La globalizzazione sta sfidando le capacità di adattamento e innovazione dei sistemi economici locali, imponendo nuove soluzioni istituzionali per la produzione di quei beni collettivi – infrastrutture materiali e immateriali, formazione del capitale umano, ricerca finalizzata al trasferimento tecnologico – che risultano sempre più strategici per il loro successo competitivo. Il capitolo conclusivo riassume e interpreta i casi di studio raccolti nel volume (curato dall’autore), fornendo spunti teorici che consentono di avviare una riflessione sulle possibili sinergie tra organizzazioni non profit e sviluppo economico locale. Dai distretti culturali in Europa agli interventi a sostegno dello sviluppo a Silicon Valley, dalle community development corporation in Nord America ai parchi scientifici e tecnologici italiani si ricavano significative indicazioni su come il non profit possa essere creativamente tradotto in un vettore di sviluppo economico, in aree non solo economicamente marginali o in via di sviluppo ma anche caratterizzate da maturità economica. Si tratta di una via che in Italia rimane ancora largamente inesplorata e che i risultati di questa riflessione consiglierebbero invece di approfondire ulteriormente sia sotto il profilo teorico che della diffusione di pratiche conseguenti.
Conclusioni. Le organizzazioni non profit per lo sviluppo locale
PROVASI, Giancarlo
2004-01-01
Abstract
La globalizzazione sta sfidando le capacità di adattamento e innovazione dei sistemi economici locali, imponendo nuove soluzioni istituzionali per la produzione di quei beni collettivi – infrastrutture materiali e immateriali, formazione del capitale umano, ricerca finalizzata al trasferimento tecnologico – che risultano sempre più strategici per il loro successo competitivo. Il capitolo conclusivo riassume e interpreta i casi di studio raccolti nel volume (curato dall’autore), fornendo spunti teorici che consentono di avviare una riflessione sulle possibili sinergie tra organizzazioni non profit e sviluppo economico locale. Dai distretti culturali in Europa agli interventi a sostegno dello sviluppo a Silicon Valley, dalle community development corporation in Nord America ai parchi scientifici e tecnologici italiani si ricavano significative indicazioni su come il non profit possa essere creativamente tradotto in un vettore di sviluppo economico, in aree non solo economicamente marginali o in via di sviluppo ma anche caratterizzate da maturità economica. Si tratta di una via che in Italia rimane ancora largamente inesplorata e che i risultati di questa riflessione consiglierebbero invece di approfondire ulteriormente sia sotto il profilo teorico che della diffusione di pratiche conseguenti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.