Il desiderio di generatività e di diventare genitori è presagito nel gioco e nella fantasia dei genitori durante i loro primi anni di vita : il desiderio di un figlio è presente prima di crearne uno. Il desiderio di maternità nella bambina apparirebbe precocemente: la gravidanza viene vissuta attraverso una manifestazione onnipotente del sé che accoglie attributi femminili e maschili e genera autonomamente un bambino per la propria madre, quale risarcimento della loro separazione e quale identificazione con lei. L’autrice descrive come la bimba, nei primi giochi con la bambola e con l’oggetto transizionale che le tiene il posto, esprimerebbe un desiderio di generatività senza padre; l’oggetto di attaccamento è definito come “il bambino della notte”, un bambino fantasticato, un fantasia di intimità vissuta nello spazio affettivo che la bimba condivide solo con la madre, spazio mentale in cui accogliere il figlio prima fantasticato, poi reale nel momento in cui insieme con il partner realizzeranno un Conciliare femminilità e maternità è processo complesso su cui si impernia tutto lo sviluppo psicosessuale della donna …Si tratta di un vissuto di creatività e di autonomia che ha animato il suo gioco solitario, quando ancora bambina pensava alla propria capacità di fare bambini e al proprio bambino: una figura del sogno che poi svanisce dalla sfera del pensiero, sostituita da una concezione coniugale della filiazione. L’autrice definisce questi eventi interiori come ”preistorico gioco di maternità”, che non va confuso con il gioco sociale delle bambole o con la riproduzione teatrale dei ruoli sociali; è un gioco molto più remoto, privo di rappresentazione che si svolge nella semplicità della propria solitudine: è appunto il “bambino della notte” che la futura donna porterà in sé per sempre e che poi verrà messo a confronto, a livello inconscio, con il bambino reale che ella genererà quando sarà diventata donna. I vissuti della donna contengono una remota fantasia femminile, costituita dalla rappresentazione di un corpo femminile che genera da sé il proprio “bambino della notte”.

CENA L. Il bambino immaginario

CENA, Loredana
Writing – Review & Editing
2016-01-01

Abstract

Il desiderio di generatività e di diventare genitori è presagito nel gioco e nella fantasia dei genitori durante i loro primi anni di vita : il desiderio di un figlio è presente prima di crearne uno. Il desiderio di maternità nella bambina apparirebbe precocemente: la gravidanza viene vissuta attraverso una manifestazione onnipotente del sé che accoglie attributi femminili e maschili e genera autonomamente un bambino per la propria madre, quale risarcimento della loro separazione e quale identificazione con lei. L’autrice descrive come la bimba, nei primi giochi con la bambola e con l’oggetto transizionale che le tiene il posto, esprimerebbe un desiderio di generatività senza padre; l’oggetto di attaccamento è definito come “il bambino della notte”, un bambino fantasticato, un fantasia di intimità vissuta nello spazio affettivo che la bimba condivide solo con la madre, spazio mentale in cui accogliere il figlio prima fantasticato, poi reale nel momento in cui insieme con il partner realizzeranno un Conciliare femminilità e maternità è processo complesso su cui si impernia tutto lo sviluppo psicosessuale della donna …Si tratta di un vissuto di creatività e di autonomia che ha animato il suo gioco solitario, quando ancora bambina pensava alla propria capacità di fare bambini e al proprio bambino: una figura del sogno che poi svanisce dalla sfera del pensiero, sostituita da una concezione coniugale della filiazione. L’autrice definisce questi eventi interiori come ”preistorico gioco di maternità”, che non va confuso con il gioco sociale delle bambole o con la riproduzione teatrale dei ruoli sociali; è un gioco molto più remoto, privo di rappresentazione che si svolge nella semplicità della propria solitudine: è appunto il “bambino della notte” che la futura donna porterà in sé per sempre e che poi verrà messo a confronto, a livello inconscio, con il bambino reale che ella genererà quando sarà diventata donna. I vissuti della donna contengono una remota fantasia femminile, costituita dalla rappresentazione di un corpo femminile che genera da sé il proprio “bambino della notte”.
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