L’articolo prende in considerazione la metodologia della osservazione, elettiva in Psicologia Clinica Perinatale (Imbasciati,Cena, 2010), che permette di valutare lo sviluppo del neonato e del bimbo nell’interazione con i suoi caregiver (Bonichini, Axia, 2007), indispensabile se è ancora feto in utero o nei primi anni di vita quando non ha possibilità di descrivere i suoi comportamenti, sentimenti, bisogni e le evidenze delle attuali ricerche sperimentali dell’approccio neurobiologico allo studio delle interazioni genitore-bambino, nello sviluppo mentale . L'osservazione non è di per sé una metodologia obiettiva, come quelle psicobiologiche o neuroscientifiche nel senso di consentire una registrazione diretta e fedele della realtà, attraverso strumentazioni elettromedicali, ma è esposta al rischio della soggettività, della parzialità dell’osservatore e agli errori o distorsioni che ne derivano. Osservare benché non sia interpretare la realtà, è tuttavia un momento intermedio tra la percezione del fenomeno e la sua interpretazione. E d’altra parte anche la percezione risente di fattori soggettivi. Per tali caratteristiche inerenti all’osservatore umano, l’utilizzo dell’osservazione può soltanto approssimarsi, il più possibile, all’obbiettività: per ridurre appunto questa approssimazione, una conoscenza per essere oggettiva, affidabile, verificabile e condivisibile deve fondarsi sulle procedure rigorose del metodo scientifico, con la formulazione di ipotesi, verifica sperimentale, raccolta dati, nella loro codifica e interpretazione che vanno convalidati dagli apporti di altre discipline. Le tecniche di psicobiologia applicate allo studio delle osservazioni delle prime relazioni permettono l’integrazione tra un approccio dinamico alle scienze della mente e la psichiatria biologica. Ciò si dimostra interessante tanto per la teoria quanto per la clinica infantile. Le prime relazioni che il bambino intrattiene con la madre e gli altri caregiver sono da sempre state considerate importanti da autori di tradizione psicoanalitica, ma le nuove scoperte sugli effetti biologici a lungo termine dei legami genitore-bambino, aprono uno nuovo scenario, di sicuro interesse, anche per gli studiosi di psichiatria biologica. Sapere quali effetti biologici e non solo psicologici, possono avere le cure genitoriali, cure inadeguate, maltrattamenti e non ultimo eventuali trattamenti psicoterapici, è di sicuro interesse per tutti gli operatori e studiosi in psichiatria infantile.

L'osservazione clinica e l'approccio psicobiologico allo studio delle prime relazioni infantili

IMBASCIATI, Antonio;CENA, Loredana;
2013-01-01

Abstract

L’articolo prende in considerazione la metodologia della osservazione, elettiva in Psicologia Clinica Perinatale (Imbasciati,Cena, 2010), che permette di valutare lo sviluppo del neonato e del bimbo nell’interazione con i suoi caregiver (Bonichini, Axia, 2007), indispensabile se è ancora feto in utero o nei primi anni di vita quando non ha possibilità di descrivere i suoi comportamenti, sentimenti, bisogni e le evidenze delle attuali ricerche sperimentali dell’approccio neurobiologico allo studio delle interazioni genitore-bambino, nello sviluppo mentale . L'osservazione non è di per sé una metodologia obiettiva, come quelle psicobiologiche o neuroscientifiche nel senso di consentire una registrazione diretta e fedele della realtà, attraverso strumentazioni elettromedicali, ma è esposta al rischio della soggettività, della parzialità dell’osservatore e agli errori o distorsioni che ne derivano. Osservare benché non sia interpretare la realtà, è tuttavia un momento intermedio tra la percezione del fenomeno e la sua interpretazione. E d’altra parte anche la percezione risente di fattori soggettivi. Per tali caratteristiche inerenti all’osservatore umano, l’utilizzo dell’osservazione può soltanto approssimarsi, il più possibile, all’obbiettività: per ridurre appunto questa approssimazione, una conoscenza per essere oggettiva, affidabile, verificabile e condivisibile deve fondarsi sulle procedure rigorose del metodo scientifico, con la formulazione di ipotesi, verifica sperimentale, raccolta dati, nella loro codifica e interpretazione che vanno convalidati dagli apporti di altre discipline. Le tecniche di psicobiologia applicate allo studio delle osservazioni delle prime relazioni permettono l’integrazione tra un approccio dinamico alle scienze della mente e la psichiatria biologica. Ciò si dimostra interessante tanto per la teoria quanto per la clinica infantile. Le prime relazioni che il bambino intrattiene con la madre e gli altri caregiver sono da sempre state considerate importanti da autori di tradizione psicoanalitica, ma le nuove scoperte sugli effetti biologici a lungo termine dei legami genitore-bambino, aprono uno nuovo scenario, di sicuro interesse, anche per gli studiosi di psichiatria biologica. Sapere quali effetti biologici e non solo psicologici, possono avere le cure genitoriali, cure inadeguate, maltrattamenti e non ultimo eventuali trattamenti psicoterapici, è di sicuro interesse per tutti gli operatori e studiosi in psichiatria infantile.
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