Contributo allo studio della responsabilità in duplum nel deposito

Con il presente contributo si intendono proporre, anche attraverso gli interessanti spunti di riflessione forniti dalla lettura di una declamatio minor di Quintiliano (decl. min. 254), alcune considerazioni su uno specifico e molto dibattuto aspetto relativo al depositum, rispetto al quale la componente ‘fiduciaria’ assume peculiari coloriture: oggetto di approfondimento è l’ambito, non scevro da zone d’ombra, nel quale la tutela per la mancata restituzione della res è rappresentata da un’actio in duplum, rimedio riparatorio connotato da un accentuato profilo sanzionatorio. In particolare, ci si sofferma sull’esame dei testi nei quali è fatta esplicita menzione di una sanzione nel doppio (Coll. 7.10.11 = Paul. Sent. 2.12.11; Ulp. 30 ad ed. D. 16.3.1.1; I. 4.6.26), avanzando l’ipotesi che anche in epoca decemvirale la punizione più severa del depositario fosse da collegare a depositi effettuati in situazioni di pericolo o di necessità.