Lo studio si propone di collocare la decorazione plastica della chiesa della Trinità di Olfino all’interno di un sistema di relazioni tra maestranze di stuccatori, organizzate in vere e proprie ditte -provenienti dalla zona dei Laghi- e, attraverso alcuni esempi datati e firmati, intende stabilire comparazioni e ipotesi di paternità delle opere che caratterizzano “l’isola sulle rive del Garda”: Riva del Garda, Frassino di Peschiera, Corlo di Lonato, Olfino di Monzambano, Volta Mantovana1. Il Seicento vede la presenza di alcune ditte particolarmente attive che segnano tre particolari periodi. Il primo trova il suo epicentro nel cantiere di Santa Maria delle Grazie in Brescia, dove lavorano i Colomba e i Reti in collaborazione tra loro e firmano le rispettive produzioni a stucco. Collaborazione che s’interrompe nei primi decenni del secolo, quando i Reti firmano e datano la decorazione plastica nella chiesa di Santa Maria dell’Inviolata a Riva del Garda, e i Colomba lasciano la cifra della loro arte nella cappella maggiore della chiesa della Madonna del Corlo in Lonato. E da qui, per confronto stilistico e per datazione, trova conferma l’operosità dei Reti nella cappella della Madonna nel santuario del Frassino di Peschiera del Garda. Un secondo momento, databile alla metà del Seicento, in cui prende rilievo la figura del Barberini, che apprende l’arte dai Colomba, ma abbandona la cifra tardo manierista per un respiro europeo; egli è presente con la sua produzione anche in città a Mantova nei palazzi Valenti e Sordi2; ed è riferimento per gli autori che hanno modellato in stucco i Profeti nella chiesa della Trinità di Olfino. Un terzo periodo, infine, in cui sono attivi gli allievi del Barberini, tra cui emergono gli Aliprandi operanti a Mantova nella chiesa di San Martino e il ramo degli Aliprandi stabilitosi a Pasturo in Valsassina.

Una testimonianza di decorazione plastica. La chiesa della Santissima Trinità in Olfino di Monzambano

M. De Paoli
2018-01-01

Abstract

Lo studio si propone di collocare la decorazione plastica della chiesa della Trinità di Olfino all’interno di un sistema di relazioni tra maestranze di stuccatori, organizzate in vere e proprie ditte -provenienti dalla zona dei Laghi- e, attraverso alcuni esempi datati e firmati, intende stabilire comparazioni e ipotesi di paternità delle opere che caratterizzano “l’isola sulle rive del Garda”: Riva del Garda, Frassino di Peschiera, Corlo di Lonato, Olfino di Monzambano, Volta Mantovana1. Il Seicento vede la presenza di alcune ditte particolarmente attive che segnano tre particolari periodi. Il primo trova il suo epicentro nel cantiere di Santa Maria delle Grazie in Brescia, dove lavorano i Colomba e i Reti in collaborazione tra loro e firmano le rispettive produzioni a stucco. Collaborazione che s’interrompe nei primi decenni del secolo, quando i Reti firmano e datano la decorazione plastica nella chiesa di Santa Maria dell’Inviolata a Riva del Garda, e i Colomba lasciano la cifra della loro arte nella cappella maggiore della chiesa della Madonna del Corlo in Lonato. E da qui, per confronto stilistico e per datazione, trova conferma l’operosità dei Reti nella cappella della Madonna nel santuario del Frassino di Peschiera del Garda. Un secondo momento, databile alla metà del Seicento, in cui prende rilievo la figura del Barberini, che apprende l’arte dai Colomba, ma abbandona la cifra tardo manierista per un respiro europeo; egli è presente con la sua produzione anche in città a Mantova nei palazzi Valenti e Sordi2; ed è riferimento per gli autori che hanno modellato in stucco i Profeti nella chiesa della Trinità di Olfino. Un terzo periodo, infine, in cui sono attivi gli allievi del Barberini, tra cui emergono gli Aliprandi operanti a Mantova nella chiesa di San Martino e il ramo degli Aliprandi stabilitosi a Pasturo in Valsassina.
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