ARGOMENTO SPECIFICO DEL LAVORO L’ISTAT nel 2014 ha mostrato che in Italia 8 lavoratori pendolari su 10 usano un mezzo di trasporto; il mezzo preferito è l’automobile. La letteratura scientifica ha evidenziato una correlazione negativa tra tempo di pendolarismo e stato di benessere o salute fisica percepita, un aumento del peso corporeo per i guidatori regolari ed incremento del rischio di obesità del 6% per ogni ora trascorsa in auto, effetti sul "sistema simpatico-parasimpatico" (mediante misurazione della variabilità della frequenza cardiaca) derivanti da un protratto tempo di pendolarismo (>90 minuti) e prolungati orari di lavoro (extra di 60 ore mensili). D’altro canto, il cosiddetto pendolarismo “attivo” (contraddistinto dalla possibilità di praticare attività motoria) è risultato significativamente correlato alla riduzione del rischio di obesità, dislipidemia, livelli di glicemia a digiuno e pressione arteriosa. ¼ dei pendolari si dichiara «stressato». Alcune ricerche hanno dimostrato un aumento di cortisolo salivare nei pendolari rispetto ai valori basali di riposo. Alcuni autori hanno elencato trai possibili stressors la durata del tragitto, l’interferenza con i ritmi del sonno e le attività familiari e sociali, l’alternanza di mezzi differenti per chi utilizza mezzi di trasporto pubblico e la sensazione di discomfort, l’esposizione ad inquinanti atmosferici. Tra gli operatori sanitari, gli effetti negativi del pendolarismo possono aggiungersi ai fattori di rischio lavorativi, quali il coinvolgimento fisico-intellettivo, il lavoro a turni, il rischio infortunistico ed il rischio clinico. Scopo di questo lavoro è indagare il fenomeno del pendolarismo in una casistica di lavoratori dell’Azienda Ospedaliera Poma di Mantova, valutarne la relazione con alcune variabili psicometriche correlate allo stress, al fine di individuare priorità di intervento e formulare strategie di prevenzione mirate. METODI DI VALUTAZIONE UTILIZZATI Nel periodo maggio-ottobre 2014, 1146 lavoratori dell’Azienda Poma che hanno partecipato ad un seminario sulle tecniche di gestione dello stress lavoro-correlato, hanno compilato un questionario anonimo, appositamente predisposto per rilevare alcune variabili psicometriche stress lavoro-correlate. In un database informatizzato sono stati inserite informazioni socio-demografiche (genere, età, anzianità lavorativa, numero figli, eventuale assistenza ad un congiunto), lavorative (ospedale, dipartimento, qualifica lavorativa, regime orario, orario di lavoro), la durata del tragitto casa-lavoro (tempo medio rilevato in categorie che includevano <15 min., 15-30 min., 30-60 min., >60 min.), il mezzo di trasporto usuale (piedi/bicicletta, mezzo pubblico, automobile/motociclo come conducente, automobile/motociclo come trasportato). Per la valutazione di alcune caratteristiche individuali importanti nella valutazione, interpretazione e gestione di una situazione stressante, nonché per la misura dell’effetto dello stress sulla saluta fisica, sono state utilizzate 4 scale tratte dalla letteratura internazionale e validate per l’uso in lingua italiana: Scala di Utrecht del coinvolgimento lavorativo, suddivisa nelle 3 sottoscale vigore, dedizione e assorbimento; Strategie di coping, suddivise nelle 6 sottoscale supporto sociale, orientamento al compito, logica, relazione casa-lavoro, tempo, coinvolgimento; Scala dell’autoefficacia generale; Salute fisica percepita, che rileva la frequenza di 12 sintomi stress-correlati riferiti negli ultimi tre mesi. Le scale utilizzate prevedono punteggi normativi relativi ad un campione di riferimento. L’elaborazione dei dati mediante analisi statistica descrittiva e di secondo livello post-hoc (confronto fra variabili interferenti – caratteristiche del pendolarismo, dell’attività lavorativa, del lavoratore ed relative alla conciliazione lavoro-famiglia - stratificate per ospedale, dipartimento e qualifica) è stata condotta con il programma SPSS. RISULTATI DELLA VALUTAZIONE I questionari