Tra gli anni Venti e Trenta del Novecento, il tema della ‘proprietà scientifica’ incontra il vivo interesse della scienza giuridica europea. E’ il tratto più visibile di un percorso breve che si snoda fra gli ultimi due decenni dell’Ottocento e i primi decenni del ventesimo secolo, un percorso denso di intersezioni con temi cruciali della storia giuridica contemporanea. Protagoniste di questa vicenda sono le nuove forme di attività intellettuale che contribuiscono in modo eclatante a delineare la fisionomia della modernità, segnata dal tratto sempre più impetuoso dello sviluppo scientifico e tecnologico. Dalle prime attenzioni verso i diritti dei savants sulle loro œuvres ou découvertes scientifiques (con la proposta di convenzione internazionale redatta da Francesco Ruffini per la Société des Nations) sino al dissolversi dell’interesse per la questione, nel discorso della scienza giuridica nazionale ed europea spiccano soprattutto contrapposizioni – fra forze sociali ed economiche, ma anche fra diverse concezioni del diritto – e contrasti teorico-dogmatici, nonché politici; una conflittualità che, da un lato, ha inevitabilmente precluso alla ‘proprietà scientifica’ lo sbocco allo ius positum, dall’altro, ne ha fatto per il giurista una sorta di prezioso laboratorio sperimentale.

«Il manque un anneau à la chaîne»: l'audace esperimento della proprietà scientifica

FUSAR POLI, Elisabetta
2015-01-01

Abstract

Tra gli anni Venti e Trenta del Novecento, il tema della ‘proprietà scientifica’ incontra il vivo interesse della scienza giuridica europea. E’ il tratto più visibile di un percorso breve che si snoda fra gli ultimi due decenni dell’Ottocento e i primi decenni del ventesimo secolo, un percorso denso di intersezioni con temi cruciali della storia giuridica contemporanea. Protagoniste di questa vicenda sono le nuove forme di attività intellettuale che contribuiscono in modo eclatante a delineare la fisionomia della modernità, segnata dal tratto sempre più impetuoso dello sviluppo scientifico e tecnologico. Dalle prime attenzioni verso i diritti dei savants sulle loro œuvres ou découvertes scientifiques (con la proposta di convenzione internazionale redatta da Francesco Ruffini per la Société des Nations) sino al dissolversi dell’interesse per la questione, nel discorso della scienza giuridica nazionale ed europea spiccano soprattutto contrapposizioni – fra forze sociali ed economiche, ma anche fra diverse concezioni del diritto – e contrasti teorico-dogmatici, nonché politici; una conflittualità che, da un lato, ha inevitabilmente precluso alla ‘proprietà scientifica’ lo sbocco allo ius positum, dall’altro, ne ha fatto per il giurista una sorta di prezioso laboratorio sperimentale.
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