Il saggio si propone di illustrare le regole e le prassi che determinano l’impiego del tempo nel Parlamento di Westminster con l’intento di soppesare la capacità dell’Esecutivo inglese di “dettare il ritmo” alle due Assemblee nell’ambito del procedimento legislativo. Alla luce di questa analisi si mette in discussione la tesi, diffusa nella dottrina e nella pubblicistica italiane, secondo la quale il sistema parlamentare del Regno Unito assicurerebbe la più elevata concentrazione di potere di governo che sia immaginabile in uno Stato democratico, ed il Governo britannico, a differenza degli Esecutivi italiani realizzerebbe sempre facilmente e celermente il proprio programma in Parlamento. A questa tradizionale immagine si sono ispirate importanti riforme del nostro ordinamento parlamentare tese soprattutto a rafforzare lo statuto del “Governo in Parlamento” le quali, negli ultimi anni, hanno toccato anche il livello costituzionale. Alla luce dell'analisi condotta, il Parlamento inglese dimostra capacità adattiva rispetto alle mutevoli situazioni politiche e conferma la sua forza all'interno di un sistema istituzionale complessivamente bilanciato, e nel quale la decisione legislativa si forma in modo partecipato. Viceversa, il procedimento legislativo italiano appare essere sempre più mortificato anche per effetto di prassi distorsive delle regole parlamentari che hanno svuotato le sedi della rappresentanza della capacità di assumere decisioni ponderate e mediate tra le forze politiche.

La vitalità del Parlamento nella scansione temporale del procedimento legislativo: un aspetto del sistema inglese spesso trascurato nel dibattito sulle riforme in Italia

Arianna Carminati
2017-01-01

Abstract

Il saggio si propone di illustrare le regole e le prassi che determinano l’impiego del tempo nel Parlamento di Westminster con l’intento di soppesare la capacità dell’Esecutivo inglese di “dettare il ritmo” alle due Assemblee nell’ambito del procedimento legislativo. Alla luce di questa analisi si mette in discussione la tesi, diffusa nella dottrina e nella pubblicistica italiane, secondo la quale il sistema parlamentare del Regno Unito assicurerebbe la più elevata concentrazione di potere di governo che sia immaginabile in uno Stato democratico, ed il Governo britannico, a differenza degli Esecutivi italiani realizzerebbe sempre facilmente e celermente il proprio programma in Parlamento. A questa tradizionale immagine si sono ispirate importanti riforme del nostro ordinamento parlamentare tese soprattutto a rafforzare lo statuto del “Governo in Parlamento” le quali, negli ultimi anni, hanno toccato anche il livello costituzionale. Alla luce dell'analisi condotta, il Parlamento inglese dimostra capacità adattiva rispetto alle mutevoli situazioni politiche e conferma la sua forza all'interno di un sistema istituzionale complessivamente bilanciato, e nel quale la decisione legislativa si forma in modo partecipato. Viceversa, il procedimento legislativo italiano appare essere sempre più mortificato anche per effetto di prassi distorsive delle regole parlamentari che hanno svuotato le sedi della rappresentanza della capacità di assumere decisioni ponderate e mediate tra le forze politiche.
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