raccolti sono stati 1146; di questi, 122 (10,6%) sono stati eliminati per la presenza di risposte incomplete. Le analisi sono state pertanto condotte su 1024 questionari. Il 90% dei lavoratori ha dichiarato di utilizzare mezzi a motore per recarsi al lavoro (86% automobile come conducente, 2% come trasportato, 2% mezzo pubblico); il 10% effettua il cosiddetto pendolarismo “attivo” (a piedi o in bicicletta). La maggior parte dei soggetti (85%) impiega meno di 30 minuti per raggiungere il posto di lavoro; 17 lavoratori più di un ora. L’80% di coloro che impiegano meno di 15 minuti utilizza l’automobile (N° 338 lavoratori). Dei 23 soggetti che utilizzano il mezzo pubblico, 6 (26%) impiegano più di 30 minuti per il tragitto casa-lavoro. La sede di lavoro non condiziona significativamente la durata del tragitto mentre è differente il mezzo di trasporto utilizzato; il pendolarismo attivo è maggiormente praticato tra chi lavora presso l’ospedale di Bozzolo (21%); l’ospedale di Mantova ha la minor percentuale di lavoratori che viaggiano su un mezzo pubblico o in auto come trasportati (3%), rispetto agli altri ospedali; nei lavoratori dell’ex OPG, la maggior parte dei conducenti d’auto impiega meno di 15 minuti per tragitto (58%). L’area di lavoro (dipartimento di afferenza) il regime orario (lavoro a tempo pieno o parziale), la necessità di assistenza di un congiunto (dichiarata dal 41% della casistica esaminata), la presenza od il numero di figli non appaiono influenzare significativamente la durata del tragitto o la scelta del mezzo di trasporto. La qualifica lavorativa condiziona sia la scelta del mezzo di trasporto che il tempo di percorrenza: nessun medico, altro dirigente od operatore tecnico-economale raggiunge il posto di lavoro trasportato da altri colleghi; l’uso del mezzo pubblico è maggiormente praticato da operatori tecnici od operatori di supporto rispetto ai lavoratori con altra qualifica, il pendolarismo attivo da amministrativi e professionisti sanitari “non infermieri”; medici ed altri dirigenti non sanitari sono tra coloro che utilizzano maggiormente l’auto. Genere, età ed anzianità lavorativa influenzano la durata del tragitto: tra i maschi è maggiore la prevalenza di coloro che viaggiano più a lungo, il tragitto di durata superiore a 30 minuti è più frequente tra i lavoratori con età inferiore a 40 anni e meno di 20 anni di anzianità lavorativa; vi è una tendenza all’aumento del numero di coloro che viaggiano in automobile come trasportati con l’incremento dell’anzianità lavorativa L’orario di lavoro influenza il pendolarismo della casistica esaminata: l’automobile è maggiormente utilizzata dai turnisti rispetto a coloro che lavorano a giornata; la scelta dei mezzi pubblici e dell’uso dell’auto come soggetto trasportato prevale tra coloro che lavorano in due turni ed il pendolarismo attivo tra coloro che hanno un solo turno giornaliero rispetto a coloro che hanno le altre due tipologie di turnazione. In generale, la salute fisica percepita e l’autoefficacia generale sono risultate peggiori rispetto ai valori di riferimento e pertanto prioritarie per gli interventi migliorativi. È da notare come la salute percepita di coloro che si spostano con il mezzo pubblico è peggiore rispetto a color che usano altre modalità; coloro che praticano il pendolarismo attivo non percepiscono una salute migliore di chi si sposta con mezzi di trasporto. Nel complesso, coloro che viaggiano più a lungo hanno mostrato punteggi migliori per quasi tutte le dimensioni psicometriche considerate, con l’eccezione della scala di coping relativa al tempo, che per coloro che percorrono in più di 60 minuti la tratta casa-lavoro è risultata peggiore sia della casistica totale che del campione di riferimento. CONSIDERAZIONI E CONCLUSIONI I risultati sopra esposti devono essere interpretati considerando la possibile selezione dei partecipanti all’indagine, operata dall’adesione volontaria, e la possibilità di errore indotta dalla auto-compilazione del