Il bambino e la madre durante i nove mesi della gestazione sono una “unità” in reciproca comunicazione fisica ed emotiva . Attraverso il cordone ombelicale ,che è’ presente dal primo momento della gravidanza, il feto riceve il nutrimento per la formazione e la crescita del proprio corpo per mezzo delle sostanze di cui si nutre la madre . Durante la gravidanza ogni madre deve nutrirsi dunque in modo tale da mantenere se stessa in buona salute e consentire ai tessuti fetali di formarsi e svilupparsi in modo adeguato. L’alimentazione corretta rappresenta uno dei presupposti fondamentali per la normale evoluzione sia della gravidanza, sia dell’accrescimento del feto. Fra i fattori determinanti che consentono una crescita sana del feto vengono rilevati un buon assetto genetico dell’embrione, una placentazione nella norma, un’unità materno-placento-fetale integra, ossigeno e sostanze nutritive adeguate , un opportuno ambiente ormonale e, ovviamente, un sufficiente equilibrio psichico della madre.Particolari assetti emozionali materni possono dare origine a una vasocostrizione uterina, mediata da una stimolazione di neurotrasmettitori, che potrebbe essere la causa del ritardo di crescita fetale, spesso secondario ad asfissia cronica (Myers 1979). Situazioni di stress psichico cronico possono inoltre indurre la futura mamma a non alimentarsi adeguatamente e ciò potrebbe essere causa di un ritardo nella crescita fetale. Nei casi di stress acuto (Myhre,2011), ad esempio a seguito di un evento particolarmente traumatico come un lutto , in cui possono manifestarsi più intense contrazioni uterine, può verificarsi un ritardo di crescita fetale o addirittura un parto prematuro (Cena, Imbasciati, Baldoni, 2010). Una madre che conduce una vita esposta a eventi stressanti produce una serie di ormoni dello stress (catecolamine e cortisolo) che giungono, attraverso la placenta al feto e possono essere causa di disturbi funzionali, agitazione psicomotoria e problemi strutturali. (Mancuso, 2009) . Anche in questi casi viene fatto riferimento a incidenze psichiche, ancorchè di difficile rilevazione sperimentale (Maggioni, Mimoun 2003): particolari e difficili elaborazioni dei propri stati emozionali nella madre possono essere all’origine della maggior parte delle patologie gravidiche. In letteratura sono molte le ricerche scientifiche che dimostrano che l’ambiente nutrizionale, ormonale e metabolico durante la gestazione può, in modo permanente, programmare la struttura a la fisiologia della prole con conseguenze sulla salute nella vita adulta. In tale condizionamento va tenuto presente come tutte le suddette manifestazioni somatiche siano a loro volta dipendenti dall’assetto psichico. Negli ultimi decenni le ricerche hanno messo in evidenza l’ipotesi che una crescita fetale non corretta possa portare ad effetti avversi sulla salute della prole, non solo direttamente alla nascita e durante la vita perinatale, ma soprattutto durante l’intero corso della vita. Studi di carattere epidemiologico, hanno evidenziato che una crescita fetale non corretta sarebbe strettamente associata allo sviluppo, durante la vita dell’adulto, di ipertensione, malattie cardiovascolari e diabete di tipo 2( Sayer , Syddall , Dennison , Gilbody , Duggleby,Cooper , 2004; KanakaGantenbein , 2010) . L'interesse per le fasi della vita che precedono la nascita ha avuto negli ultimi decenni una grande diffusione; attraverso gli strumenti ecografici è possibile studiare anche le competenze sensoriali e percettive fetali e ciò ha posto in evidenza come le esperienze emotive che il feto vive nel periodo prenatale costituiscano il nucleo fondamentale dell'esperienza psichica ed emozionale dell'individuo, determinando la base per lo sviluppo successivo. La maggior parte delle alterazioni biologiche nel sistema madre/feto è modulata dall’azione dello stato cerebrale , nella sua continua attività elaborativa emozionale. I recenti studi delle neuroscienze (Schore 2003 ) hanno dimostrato come tutto l’emisfero destro e gran parte del sinistro siano impegnati in una attività di tipo emozionale che regola ogni processo biologico dell’organismo.La regolazione emozionale neurale ha il suo corrispettivo psichico in quelle manifestazioni che denominiamo affetti (Imbasciati, 2014) . Possiamo pertanto affermare che il feto si nutre anche emotivamente e affettivamente attraverso il medium materno e questo è di fondamentale importanza per il suo sviluppo neurobiologico. La comunicazione madre-feto avviene attraverso le esperienze emotive che la madre vive e che mediante gli scambi umorali può trasmettere al feto. Risultano determinati le condizioni psichiche della madre , in relazione all’ambiente in cui ella vive ed è esposta. Le tradizionali precauzioni per cui ci si deve curare della donna che genererà un bimbo , hanno dunque un loro preciso fondamento scientifico: quando si fa riferimento al nutrimento affettivo che una madre offre al suo feto e al suo bimbo , non si tratta di vecchie e obsolete credenze , bensì di intuizioni che le attuali neuroscienze hanno spiegato e verificato a livello neurale e biologico generale (Cena, Imbasciati, 2013)

