La comunicazione scientifica orale in EIL si presta a molte interessanti riflessioni ed apre filoni di ricerca al momento inesplorati. In questo contributo si forniscono alcune considerazioni preliminari: la pratica didattica in un Ateneo italiano, unitamente all’esperienza inevitabile di parlante la lingua inglese in contesti accademici in cui l’EIL ha netta predominanza, ha portato a soffermarsi su un aspetto primario dell’uso della lingua inglese orale, ossia la componente fonetica segmentale e sovrasegmentale. Altrettanto rilevanti potrebbero essere le numerose considerazioni da farsi sugli aspetti lessicali e grammaticali dell’esposizione orale di un testo scientifico. Limitatamente tuttavia al versante fonetico, si segnala l'urgenza di dare voce e spazio allo studio delle componenti segmentali e prosodiche della lingua nella fase di formazione al public speaking. Non bisogna dimenticare che scopo dell’insegnare e imparare la buona dizione non è solo quello di aiutare il futuro speaker a farsi capire meglio ma anche quello di aiutarlo a capire meglio gli altri. Pertanto, i parlanti non-nativi dovranno continuare a dovere capire i nativi. Rimane aperto un grande quesito in merito all’importante ruolo che gli insegnamenti di lingua inglese devono avere in Italia in tutti i Dipartimenti, in vista della formazione di futuri utenti e fruitori di English as an International Language in ambito scientifico. Un primo modestissimo passo potrebbe venire dal ‘sintonizzarsi’ coi suoni ed i ritmi di una lingua che, così frettolosamente sfruttata, usata ed abusata da tutti, meriterebbe di essere ascoltata, amata e curata con pazienza, concentrazione e reale consapevolezza delle sue sorprendenti doti di internazionalità.

La comunicazione professionale in inglese : fattori di successo e insuccesso nella produzione orale di parlanti italofoni

ZANOLA, Annalisa
2014-01-01

Abstract

La comunicazione scientifica orale in EIL si presta a molte interessanti riflessioni ed apre filoni di ricerca al momento inesplorati. In questo contributo si forniscono alcune considerazioni preliminari: la pratica didattica in un Ateneo italiano, unitamente all’esperienza inevitabile di parlante la lingua inglese in contesti accademici in cui l’EIL ha netta predominanza, ha portato a soffermarsi su un aspetto primario dell’uso della lingua inglese orale, ossia la componente fonetica segmentale e sovrasegmentale. Altrettanto rilevanti potrebbero essere le numerose considerazioni da farsi sugli aspetti lessicali e grammaticali dell’esposizione orale di un testo scientifico. Limitatamente tuttavia al versante fonetico, si segnala l'urgenza di dare voce e spazio allo studio delle componenti segmentali e prosodiche della lingua nella fase di formazione al public speaking. Non bisogna dimenticare che scopo dell’insegnare e imparare la buona dizione non è solo quello di aiutare il futuro speaker a farsi capire meglio ma anche quello di aiutarlo a capire meglio gli altri. Pertanto, i parlanti non-nativi dovranno continuare a dovere capire i nativi. Rimane aperto un grande quesito in merito all’importante ruolo che gli insegnamenti di lingua inglese devono avere in Italia in tutti i Dipartimenti, in vista della formazione di futuri utenti e fruitori di English as an International Language in ambito scientifico. Un primo modestissimo passo potrebbe venire dal ‘sintonizzarsi’ coi suoni ed i ritmi di una lingua che, così frettolosamente sfruttata, usata ed abusata da tutti, meriterebbe di essere ascoltata, amata e curata con pazienza, concentrazione e reale consapevolezza delle sue sorprendenti doti di internazionalità.
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