Ansia e depressione sono i disturbi affettivi perinatali più comuni (Molgora et al., 2018; Tambelli et al., 2019; Vismara et al., 2020), con la presenza di sintomi da lievi a gravi. Alcune meta-analisi indicano che in Europa e nelle nazioni ad alto reddito la prevalenza di ansia antepartum clinicamente significativa è di circa il 19% (Dennis et al., 2017) e quella della depressione antepartum è del 18% (Yin et al., 2020). Depressione e ansia spesso possono presentarsi in comorbidità: in letteratura viene segnalato che circa due terzi degli adulti con ansia soffrono anche di depressione (Lamers et al., 2011). Studi condotti sulle famiglie con gemelli evidenziano che la comorbidità può essere spiegata anche da rischi genetici condivisi (Middeldorp et al., 2005) .Alcune ricerche internazionali segnalano che l’ansia e la depressione si presentano spesso in comorbidità anche durante il periodo antepartum (Verreault et al., 2014) e hanno in comune la maggior parte dei fattori di rischio psicosociali rilevati nella depressione o nell’ansia. I fattori più rilevanti associati al rischio di depressione o ansia sono: assenza del partner o mancanza di supporto sociale, storia di abusi o violenze domestiche, storia personale di malattia mentale, eventi di vita avversi ed elevato stress percepito, stile cognitivo negativo, basse autostima e autoefficacia, e relazione problematica/non soddisfacente con il partner (Biaggi et al., 2016). Sebbene sia stato suggerito che circa una donna incinta su dieci ha sintomi di ansia in comorbidità con sintomi depressivi da lievi a gravi (Falah-Hassani et al., 2017), tale comorbidità rimane un’area di ricerca poco studiata e spesso una condizione clinica poco riconosciuta (Fedock, Alvarez, 2018; Goodman, Tyer-Viola, 2010). Durante la gravidanza, la valutazione dell’ansia e della depressione in comorbidità (CAD) e dei fattori associati è fondamentale per lo sviluppo di strategie di valutazione del rischio efficaci, nonché di programmi di prevenzione e intervento effettivi. Questo è importante per due ragioni principali: in primo luogo, l’ansia e la depressione antepartum hanno effetti avversi diversi e cumulativi sugli esiti sia materni che fetali (O’Donnell et al., 2014; Grigoriadis et al., 2018; Ierardi et al., 2018; Spry et al., 2020; Wallwiener et al., 2019): studi evidenziano che la CAD antepartum non trattata aumenta il rischio di esiti negativi quali nascita prematura (Field et al., 2010), basso peso e asfissia alla nascita (Accortt et al., 2015), malattia coronarica (Shahhosseini et al., 2015), inizio ritardato dell’allattamento al seno, scarso sviluppo cognitivo infantile (Ibanez et al., 2015), e problemi di salute mentale nella tarda infanzia (Capron et al., 2015). La seconda ragione, strettamente connessa alla prima, è che gli individui con CAD hanno sintomi più gravi, episodi di malattia più lunghi, maggiori difficoltà in ambito psicosociale, e risposta più scarsa al trattamento farmacologico rispetto agli individui con uno solo di questi disturbi (Pollack, 2005). L’obiettivo di questo studio è di determinare la prevalenza dei sintomi di CAD in un ampio campione di donne italiane nel terzo trimestre di gravidanza e di analizzare l’associazione tra CAD e caratteristiche sociodemografiche, ostetriche e di salute mentale .

Valutare la prevalenza di sintomatologie ansiose e depressive in comorbidità durante la gravidanza per prevenire effetti negativi sullo sviluppo neuromentale del bambino

Cena Loredana
Writing – Review & Editing
;
Trainini Alice
Data Curation
;
Stefana Alberto
Writing – Review & Editing
2023-01-01

Abstract

Ansia e depressione sono i disturbi affettivi perinatali più comuni (Molgora et al., 2018; Tambelli et al., 2019; Vismara et al., 2020), con la presenza di sintomi da lievi a gravi. Alcune meta-analisi indicano che in Europa e nelle nazioni ad alto reddito la prevalenza di ansia antepartum clinicamente significativa è di circa il 19% (Dennis et al., 2017) e quella della depressione antepartum è del 18% (Yin et al., 2020). Depressione e ansia spesso possono presentarsi in comorbidità: in letteratura viene segnalato che circa due terzi degli adulti con ansia soffrono anche di depressione (Lamers et al., 2011). Studi condotti sulle famiglie con gemelli evidenziano che la comorbidità può essere spiegata anche da rischi genetici condivisi (Middeldorp et al., 2005) .Alcune ricerche internazionali segnalano che l’ansia e la depressione si presentano spesso in comorbidità anche durante il periodo antepartum (Verreault et al., 2014) e hanno in comune la maggior parte dei fattori di rischio psicosociali rilevati nella depressione o nell’ansia. I fattori più rilevanti associati al rischio di depressione o ansia sono: assenza del partner o mancanza di supporto sociale, storia di abusi o violenze domestiche, storia personale di malattia mentale, eventi di vita avversi ed elevato stress percepito, stile cognitivo negativo, basse autostima e autoefficacia, e relazione problematica/non soddisfacente con il partner (Biaggi et al., 2016). Sebbene sia stato suggerito che circa una donna incinta su dieci ha sintomi di ansia in comorbidità con sintomi depressivi da lievi a gravi (Falah-Hassani et al., 2017), tale comorbidità rimane un’area di ricerca poco studiata e spesso una condizione clinica poco riconosciuta (Fedock, Alvarez, 2018; Goodman, Tyer-Viola, 2010). Durante la gravidanza, la valutazione dell’ansia e della depressione in comorbidità (CAD) e dei fattori associati è fondamentale per lo sviluppo di strategie di valutazione del rischio efficaci, nonché di programmi di prevenzione e intervento effettivi. Questo è importante per due ragioni principali: in primo luogo, l’ansia e la depressione antepartum hanno effetti avversi diversi e cumulativi sugli esiti sia materni che fetali (O’Donnell et al., 2014; Grigoriadis et al., 2018; Ierardi et al., 2018; Spry et al., 2020; Wallwiener et al., 2019): studi evidenziano che la CAD antepartum non trattata aumenta il rischio di esiti negativi quali nascita prematura (Field et al., 2010), basso peso e asfissia alla nascita (Accortt et al., 2015), malattia coronarica (Shahhosseini et al., 2015), inizio ritardato dell’allattamento al seno, scarso sviluppo cognitivo infantile (Ibanez et al., 2015), e problemi di salute mentale nella tarda infanzia (Capron et al., 2015). La seconda ragione, strettamente connessa alla prima, è che gli individui con CAD hanno sintomi più gravi, episodi di malattia più lunghi, maggiori difficoltà in ambito psicosociale, e risposta più scarsa al trattamento farmacologico rispetto agli individui con uno solo di questi disturbi (Pollack, 2005). L’obiettivo di questo studio è di determinare la prevalenza dei sintomi di CAD in un ampio campione di donne italiane nel terzo trimestre di gravidanza e di analizzare l’associazione tra CAD e caratteristiche sociodemografiche, ostetriche e di salute mentale .
2023
9788835138266
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
VOL 2023 - CAP 13.pdf

accesso aperto

Tipologia: Full Text
Licenza: PUBBLICO - Pubblico con Copyright
Dimensione 188.81 kB
Formato Adobe PDF
188.81 kB Adobe PDF Visualizza/Apri

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11379/618808
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact