Uno dei principali effetti indotti dai cambiamenti climatici osservabili nel territorio nazionale è la localizzazione di fenomeni meteorologici di eccezionale intensità in aree ristrette. Accade che disastri naturali (quali alluvioni e inondazioni) stiano assumendo in molte zone d’Italia – ma non solo – una periodicità assai più elevata rispetto al passato. Il contributo descrive una prima applicazione di condivisione in rete di dataset ad alta risoluzione (derivati da dati LiDAR) impiegata in aree di studio della Regione Veneto caratterizzate da un significativo rischio idrogeologico, nonché dai conseguenti dissesti territoriali. Nello specifico la ricerca propone una nuova modalità di gestione di dati 3D (nuvole di punti, mesh …), di trasmissione e di visualizzazione degli stessi via internet. Si ritiene che tale tecnologia possa essere considerata uno strumento di rapido supporto alle decisioni e al tempo stesso di archiviazione e consultazione ex post dei dati raccolti in fase critica. Il valore aggiunto desumibile dal primo caso test delle provincie di Verona e Vicenza (cfr. esondazioni dei Torrenti Tramigna, Alpone, Aldegà e Chiampo del 2010) risiede nella rapidità di integrazione tra il rilievo 3D dell’area oggetto dell’evento calamitoso e i diversi livelli informativi disponibili.

Tecniche di rilievo 3D in territori complessi con zone ad elevato rischio idrogeologico. Condivisione in rete di dataset ad alta risoluzione (derivati da dati LiDAR)†

VASSENA, Giorgio Paolo Maria;CHIAMONE, Tiziana;RIZZO, Raffaela Gabriella;
2013-01-01

Abstract

Uno dei principali effetti indotti dai cambiamenti climatici osservabili nel territorio nazionale è la localizzazione di fenomeni meteorologici di eccezionale intensità in aree ristrette. Accade che disastri naturali (quali alluvioni e inondazioni) stiano assumendo in molte zone d’Italia – ma non solo – una periodicità assai più elevata rispetto al passato. Il contributo descrive una prima applicazione di condivisione in rete di dataset ad alta risoluzione (derivati da dati LiDAR) impiegata in aree di studio della Regione Veneto caratterizzate da un significativo rischio idrogeologico, nonché dai conseguenti dissesti territoriali. Nello specifico la ricerca propone una nuova modalità di gestione di dati 3D (nuvole di punti, mesh …), di trasmissione e di visualizzazione degli stessi via internet. Si ritiene che tale tecnologia possa essere considerata uno strumento di rapido supporto alle decisioni e al tempo stesso di archiviazione e consultazione ex post dei dati raccolti in fase critica. Il valore aggiunto desumibile dal primo caso test delle provincie di Verona e Vicenza (cfr. esondazioni dei Torrenti Tramigna, Alpone, Aldegà e Chiampo del 2010) risiede nella rapidità di integrazione tra il rilievo 3D dell’area oggetto dell’evento calamitoso e i diversi livelli informativi disponibili.
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