questionario. Inoltre, non è stato rilevato da quando è iniziata l’attuale modalità di pendolarismo. Peraltro, la casistica esaminata è molto ampia (rappresenta circa 1/3 dei dipendenti dell’Azienda) ed è stato predisposto un tutoraggio alla compilazione del questionario, che è avvenuta con tempo e luogo adeguati. L’analisi dei dati ha mostrato che il pendolarismo è un fenomeno rilevante tra i lavoratori dell’Azienda Poma: il pendolarismo “passivo” e l’utilizzo dell’automobile hanno prevalenze elevate. In particolare, appare prioritario l’intervento diretto ad incrementare il pendolarismo attivo o l’uso di mezzi pubblici tra coloro che guidano impiegando meno di 15 minuti nel tragitto casa-lavoro (circa il 40%). Nella casistica esaminata è confermato quanto già evidenziato da altre ricerche, ovvero che la qualifica lavorativa (fattore correlabile allo stato-socio economico) incide sulla modalità di pendolarismo, così come la tipologia di turno, l’età e l’anzianità lavorativa. Questi rilievi possono avviare un’attività di informazione mirata ed appropriate strategie di orientamento delle scelte (ad esempio, informazione sugli effetti negativi sulla salute del pendolarismo passivo, promozione di car pooling tra i soggetti più giovani). Nel complesso, nella casistica esaminata il pendolarismo ha mostrato effetti negativi soprattutto sulla salute fisica percepita (sintomi stress lavoro.correlati) e sulla percezione di efficacia, seppure non statisticamente significativi. Il riscontro di maggior resilienza e salute percepita tra coloro che viaggiano più a lungo potrebbe essere attribuito ad un possibile processo di selezione (“effetto lavoratore sano”). D’altro canto il numero limitato di soggetti incluso nella categoria di chi viaggia più a lungo impone cautela nell’interpretazione dei risultati.

ANALISI DEL PENDOLARISMO E DI ALCUNE VARIABILI INDIVIDUALI STRESS-LAVORO CORRELATE IN UNA CASISTICA DI DIPENDENTI DELL’AZIENDA OSPEDALIERA CARLO POMA DI MANTOVA

Donatella Placidi^°
Writing – Original Draft Preparation
;
Silvia Zoni°
Methodology
;
LUCCHINI, GIUSEPPE
Formal Analysis
;
Pietro Apostoli°
Supervision
2015-01-01

Abstract

ARGOMENTO SPECIFICO DEL LAVORO L’ISTAT nel 2014 ha mostrato che in Italia 8 lavoratori pendolari su 10 usano un mezzo di trasporto; il mezzo preferito è l’automobile. La letteratura scientifica ha evidenziato una correlazione negativa tra tempo di pendolarismo e stato di benessere o salute fisica percepita, un aumento del peso corporeo per i guidatori regolari ed incremento del rischio di obesità del 6% per ogni ora trascorsa in auto, effetti sul "sistema simpatico-parasimpatico" (mediante misurazione della variabilità della frequenza cardiaca) derivanti da un protratto tempo di pendolarismo (>90 minuti) e prolungati orari di lavoro (extra di 60 ore mensili). D’altro canto, il cosiddetto pendolarismo “attivo” (contraddistinto dalla possibilità di praticare attività motoria) è risultato significativamente correlato alla riduzione del rischio di obesità, dislipidemia, livelli di glicemia a digiuno e pressione arteriosa. ¼ dei pendolari si dichiara «stressato». Alcune ricerche hanno dimostrato un aumento di cortisolo salivare nei pendolari rispetto ai valori basali di riposo. Alcuni autori hanno elencato trai possibili stressors la durata del tragitto, l’interferenza con i ritmi del sonno e le attività familiari e sociali, l’alternanza di mezzi differenti per chi utilizza mezzi di trasporto pubblico e la sensazione di discomfort, l’esposizione ad inquinanti atmosferici. Tra gli operatori sanitari, gli effetti negativi del pendolarismo possono aggiungersi ai fattori di rischio lavorativi, quali il coinvolgimento fisico-intellettivo, il lavoro a turni, il rischio infortunistico ed il rischio clinico. Scopo di questo lavoro è indagare il fenomeno del pendolarismo in una casistica di lavoratori dell’Azienda Ospedaliera Poma di Mantova, valutarne la relazione con alcune variabili psicometriche correlate allo stress, al fine di individuare