Il saggio intende riflettere attorno al concetto di “costituzionalismo critico”, che si fonda sul rifiuto di una visione idealizzata dell’ordinamento come spazio armonico e privo di conflitti. Esso riconosce il conflitto come elemento fisiologico e costitutivo della democrazia, da governare attraverso strumenti giuridici che ne assicurino la rappresentanza istituzionale. In opposizione al costituzionalismo “irenico”, orientato alla tutela giudiziaria dei diritti fondamentali, quello critico valorizza la funzione del diritto costituzionale come mediazione tra interessi e visioni plurali, legato al contesto politico e istituzionale. La crescente delega (lato sensu) agli organi giudiziari, e la retorica dei diritti come conquiste pacificate rischiano di svuotare di contenuto il principio democratico. Allo stesso tempo, nuove forme di potere economico e digitale sfuggono ai meccanismi classici di controllo e rendono urgente ripensare gli strumenti di tutela dei diritti in chiave politica e costituzionale. Il costituzionalismo critico, quindi, non può limitarsi al controllo giurisdizionale, ma deve interrogare anche i poteri diffusi e opachi che incidono sull’uguaglianza e sulla libertà dei consociati. In questo quadro, i costituzionalisti critici sono chiamati a vigilare sui poteri costituiti, ma anche a denunciare le zone d’ombra dell’ordinamento, rifiutando una lettura pacificata dei diritti e richiamando la politica alle sue responsabilità. Il loro compito è contribuire alla difesa della Costituzione come patto democratico vivente, capace di rappresentare e governare il conflitto nel mutato scenario istituzionale e sociale contemporaneo.
Per un costituzionalismo critico e per dei costituzionalisti critici
Adriana Apostoli
2025-01-01
Abstract
Il saggio intende riflettere attorno al concetto di “costituzionalismo critico”, che si fonda sul rifiuto di una visione idealizzata dell’ordinamento come spazio armonico e privo di conflitti. Esso riconosce il conflitto come elemento fisiologico e costitutivo della democrazia, da governare attraverso strumenti giuridici che ne assicurino la rappresentanza istituzionale. In opposizione al costituzionalismo “irenico”, orientato alla tutela giudiziaria dei diritti fondamentali, quello critico valorizza la funzione del diritto costituzionale come mediazione tra interessi e visioni plurali, legato al contesto politico e istituzionale. La crescente delega (lato sensu) agli organi giudiziari, e la retorica dei diritti come conquiste pacificate rischiano di svuotare di contenuto il principio democratico. Allo stesso tempo, nuove forme di potere economico e digitale sfuggono ai meccanismi classici di controllo e rendono urgente ripensare gli strumenti di tutela dei diritti in chiave politica e costituzionale. Il costituzionalismo critico, quindi, non può limitarsi al controllo giurisdizionale, ma deve interrogare anche i poteri diffusi e opachi che incidono sull’uguaglianza e sulla libertà dei consociati. In questo quadro, i costituzionalisti critici sono chiamati a vigilare sui poteri costituiti, ma anche a denunciare le zone d’ombra dell’ordinamento, rifiutando una lettura pacificata dei diritti e richiamando la politica alle sue responsabilità. Il loro compito è contribuire alla difesa della Costituzione come patto democratico vivente, capace di rappresentare e governare il conflitto nel mutato scenario istituzionale e sociale contemporaneo.| File | Dimensione | Formato | |
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