Nutrire il feto

CENA, Loredana
Writing – Review & Editing
2014-01-01

Abstract

Il bambino e la madre durante i nove mesi della gestazione sono una “unità” in reciproca comunicazione fisica ed emotiva . Attraverso il cordone ombelicale ,che è’ presente dal primo momento della gravidanza, il feto riceve il nutrimento per la formazione e la crescita del proprio corpo per mezzo delle sostanze di cui si nutre la madre . Durante la gravidanza ogni madre deve nutrirsi dunque in modo tale da mantenere se stessa in buona salute e consentire ai tessuti fetali di formarsi e svilupparsi in modo adeguato. L’alimentazione corretta rappresenta uno dei presupposti fondamentali per la normale evoluzione sia della gravidanza, sia dell’accrescimento del feto. Fra i fattori determinanti che consentono una crescita sana del feto vengono rilevati un buon assetto genetico dell’embrione, una placentazione nella norma, un’unità materno-placento-fetale integra, ossigeno e sostanze nutritive adeguate , un opportuno ambiente ormonale e, ovviamente, un sufficiente equilibrio psichico della madre.Particolari assetti emozionali materni possono dare origine a una vasocostrizione uterina, mediata da una stimolazione di neurotrasmettitori, che potrebbe essere la causa del ritardo di crescita fetale, spesso secondario ad asfissia cronica (Myers 1979). Situazioni di stress psichico cronico possono inoltre indurre la futura mamma a non alimentarsi adeguatamente e ciò potrebbe essere causa di un ritardo nella crescita fetale. Nei casi di stress acuto (Myhre,2011), ad esempio a seguito di un evento particolarmente traumatico come un lutto , in cui possono manifestarsi più intense contrazioni uterine, può verificarsi un ritardo di crescita fetale o addirittura un parto prematuro (Cena, Imbasciati, Baldoni, 2010). Una madre che conduce una vita esposta a eventi stressanti produce una serie di ormoni dello stress (catecolamine e cortisolo) che giungono, attraverso la placenta al feto e possono essere causa di disturbi funzionali, agitazione psicomotoria e problemi strutturali. (Mancuso, 2009) . Anche in questi casi viene fatto riferimento a incidenze psichiche, ancorchè di difficile rilevazione sperimentale (Maggioni, Mimoun 2003): particolari e difficili elaborazioni dei propri stati emozionali nella madre possono essere all’origine della maggior parte delle patologie gravidiche. In letteratura sono molte le ricerche scientifiche che dimostrano che l’ambiente nutrizionale, ormonale e metabolico durante la gestazione può, in modo permanente, programmare la struttura a la fisiologia della prole con conseguenze sulla salute nella vita adulta. In tale condizionamento va tenuto presente come tutte le suddette manifestazioni somatiche siano a loro volta dipendenti dall’assetto psichico. Negli ultimi decenni le ricerche hanno messo in evidenza l’ipotesi che una crescita fetale non corretta possa portare ad effetti avversi sulla salute della prole, non solo direttamente alla nascita e durante la vita perinatale, ma soprattutto durante l’intero corso della vita. Studi di carattere epidemiologico, hanno evidenziato che una crescita fetale non corretta sarebbe strettamente associata allo sviluppo, durante la vita dell’adulto, di ipertensione, malattie cardiovascolari e diabete di tipo 2( Sayer , Syddall , Dennison , Gilbody , Duggleby,Cooper , 2004; KanakaGantenbein , 2010) . L'interesse per le fasi della vita che precedono la nascita ha avuto negli ultimi decenni una grande diffusione; attraverso gli strumenti ecografici è possibile studiare anche le competenze sensoriali e percettive fetali e ciò ha posto in evidenza come le esperienze emotive che il feto vive nel periodo prenatale costituiscano il nucleo fondamentale dell'esperienza psichica ed emozionale dell'individuo, determinando la base per lo sviluppo successivo. La maggior parte delle alterazioni biologiche nel sistema madre/feto è modulata dall’azione dello stato cerebrale , nella sua continua attività elaborativa emozionale. I recenti studi delle neuroscienze (Schore 2003 ) hanno dimostrato come tutto l’emisfero destro e gran parte del sinistro siano impegnati in una attività di tipo emozionale che regola ogni processo biologico dell’organismo.La regolazione emozionale neurale ha il suo corrispettivo psichico in quelle manifestazioni che denominiamo affetti (Imbasciati, 2014) . Possiamo pertanto affermare che il feto si nutre anche emotivamente e affettivamente attraverso il medium materno e questo è di fondamentale importanza per il suo sviluppo neurobiologico. La comunicazione madre-feto avviene attraverso le esperienze emotive che la madre vive e che mediante gli scambi umorali può trasmettere al feto. Risultano determinati le condizioni psichiche della madre , in relazione all’ambiente in cui ella vive ed è esposta. Le tradizionali precauzioni per cui ci si deve curare della donna che genererà un bimbo , hanno dunque un loro preciso fondamento scientifico: quando si fa riferimento al nutrimento affettivo che una madre offre al suo feto e al suo bimbo , non si tratta di vecchie e obsolete credenze , bensì di intuizioni che le attuali neuroscienze hanno spiegato e verificato a livello neurale e biologico generale (Cena, Imbasciati, 2013)
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