Il presente studio è finalizzato alla valutazione dell’efficacia di programmi informativi di prevenzione dell’AIDS in un campione di 244 omosessuali maschi, appartenenti a gruppi gay organizzati, utilizzando come indicatore di efficacia la percezione del rischio. Per tale scopo è stato chiesto ad ogni soggetto di compilare una scala di atteggiamento verso il fenomeno AIDS ed un questionario volto a rilevare la percezione del rischio, relativamente a tre categorie di comportamenti: rischi AIDS non reali, rischi AIDS reali e rischi generici. I risultati mostrano che i soggetti omosessuali possiedono una maggiore informazione sull’AIDS ed hanno un atteggiamento meno stigmatizzante nei confronti di persone sieropositive e/o minoranze a rischio, rispetto ai soggetti non omosessuali. A fronte di ciò, gli omosessuali possiedono una minore percezione del rischio. Questo potrebbe essere ricondotto al grado di metabolismo che il gruppo di appartenenza, come soggetto psicologico, è in grado di attivare. Il gruppo di appartenenza potrebbe aver rappresentato infatti il quadro culturale entro il quale le informazioni sono state metabolizzate alla luce della cultura di appartenenza e di altri codici comportamentali e di personalità individuali e gruppali, che possono aver influito sulla messa in atto di comportamenti rilevanti per la salute.
Atteggiamento e percezione del rischio AIDS
IMBASCIATI, Antonio;GHILARDI, Alberto;BUIZZA, Chiara;MARGIOTTA, Marco;
2004-01-01
Abstract
Il presente studio è finalizzato alla valutazione dell’efficacia di programmi informativi di prevenzione dell’AIDS in un campione di 244 omosessuali maschi, appartenenti a gruppi gay organizzati, utilizzando come indicatore di efficacia la percezione del rischio. Per tale scopo è stato chiesto ad ogni soggetto di compilare una scala di atteggiamento verso il fenomeno AIDS ed un questionario volto a rilevare la percezione del rischio, relativamente a tre categorie di comportamenti: rischi AIDS non reali, rischi AIDS reali e rischi generici. I risultati mostrano che i soggetti omosessuali possiedono una maggiore informazione sull’AIDS ed hanno un atteggiamento meno stigmatizzante nei confronti di persone sieropositive e/o minoranze a rischio, rispetto ai soggetti non omosessuali. A fronte di ciò, gli omosessuali possiedono una minore percezione del rischio. Questo potrebbe essere ricondotto al grado di metabolismo che il gruppo di appartenenza, come soggetto psicologico, è in grado di attivare. Il gruppo di appartenenza potrebbe aver rappresentato infatti il quadro culturale entro il quale le informazioni sono state metabolizzate alla luce della cultura di appartenenza e di altri codici comportamentali e di personalità individuali e gruppali, che possono aver influito sulla messa in atto di comportamenti rilevanti per la salute.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.