priorità di intervento e formulare strategie di prevenzione mirate. METODI DI VALUTAZIONE UTILIZZATI Nel periodo maggio-ottobre 2014, 1146 lavoratori dell’Azienda Poma che hanno partecipato ad un seminario sulle tecniche di gestione dello stress lavoro-correlato, hanno compilato un questionario anonimo, appositamente predisposto per rilevare alcune variabili psicometriche stress lavoro-correlate. In un database informatizzato sono stati inserite informazioni socio-demografiche (genere, età, anzianità lavorativa, numero figli, eventuale assistenza ad un congiunto), lavorative (ospedale, dipartimento, qualifica lavorativa, regime orario, orario di lavoro), la durata del tragitto casa-lavoro (tempo medio rilevato in categorie che includevano <15 min., 15-30 min., 30-60 min., >60 min.), il mezzo di trasporto usuale (piedi/bicicletta, mezzo pubblico, automobile/motociclo come conducente, automobile/motociclo come trasportato). Per la valutazione di alcune caratteristiche individuali importanti nella valutazione, interpretazione e gestione di una situazione stressante, nonché per la misura dell’effetto dello stress sulla saluta fisica, sono state utilizzate 4 scale tratte dalla letteratura internazionale e validate per l’uso in lingua italiana: Scala di Utrecht del coinvolgimento lavorativo, suddivisa nelle 3 sottoscale vigore, dedizione e assorbimento; Strategie di coping, suddivise nelle 6 sottoscale supporto sociale, orientamento al compito, logica, relazione casa-lavoro, tempo, coinvolgimento; Scala dell’autoefficacia generale; Salute fisica percepita, che rileva la frequenza di 12 sintomi stress-correlati riferiti negli ultimi tre mesi. Le scale utilizzate prevedono punteggi normativi relativi ad un campione di riferimento. L’elaborazione dei dati mediante analisi statistica descrittiva e di secondo livello post-hoc (confronto fra variabili interferenti – caratteristiche del pendolarismo, dell’attività lavorativa, del lavoratore ed relative alla conciliazione lavoro-famiglia - stratificate per ospedale, dipartimento e qualifica) è stata condotta con il programma SPSS. RISULTATI DELLA VALUTAZIONE I questionari raccolti sono stati 1146; di questi, 122 (10,6%) sono stati eliminati per la presenza di risposte incomplete. Le analisi sono state pertanto condotte su 1024 questionari. Il 90% dei lavoratori ha dichiarato di utilizzare mezzi a motore per recarsi al lavoro (86% automobile come conducente, 2% come trasportato, 2% mezzo pubblico); il 10% effettua il cosiddetto pendolarismo “attivo” (a piedi o in bicicletta). La maggior parte dei soggetti (85%) impiega meno di 30 minuti per raggiungere il posto di lavoro; 17 lavoratori più di un ora. L’80% di coloro che impiegano meno di 15 minuti utilizza l’automobile (N° 338 lavoratori). Dei 23 soggetti che utilizzano il mezzo pubblico, 6 (26%) impiegano più di 30 minuti per il tragitto casa-lavoro. La sede di lavoro non condiziona significativamente la durata del tragitto mentre è differente il mezzo di trasporto utilizzato; il pendolarismo attivo è maggiormente praticato tra chi lavora presso l’ospedale di Bozzolo (21%); l’ospedale di Mantova ha la minor percentuale di lavoratori che viaggiano su un mezzo pubblico o in auto come trasportati (3%), rispetto agli altri ospedali; nei lavoratori dell’ex OPG, la maggior parte dei conducenti d’auto impiega meno di 15 minuti per tragitto (58%). L’area di lavoro (dipartimento di afferenza) il regime orario (lavoro a tempo pieno o parziale), la necessità di assistenza di un congiunto (dichiarata dal 41% della casistica esaminata), la presenza od il numero di figli non appaiono influenzare significativamente la durata del tragitto o la scelta del mezzo di trasporto. La qualifica lavorativa condiziona sia la scelta del mezzo di trasporto che il tempo di percorrenza: nessun medico, altro dirigente od operatore tecnico-economale raggiunge il posto di lavoro trasportato da altri colleghi; l’uso del mezzo pubblico è maggiormente praticato da operatori tecnici od