I primi mille giorni di vita sono i più significativi per quanto riguarda lo sviluppo neuromentale del bambino (Imbasciati, Cena, 2018) in quanto, tra i processi di apprendimento, la comunicazione linguistica acquisisce una importanza specifica in questo periodo evolutivo. Gli studi dell’Infant Research hanno messo in evidenza come il bimbo alla nascita manifesti già competenze comunicative primarie, apprese durante il periodo prena- tale, che si sviluppano se adeguatamente stimolate dai caregivers. L’acquisizione del linguaggio avviene attraverso progressive fasi che si succedono con modalità simili e, al tempo stesso, questo processo è caratterizzato da grandissime variabili individuali che riguardano non solo i tempi, ma anche i modi e le strategie di apprendimento. Lo sviluppo linguistico può essere favorito dalle esperienze ambientali e in questa prospettiva una lettura del caregiver al bambino in età precoce si è dimostrata un “mediatore” efficace nella prima infanzia per promuovere lo sviluppo delle abilità linguistiche (Bus, Van IJzendoorn, 1995; Demir-Lira et al., 2019; Leech et al., 2022): con questa pratica educativa i genitori etichettano gli oggetti più frequentemente rispetto ad altre attività come il gioco o i pasti e forniscono ai bambini un feedback linguistico più coerente e informativo (Snow, Goldfield, 1983; Wells, 1985). Nella prima infanzia la lettura avviene attraverso lo scambio interattivo: l’adulto e il bambino possono focalizzarsi su aspetti comuni e condivisi guardando le illustrazioni, facendo domande e parlando della storia, con modalità differenti a seconda della età e capacità (Rowland et al., 2016). La lettura condivisa ha un impattosignificativo sullo sviluppo del vocabolario, sulla comprensione orale, sulla consapevolezza fonemica e sulle capacità di riconoscimento delle parole (Centre for Com- munity Child Health, 2008): ricerche empiriche sulla lettura condivisa hanno messo in evidenza che queste capacità a 8 mesi correlano con le abilità linguistiche a 12 mesi e, ancor di più, a 16; tale effetto si riscontrerebbe prevalentemente nel linguaggio espressivo, più di quello ricettivo (Karrass, Braungart-Rieker, 2005). Nelle ricerche internazionali da oltre un decennio sono stati Lynne Murray e Peter Cooper (Università di Reading, UK) a mettere in evidenza con ricerche empiriche come la condivisione “dialogica” del libro nella pri- ma infanzia, creando uno spazio intersoggettivo privilegiato possa favorire lo sviluppo cognitivo del bambino. Viene indicato lo stile dialogico intersoggettivo dell’adulto (Murray et al., 2022) come il più efficace nel favorire lo sviluppo del linguaggio.
Prevenzione e interventi precoci a supporto della relazione genitore-bambino: il Dialogic Book-Sharing
Cena Loredana
Writing – Review & Editing
;Trainini AliceData Curation
;
2023-01-01
Abstract
I primi mille giorni di vita sono i più significativi per quanto riguarda lo sviluppo neuromentale del bambino (Imbasciati, Cena, 2018) in quanto, tra i processi di apprendimento, la comunicazione linguistica acquisisce una importanza specifica in questo periodo evolutivo. Gli studi dell’Infant Research hanno messo in evidenza come il bimbo alla nascita manifesti già competenze comunicative primarie, apprese durante il periodo prena- tale, che si sviluppano se adeguatamente stimolate dai caregivers. L’acquisizione del linguaggio avviene attraverso progressive fasi che si succedono con modalità simili e, al tempo stesso, questo processo è caratterizzato da grandissime variabili individuali che riguardano non solo i tempi, ma anche i modi e le strategie di apprendimento. Lo sviluppo linguistico può essere favorito dalle esperienze ambientali e in questa prospettiva una lettura del caregiver al bambino in età precoce si è dimostrata un “mediatore” efficace nella prima infanzia per promuovere lo sviluppo delle abilità linguistiche (Bus, Van IJzendoorn, 1995; Demir-Lira et al., 2019; Leech et al., 2022): con questa pratica educativa i genitori etichettano gli oggetti più frequentemente rispetto ad altre attività come il gioco o i pasti e forniscono ai bambini un feedback linguistico più coerente e informativo (Snow, Goldfield, 1983; Wells, 1985). Nella prima infanzia la lettura avviene attraverso lo scambio interattivo: l’adulto e il bambino possono focalizzarsi su aspetti comuni e condivisi guardando le illustrazioni, facendo domande e parlando della storia, con modalità differenti a seconda della età e capacità (Rowland et al., 2016). La lettura condivisa ha un impattosignificativo sullo sviluppo del vocabolario, sulla comprensione orale, sulla consapevolezza fonemica e sulle capacità di riconoscimento delle parole (Centre for Com- munity Child Health, 2008): ricerche empiriche sulla lettura condivisa hanno messo in evidenza che queste capacità a 8 mesi correlano con le abilità linguistiche a 12 mesi e, ancor di più, a 16; tale effetto si riscontrerebbe prevalentemente nel linguaggio espressivo, più di quello ricettivo (Karrass, Braungart-Rieker, 2005). Nelle ricerche internazionali da oltre un decennio sono stati Lynne Murray e Peter Cooper (Università di Reading, UK) a mettere in evidenza con ricerche empiriche come la condivisione “dialogica” del libro nella pri- ma infanzia, creando uno spazio intersoggettivo privilegiato possa favorire lo sviluppo cognitivo del bambino. Viene indicato lo stile dialogico intersoggettivo dell’adulto (Murray et al., 2022) come il più efficace nel favorire lo sviluppo del linguaggio.File | Dimensione | Formato | |
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