Prendendo le mosse dal peculiare procedimento di approvazione della legge n. 270 del 2005, intervenuto, come noto, con un “colpo di mano” dell’allora maggioranza di governo di centrodestra, si sono ripercorsi i tentativi e le sollecitazioni intervenuti al fine modificarla per giungere ad un nuovo sistema elettorale. Tra i tentativi di riforma va, in primo luogo, annoverato quello del ricorso all’istituto del referendum abrogativo. Dal referendum Guzzetta, alla proposta referendaria avanzata dall’on. Castagnetti, all’iniziativa referendaria Passigli, per concludere con la richiesta referendaria avanzata dal Comitato promotore per i collegi uninominali presieduto da Andrea Morrone, è stata descritta la cronaca delle relative vicende referendarie, nonché delle (spesso incerte e contraddittorie) prese di posizione dei partiti politici nei confronti di ciascuna proposta di referendum abrogativo della legge n. 270 del 2005. Lo strumento referendario non ha rappresentato l’unico tentativo di riforma della legge n. 270 del 2005. Vanno rammentate le plurime e disparate proposte di legge depositate presso le Assemblee legislative dai parlamentari appartenenti ai vari gruppi. Il loro numero, nonché la difformità dei contenuti e il lento iter dei relativi lavori (incardinato, con precedenza rispetto alla Camera dei Deputati, presso la I Commissione del Senato della Repubblica), attestano l’assoluta assenza di coesione sul tema, persino all’interno di uno stesso gruppo parlamentare. L’esito negativo delle proposte di referendum abrogativo a cui si è aggiunta l’inconcludenza del dibattito politico-parlamentare sul tema della riforma elettorale, hanno sollecitato molteplici appelli per una modifica della legge n. 270 del 2005 provenienti sia dalla società civile che dalla massima istituzione repubblicana: il Capo dello Stato. A quest’ultimo riguardo, è stato esaminato l’attivo ruolo del Presidente Napolitano nel sollecitare la riforma elettorale.

La legge n. 270 del 2005: tra proposte di referendum abrogativo e dibattito politico-parlamentare

MACCABIANI, Nadia
2012-01-01

Abstract

Prendendo le mosse dal peculiare procedimento di approvazione della legge n. 270 del 2005, intervenuto, come noto, con un “colpo di mano” dell’allora maggioranza di governo di centrodestra, si sono ripercorsi i tentativi e le sollecitazioni intervenuti al fine modificarla per giungere ad un nuovo sistema elettorale. Tra i tentativi di riforma va, in primo luogo, annoverato quello del ricorso all’istituto del referendum abrogativo. Dal referendum Guzzetta, alla proposta referendaria avanzata dall’on. Castagnetti, all’iniziativa referendaria Passigli, per concludere con la richiesta referendaria avanzata dal Comitato promotore per i collegi uninominali presieduto da Andrea Morrone, è stata descritta la cronaca delle relative vicende referendarie, nonché delle (spesso incerte e contraddittorie) prese di posizione dei partiti politici nei confronti di ciascuna proposta di referendum abrogativo della legge n. 270 del 2005. Lo strumento referendario non ha rappresentato l’unico tentativo di riforma della legge n. 270 del 2005. Vanno rammentate le plurime e disparate proposte di legge depositate presso le Assemblee legislative dai parlamentari appartenenti ai vari gruppi. Il loro numero, nonché la difformità dei contenuti e il lento iter dei relativi lavori (incardinato, con precedenza rispetto alla Camera dei Deputati, presso la I Commissione del Senato della Repubblica), attestano l’assoluta assenza di coesione sul tema, persino all’interno di uno stesso gruppo parlamentare. L’esito negativo delle proposte di referendum abrogativo a cui si è aggiunta l’inconcludenza del dibattito politico-parlamentare sul tema della riforma elettorale, hanno sollecitato molteplici appelli per una modifica della legge n. 270 del 2005 provenienti sia dalla società civile che dalla massima istituzione repubblicana: il Capo dello Stato. A quest’ultimo riguardo, è stato esaminato l’attivo ruolo del Presidente Napolitano nel sollecitare la riforma elettorale.
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