operatori di supporto rispetto ai lavoratori con altra qualifica, il pendolarismo attivo da amministrativi e professionisti sanitari “non infermieri”; medici ed altri dirigenti non sanitari sono tra coloro che utilizzano maggiormente l’auto. Genere, età ed anzianità lavorativa influenzano la durata del tragitto: tra i maschi è maggiore la prevalenza di coloro che viaggiano più a lungo, il tragitto di durata superiore a 30 minuti è più frequente tra i lavoratori con età inferiore a 40 anni e meno di 20 anni di anzianità lavorativa; vi è una tendenza all’aumento del numero di coloro che viaggiano in automobile come trasportati con l’incremento dell’anzianità lavorativa L’orario di lavoro influenza il pendolarismo della casistica esaminata: l’automobile è maggiormente utilizzata dai turnisti rispetto a coloro che lavorano a giornata; la scelta dei mezzi pubblici e dell’uso dell’auto come soggetto trasportato prevale tra coloro che lavorano in due turni ed il pendolarismo attivo tra coloro che hanno un solo turno giornaliero rispetto a coloro che hanno le altre due tipologie di turnazione. In generale, la salute fisica percepita e l’autoefficacia generale sono risultate peggiori rispetto ai valori di riferimento e pertanto prioritarie per gli interventi migliorativi. È da notare come la salute percepita di coloro che si spostano con il mezzo pubblico è peggiore rispetto a color che usano altre modalità; coloro che praticano il pendolarismo attivo non percepiscono una salute migliore di chi si sposta con mezzi di trasporto. Nel complesso, coloro che viaggiano più a lungo hanno mostrato punteggi migliori per quasi tutte le dimensioni psicometriche considerate, con l’eccezione della scala di coping relativa al tempo, che per coloro che percorrono in più di 60 minuti la tratta casa-lavoro è risultata peggiore sia della casistica totale che del campione di riferimento. CONSIDERAZIONI E CONCLUSIONI I risultati sopra esposti devono essere interpretati considerando la possibile selezione dei partecipanti all’indagine, operata dall’adesione volontaria, e la possibilità di errore indotta dalla auto-compilazione del questionario. Inoltre, non è stato rilevato da quando è iniziata l’attuale modalità di pendolarismo. Peraltro, la casistica esaminata è molto ampia (rappresenta circa 1/3 dei dipendenti dell’Azienda) ed è stato predisposto un tutoraggio alla compilazione del questionario, che è avvenuta con tempo e luogo adeguati. L’analisi dei dati ha mostrato che il pendolarismo è un fenomeno rilevante tra i lavoratori dell’Azienda Poma: il pendolarismo “passivo” e l’utilizzo dell’automobile hanno prevalenze elevate. In particolare, appare prioritario l’intervento diretto ad incrementare il pendolarismo attivo o l’uso di mezzi pubblici tra coloro che guidano impiegando meno di 15 minuti nel tragitto casa-lavoro (circa il 40%). Nella casistica esaminata è confermato quanto già evidenziato da altre ricerche, ovvero che la qualifica lavorativa (fattore correlabile allo stato-socio economico) incide sulla modalità di pendolarismo, così come la tipologia di turno, l’età e l’anzianità lavorativa. Questi rilievi possono avviare un’attività di informazione mirata ed appropriate strategie di orientamento delle scelte (ad esempio, informazione sugli effetti negativi sulla salute del pendolarismo passivo, promozione di car pooling tra i soggetti più giovani). Nel complesso, nella casistica esaminata il pendolarismo ha mostrato effetti negativi soprattutto sulla salute fisica percepita (sintomi stress lavoro.correlati) e sulla percezione di efficacia, seppure non statisticamente significativi. Il riscontro di maggior resilienza e salute percepita tra coloro che viaggiano più a lungo potrebbe essere attribuito ad un possibile processo di selezione (“effetto lavoratore sano”). D’altro canto il numero limitato di soggetti incluso nella categoria di chi viaggia più a lungo impone cautela nell’interpretazione dei risultati.
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