Introduzione L’impiego di strumenti in lega nichel-titanio (NiTi) per la rimozione dei materiali da otturazione è stato di recente prospettato con soddisfacenti risultati. Obiettivo di questo lavoro è valutare due sistemi di strumenti meccanici rotanti in lega NiTi per il ritrattamento. Materiali e metodi Sono stati selezionati 60 elementi dentali monoradicolati (premolari superiori e inferiori) privi di carie e fratture, estratti per motivi parodontali. Una volta sagomati, detersi e otturati mediante condensazione verticale della guttaperca, gli elementi sono stati suddivisi in due gruppi omogenei denominati rispettivamente R-Endo e D-Endo. Gli strumenti impiegati per eseguire i ritrattamenti nei due gruppi sono stati, rispettivamente, i sistemi R-Endo e D-Endo, impiegati secondo le norme descritte dai produttori; al fine di rendere omogenee le zone apicali di strumentazione in entrambi i gruppi, sono state rifinite, rispettivamente, nel gruppo R-Endo con il file Rs e nel gruppo D-Endo con un Protaper F3 (entrambi ISO 30 in punta). Sono stati valutati i tempi di raggiungimento e di rifinitura del limite apicale di strumentazione, l’estrusione di detriti apicali alla fine della strumentazione per il ritrattamento, il diametro apicale medio al termine della fase di ritrattamento, le fratture di strumenti, i blocchi all’avanzamento degli strumenti in direzione apicale e infine i residui radiograficamente apprezzabili all’interno dei canali radicolari al termine della procedura di ritrattamento. I dati sono stati analizzati statisticamente mediante analisi della varianza (ANOVA) con una significatività posta a p <0,05; i dati qualitativi sono stati analizzati mediante test U di Mann-Whitney con una significatività posta a p <0,05. Risultati Il tempo medio di sagomatura per la tecnica R-Endo è stato di 6,2 minuti, mentre quello per la metodica D-Endo è stato di 5,1. Tale differenza è risultata significativa (p = 0,0003). La quantità di detriti espulsi apicalmente è stata pari a 0,024 g nel gruppo R-Endo e di 0,031 g nel gruppo D-Endo. Il diametro medio apicale nel gruppo R-Endo è stato di 26,4 ISO, quello nel gruppo D-Endo di 28,1. Questa differenza non è risultata statisticamente significativa. Il numero di fratture di strumenti è stato pari a due nel gruppo D-Endo e a uno nel gruppo R-Endo, mentre abbiamo verificato un’errata progressione nel limite apicale (trasporto o falsa strada) in tre casi nel gruppo R-Endo e in due casi nel gruppo D-Endo. La differenza non è risultata statisticamente significativa. Tutti i campioni hanno dimostrato la presenza di residui di guttaperca all’interno dei canali apprezzabili radiograficamente. Conclusioni I sistemi per ritrattamento presi in esame, pur non essendo, in termini assoluti, altamente efficaci, hanno dimostrato di poter raggiungere il limite apicale di strumentazione in tempi ragionevolmente brevi, di avere pochi effetti collaterali e di produrre una sagomatura del limite apicale rispettosa dell’anatomia. Entrambe le metodiche hanno tuttavia dimostrato, in senso assoluto, un’incompleta rimozione del contenuto intracanalare del materiale da otturazione.

Strumenti rotanti in lega nichel-titanio per il ritrattamento: un’analisi pre-clinica

CERUTTI, Antonio;
2011-01-01

Abstract

Introduzione L’impiego di strumenti in lega nichel-titanio (NiTi) per la rimozione dei materiali da otturazione è stato di recente prospettato con soddisfacenti risultati. Obiettivo di questo lavoro è valutare due sistemi di strumenti meccanici rotanti in lega NiTi per il ritrattamento. Materiali e metodi Sono stati selezionati 60 elementi dentali monoradicolati (premolari superiori e inferiori) privi di carie e fratture, estratti per motivi parodontali. Una volta sagomati, detersi e otturati mediante condensazione verticale della guttaperca, gli elementi sono stati suddivisi in due gruppi omogenei denominati rispettivamente R-Endo e D-Endo. Gli strumenti impiegati per eseguire i ritrattamenti nei due gruppi sono stati, rispettivamente, i sistemi R-Endo e D-Endo, impiegati secondo le norme descritte dai produttori; al fine di rendere omogenee le zone apicali di strumentazione in entrambi i gruppi, sono state rifinite, rispettivamente, nel gruppo R-Endo con il file Rs e nel gruppo D-Endo con un Protaper F3 (entrambi ISO 30 in punta). Sono stati valutati i tempi di raggiungimento e di rifinitura del limite apicale di strumentazione, l’estrusione di detriti apicali alla fine della strumentazione per il ritrattamento, il diametro apicale medio al termine della fase di ritrattamento, le fratture di strumenti, i blocchi all’avanzamento degli strumenti in direzione apicale e infine i residui radiograficamente apprezzabili all’interno dei canali radicolari al termine della procedura di ritrattamento. I dati sono stati analizzati statisticamente mediante analisi della varianza (ANOVA) con una significatività posta a p <0,05; i dati qualitativi sono stati analizzati mediante test U di Mann-Whitney con una significatività posta a p <0,05. Risultati Il tempo medio di sagomatura per la tecnica R-Endo è stato di 6,2 minuti, mentre quello per la metodica D-Endo è stato di 5,1. Tale differenza è risultata significativa (p = 0,0003). La quantità di detriti espulsi apicalmente è stata pari a 0,024 g nel gruppo R-Endo e di 0,031 g nel gruppo D-Endo. Il diametro medio apicale nel gruppo R-Endo è stato di 26,4 ISO, quello nel gruppo D-Endo di 28,1. Questa differenza non è risultata statisticamente significativa. Il numero di fratture di strumenti è stato pari a due nel gruppo D-Endo e a uno nel gruppo R-Endo, mentre abbiamo verificato un’errata progressione nel limite apicale (trasporto o falsa strada) in tre casi nel gruppo R-Endo e in due casi nel gruppo D-Endo. La differenza non è risultata statisticamente significativa. Tutti i campioni hanno dimostrato la presenza di residui di guttaperca all’interno dei canali apprezzabili radiograficamente. Conclusioni I sistemi per ritrattamento presi in esame, pur non essendo, in termini assoluti, altamente efficaci, hanno dimostrato di poter raggiungere il limite apicale di strumentazione in tempi ragionevolmente brevi, di avere pochi effetti collaterali e di produrre una sagomatura del limite apicale rispettosa dell’anatomia. Entrambe le metodiche hanno tuttavia dimostrato, in senso assoluto, un’incompleta rimozione del contenuto intracanalare del materiale da otturazione.
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