondato su una più che opinabile, se non inconsistente, ricognizione della suddetta fenomenologia delittuosa nel nostro Paese, l’apparato normativo che il legislatore si appresta ad introdurre arricchisce un quadro di per sé complesso e storicamente stratificato imponendo, tra gli altri, l’ennesimo sforzo di adeguamento (risk assessment, aggiornamento dei protocolli dei Modelli di organizzazione e di gestione) agli enti (privati) sanitari. Unica nota di «sollievo» è la constatazione che il settore – trapianti è disciplinato da un fitto reticolo di linee-guida, regolamenti e raccomandazioni di matrice ministeriale; di conseguenza, gli allineamenti da effettuare – in termini di compliance – ai fini della prevenzione dei rischi di reato, potrebbero attingere a un consolidato quadro di disposizioni.

Il contrasto al traffico di organi umani e la responsabilità degli enti: gravi — ma non serie — ricadute

Alessandro Bernasconi
2022-01-01

Abstract

L’ennesima manovra che incombe sul nostro ipertrofico ordinamento penale marcia, come spesso accade, sotto i vessilli dell’adeguamento agli obblighi comunitari: il progetto di legge – all’esame (in commissione) della Camera dei deputati – sul contrasto al traffico di organi umani promette l’inserimento di nuove fattispecie penali e, frustra abitudine, il parallelo incremento dei reati-presupposto in tema di responsabilità degli enti. Fondato su una più che opinabile, se non inconsistente, ricognizione della suddetta fenomenologia delittuosa nel nostro Paese, l’apparato normativo che il legislatore si appresta ad introdurre arricchisce un quadro di per sé complesso e storicamente stratificato imponendo, tra gli altri, l’ennesimo sforzo di adeguamento (risk assessment, aggiornamento dei protocolli dei Modelli di organizzazione e di gestione) agli enti (privati) sanitari. Unica nota di «sollievo» è la constatazione che il settore – trapianti è disciplinato da un fitto reticolo di linee-guida, regolamenti e raccomandazioni di matrice ministeriale; di conseguenza, gli allineamenti da effettuare – in termini di compliance – ai fini della prevenzione dei rischi di reato, potrebbero attingere a un consolidato quadro di disposizioni.
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