Il saggio inquadra il ruolo di Ferdinando Forlati nel dibattito sulla ricostruzione monumentale sviluppatosi in Italia dopo la seconda guerra mondiale, al quale il soprintendente veneziano contribuì – attraverso i suoi numerosi scritti – condividendo le sue esperienze concrete e illustrando le innovative soluzioni tecniche adottate nei suoi cantieri di ricostruzione,come nel caso del palazzo dei Trecento a Treviso e della chiesa degli Eremitani a Padova, avendo come obiettivo ultimo dei suoi restauri il rispetto degli assunti teorici e metodologici acquisiti dalla cultura del periodo. The aim of this essay is to describe the role of Ferdinando Forlati in the debate on monumental reconstruction that developed in Italy after World War II. Through his numerous writings, the venetian cultural Heritage supervisor contributed to that debate by sharing his own concrete experiences, and by illustrating the innovative technical solutions he adopted in some reconstruction sites, such as the palazzo dei Trecento in Treviso and the church of the Eremitani in Padua. The ultimate goal of his restoration projects was the observance of the theoretical and methodological assumptions acquired by the culture of the period.

Ferdinando Forlati: i diversi ruoli nel secondo dopoguerra

COCCOLI, Carlotta
2017-01-01

Abstract

Il saggio inquadra il ruolo di Ferdinando Forlati nel dibattito sulla ricostruzione monumentale sviluppatosi in Italia dopo la seconda guerra mondiale, al quale il soprintendente veneziano contribuì – attraverso i suoi numerosi scritti – condividendo le sue esperienze concrete e illustrando le innovative soluzioni tecniche adottate nei suoi cantieri di ricostruzione,come nel caso del palazzo dei Trecento a Treviso e della chiesa degli Eremitani a Padova, avendo come obiettivo ultimo dei suoi restauri il rispetto degli assunti teorici e metodologici acquisiti dalla cultura del periodo. The aim of this essay is to describe the role of Ferdinando Forlati in the debate on monumental reconstruction that developed in Italy after World War II. Through his numerous writings, the venetian cultural Heritage supervisor contributed to that debate by sharing his own concrete experiences, and by illustrating the innovative technical solutions he adopted in some reconstruction sites, such as the palazzo dei Trecento in Treviso and the church of the Eremitani in Padua. The ultimate goal of his restoration projects was the observance of the theoretical and methodological assumptions acquired by the culture of the period.
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