L’articolo analizza le politiche di flexicurity che hanno ispirato le recenti riforme del mercato del lavoro, proponendo di guardare a queste formule non solo come a politiche reali, ma anche come a narrazioni. Ragionare di come una politica viene narrata è non meno importante del ragionare di come una politica viene costruita e attuata, perché la narrazione è anch’essa una forma di conoscenza: una costruzione di significati condivisi che, a sua volta, orienta la prassi politica, dandole legittimità e credibilità. L’articolo descrive le varie narrazioni della flexicurity proposte nel corso del tempo: la narrazione neoliberista di stampo tecnocratico da cui nascono inizialmente le politiche di flexicurity; la narrazione compromissoria proposta dalla Commissione europea nei suoi «principi di flexicurity»; la narrazione neoindividualista e neorepubblicana che, a partire da un ripensamento critico delle politiche di flexicurity già sperimentate, tende oggi a proporsi come nuovo paradigma lavorista. Nella parte finale, il saggio mette in luce come la costruzione di narrazioni diverse dalla flexicurity presuppone che si metta in moto un processo di accumulazione di conoscenze nuove e di costruzione di significati nuovi, che tenda a ritrovare il carattere sperimentale, l’apertura cognitiva e l’ecletticità metodologica che sono state da sempre le cifre peculiari del diritto del lavoro. The article analyses the flexicurity policies that have inspired the recent labour market reforms by suggesting to look at them not only as real policies, but also as «narratives». Reasoning about how a policy is told as a narrative is no less important than reasoning about how a policy is constructed and implemented. In fact, narrative is a form of knowledge: a construction of shared meanings that, in turn, orients the political action, giving it legitimacy and credibility. The article describes the various types of narratives of flexibility proposed over time: the neoliberal, technocratic type from which the flexicurity policies were initially born; the compromise narrative proposed by the European Commission in its «principles of flexicurity»; the neo-individualist and neo-republican type that, rethinking critically already tested flexicurity policies, describes itself as a new labour law paradigm. In the final part, the essay highlights how the construction of a different narrative requires the accumulation of new knowledge and the construction of new meanings, aimed at rediscovering the experimental character, the cognitive openness and the methodological eclecticism that have always constituted the peculiar features of labour law

Tre narrazioni della flexicurity

Marzia Barbera
Writing – Review & Editing
2018-01-01

Abstract

L’articolo analizza le politiche di flexicurity che hanno ispirato le recenti riforme del mercato del lavoro, proponendo di guardare a queste formule non solo come a politiche reali, ma anche come a narrazioni. Ragionare di come una politica viene narrata è non meno importante del ragionare di come una politica viene costruita e attuata, perché la narrazione è anch’essa una forma di conoscenza: una costruzione di significati condivisi che, a sua volta, orienta la prassi politica, dandole legittimità e credibilità. L’articolo descrive le varie narrazioni della flexicurity proposte nel corso del tempo: la narrazione neoliberista di stampo tecnocratico da cui nascono inizialmente le politiche di flexicurity; la narrazione compromissoria proposta dalla Commissione europea nei suoi «principi di flexicurity»; la narrazione neoindividualista e neorepubblicana che, a partire da un ripensamento critico delle politiche di flexicurity già sperimentate, tende oggi a proporsi come nuovo paradigma lavorista. Nella parte finale, il saggio mette in luce come la costruzione di narrazioni diverse dalla flexicurity presuppone che si metta in moto un processo di accumulazione di conoscenze nuove e di costruzione di significati nuovi, che tenda a ritrovare il carattere sperimentale, l’apertura cognitiva e l’ecletticità metodologica che sono state da sempre le cifre peculiari del diritto del lavoro. The article analyses the flexicurity policies that have inspired the recent labour market reforms by suggesting to look at them not only as real policies, but also as «narratives». Reasoning about how a policy is told as a narrative is no less important than reasoning about how a policy is constructed and implemented. In fact, narrative is a form of knowledge: a construction of shared meanings that, in turn, orients the political action, giving it legitimacy and credibility. The article describes the various types of narratives of flexibility proposed over time: the neoliberal, technocratic type from which the flexicurity policies were initially born; the compromise narrative proposed by the European Commission in its «principles of flexicurity»; the neo-individualist and neo-republican type that, rethinking critically already tested flexicurity policies, describes itself as a new labour law paradigm. In the final part, the essay highlights how the construction of a different narrative requires the accumulation of new knowledge and the construction of new meanings, aimed at rediscovering the experimental character, the cognitive openness and the methodological eclecticism that have always constituted the peculiar features of labour law
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