Dinanzi alla pervasività e alla complessità della relazione sacramento/diritto nell’intero settore matrimoniale, si è inteso focalizzare l’attenzione sul binomio contratto/sacramento per privilegiare un punto di vista sintetico che concerne direttamente il problema della definizione giuridica del matrimonio e più ampiamente dei modelli sistematici elaborati nello sviluppo legislativo novecentesco, consentendo di allargare lo sguardo ai profili rilevanti sul versante del metodo e della comparazione, fino ad accennare alle implicazioni suggestive del magistero più recente. La scelta di prendere le mosse dalla codificazione canonica, nelle diverse fasi che attraversano intero arco del secolo scorso, obbedisce ad una precisa opzione metodologica che si avvale anche dello studio della relativa documentazione inedita. Le linee della costruzione contrattualistica del matrimonio trovano nel Codex Iuris Canonici del 1917 un nitore ed una fissità altrimenti impensabili, dovuti essenzialmente alla rielaborazione da parte di Pietro Gasparri delle categorie mutuate dalla seconda scolastica. Non si deve tuttavia credere che il modello contrattuale sia stato recepito meccanicamente nel Codex, senza cioè che la Commissione codificatrice si misurasse seriamente con lo spessore storico e concettuale di tale scelta come ben emerge nella documentazione acquisita. In ogni caso, la visione contrattualista che si era dimostrata molto efficace ai fini della determinazione della validità del consenso, rivela tutta la sua inadeguatezza dinanzi all’approccio personalista che trae linfa nuova dal magistero conciliare, segnatamente dalla Costituzione pastorale Gaudium et spes e subisce nella revisione postconciliare un evidente ridimensionamento almeno nella mens dei consultori. I segnali sono molteplici: dalla malcelata perplessità dinanzi alla parola contractus alla sua chiara marginalizzazione nelle diverse proposte normative del Coetus, dall’interesse ad una elaborazione sostanziale del nesso tra consortium totius vitae e amor coniugalis sino al tentativo tecnico di recuperare la dimensione istituzionale del matrimonio. Un aspetto quest’ultimo che trova significativo sviluppo nel magistero pontificio più recente e si offre come ambito privilegiato di dialogo con la scienza giuridica laica.

Il matrimonio canonico tra sacramento e diritto

Chiara Minelli
2017-01-01

Abstract

Dinanzi alla pervasività e alla complessità della relazione sacramento/diritto nell’intero settore matrimoniale, si è inteso focalizzare l’attenzione sul binomio contratto/sacramento per privilegiare un punto di vista sintetico che concerne direttamente il problema della definizione giuridica del matrimonio e più ampiamente dei modelli sistematici elaborati nello sviluppo legislativo novecentesco, consentendo di allargare lo sguardo ai profili rilevanti sul versante del metodo e della comparazione, fino ad accennare alle implicazioni suggestive del magistero più recente. La scelta di prendere le mosse dalla codificazione canonica, nelle diverse fasi che attraversano intero arco del secolo scorso, obbedisce ad una precisa opzione metodologica che si avvale anche dello studio della relativa documentazione inedita. Le linee della costruzione contrattualistica del matrimonio trovano nel Codex Iuris Canonici del 1917 un nitore ed una fissità altrimenti impensabili, dovuti essenzialmente alla rielaborazione da parte di Pietro Gasparri delle categorie mutuate dalla seconda scolastica. Non si deve tuttavia credere che il modello contrattuale sia stato recepito meccanicamente nel Codex, senza cioè che la Commissione codificatrice si misurasse seriamente con lo spessore storico e concettuale di tale scelta come ben emerge nella documentazione acquisita. In ogni caso, la visione contrattualista che si era dimostrata molto efficace ai fini della determinazione della validità del consenso, rivela tutta la sua inadeguatezza dinanzi all’approccio personalista che trae linfa nuova dal magistero conciliare, segnatamente dalla Costituzione pastorale Gaudium et spes e subisce nella revisione postconciliare un evidente ridimensionamento almeno nella mens dei consultori. I segnali sono molteplici: dalla malcelata perplessità dinanzi alla parola contractus alla sua chiara marginalizzazione nelle diverse proposte normative del Coetus, dall’interesse ad una elaborazione sostanziale del nesso tra consortium totius vitae e amor coniugalis sino al tentativo tecnico di recuperare la dimensione istituzionale del matrimonio. Un aspetto quest’ultimo che trova significativo sviluppo nel magistero pontificio più recente e si offre come ambito privilegiato di dialogo con la scienza giuridica laica.
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Descrizione: Articolo in volume dedicato ai nodi giuridico dottrinali emergenti ad un secolo dalla codificazione piobenedettina
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