Lo scritto si configura come terzo capitolo di un volume indirizzato a ripercorrere l’iter ideativo, progettuale e costruttivo del teatro del Vittoriale degli Italiani sito nel complesso gardesano, voluto da Gabriele d’Annunzio e disegnato da Gian Carlo Maroni. Si dà qui ragione del momento più decisivo, quando, alla ripresa dei lavori nel 1952, dopo la scomparsa di Gian Carlo Maroni, il cantiere proseguì sotto la guida amministrativa di suo fratello Italo, che nel 1953 riuscì a inaugurare l’opera, benché lontana dal completamento. Il capitolo evidenzia il contributo dell’ingegnere Mario Moretti, di Brescia, che subentrò a Gian Carlo Maroni, già malato, nel 1951. Dopo la scomparsa di Moretti (1974) si registra l’apporto di Carlo Casati, architetto milanese, e dell’ingegnere Pietro Trivella, di Montichiari; il primo predispose un progetto di manutenzione e completamento del teatro con una significativa variante dell’organismo maroniano, un disegno solo parzialmente realizzato. La ricostruzione, del tutto inedita, si fonda sull’esame di documentazione conservata presso gli archivi del Vittoriale degli Italiani. L’esame delle vicende edilizie giunge infine all’attualità, alle opere di valorizzazione del teatro che hanno condotto all’allestimento del Museo d’Annunzio segreto, nell’interrato sotto il palcoscenico, e ai più recenti lavori di riqualificazione, tra cui il rivestimento lapideo in marmo rosso di Verona. Il capitolo è completato da un allegato, denominato B, con la trascrizione di alcuni documenti sempre a cura dell’autrice.
Dall’apertura al pubblico ai lavori di completamento (1953-2020)
Elisa Sala
2021-01-01
Abstract
Lo scritto si configura come terzo capitolo di un volume indirizzato a ripercorrere l’iter ideativo, progettuale e costruttivo del teatro del Vittoriale degli Italiani sito nel complesso gardesano, voluto da Gabriele d’Annunzio e disegnato da Gian Carlo Maroni. Si dà qui ragione del momento più decisivo, quando, alla ripresa dei lavori nel 1952, dopo la scomparsa di Gian Carlo Maroni, il cantiere proseguì sotto la guida amministrativa di suo fratello Italo, che nel 1953 riuscì a inaugurare l’opera, benché lontana dal completamento. Il capitolo evidenzia il contributo dell’ingegnere Mario Moretti, di Brescia, che subentrò a Gian Carlo Maroni, già malato, nel 1951. Dopo la scomparsa di Moretti (1974) si registra l’apporto di Carlo Casati, architetto milanese, e dell’ingegnere Pietro Trivella, di Montichiari; il primo predispose un progetto di manutenzione e completamento del teatro con una significativa variante dell’organismo maroniano, un disegno solo parzialmente realizzato. La ricostruzione, del tutto inedita, si fonda sull’esame di documentazione conservata presso gli archivi del Vittoriale degli Italiani. L’esame delle vicende edilizie giunge infine all’attualità, alle opere di valorizzazione del teatro che hanno condotto all’allestimento del Museo d’Annunzio segreto, nell’interrato sotto il palcoscenico, e ai più recenti lavori di riqualificazione, tra cui il rivestimento lapideo in marmo rosso di Verona. Il capitolo è completato da un allegato, denominato B, con la trascrizione di alcuni documenti sempre a cura dell’autrice.| File | Dimensione | Formato | |
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