L'arca funebre di san Rainaldo attualmente collocato lungo la parete sinistra della Cappella della Madonna del Sudore nel Duomo di Ravenna. È uno splendido sarcofago riutilizzato in epoca medioevale per la sepoltura del Beato Rinaldo da Concorezzo, arcivescovo di Ravenna (1303 – 1321). La sua collocazione, come testimoniato da una lavorazione del fondo del sarcofago, nel XIV secolo doveva essere, su progetto dello stesso arcivescovo Rinaldo per la sua sepoltura, all’interno del Duomo probabilmente in posizione sopraelevata. Il sarcofago è datato dal De Francovich al V secolo a. C. e presenta sul fronte Cristo tra i principi degli apostoli. Nella mano sinistra il Cristo regge un codice aperto mentre tende la destra all’apostolo Paolo. Il Signore è assiso su un trono sotto dal quale sgorgano i quattro fiumi paradisiaci che, assieme alle due palme dattilifere poste a cornice della scena, evocano il giardino edenico. Pietro e Paolo incedono solenni verso il Signore: le mani, velate, sorreggono corone segno di martirio e di vittoria. Il retro del sarcofago risulta meno accurato nella realizzazione tecnica, ma non meno interessante da un punto di vista simbolico. Due tralci fioriti inquadrano l’intera composizione, dove due pavoni, disposti su piccoli rilievi montuosi, si rivolgono ad un medaglione centrale sul quale è scolpito il prezioso monogramma costantiniano dal quale pendono le lettere apocalittiche alfa e omega. Il fianco sinistro mostra il monogramma costantiniano con le lettere apocalittiche racchiuso entro una ricca ghirlanda, intrecciata ad una decorazione floreale con gigli e arricchita dalla presenza di due piccoli volatili, immagine che ricorre simile, pur semplificata negli elementi decorativi, nella lunetta superiore. Il fianco destro del sarcofago presenta una ricca decorazione realizzata dall’intreccio di tralci di vite dove piccoli uccelli becchettano grappoli d’uva, mentre nella lunetta del coperchio sono scolpiti due agnelli disposti simmetricamente rispetto allo staurogramma. Particolare è la soluzione d’angolo della cassa del sarcofago risolta con l’utilizzo dell’ordine architettonico; una colonna di ordine corinzio con un fusto impreziosito da una scanalatura spiraliforme. La decorazione del coperchio presenta una decorazione a foglie lanceolate, mentre il retro mostra tre grandi croci appena abbozzate. In sintesi, il sarcofago analizzato in questo contributo può essere datati ala prima metà del V secolo e appartenente a tutti gli effetti alla grande famiglia dei sarcofagi ravennati . Lo studio della biografia di Rinaldo ha consentito di individuare un preciso periodo, inedito, nel quale il sarcofago ravennate, poi sarcofago di S. Rainaldo, ha subito delle modifiche coerenti con una sua nuova collocazione all’interno della antica cattedrale del V secolo restaurata e ampliata da Rainaldo stesso, in quel periodo arcivescovo di Ravenna.
Il rilievo del sarcofago di san Rainaldo
M. De Paoli
2024-01-01
Abstract
L'arca funebre di san Rainaldo attualmente collocato lungo la parete sinistra della Cappella della Madonna del Sudore nel Duomo di Ravenna. È uno splendido sarcofago riutilizzato in epoca medioevale per la sepoltura del Beato Rinaldo da Concorezzo, arcivescovo di Ravenna (1303 – 1321). La sua collocazione, come testimoniato da una lavorazione del fondo del sarcofago, nel XIV secolo doveva essere, su progetto dello stesso arcivescovo Rinaldo per la sua sepoltura, all’interno del Duomo probabilmente in posizione sopraelevata. Il sarcofago è datato dal De Francovich al V secolo a. C. e presenta sul fronte Cristo tra i principi degli apostoli. Nella mano sinistra il Cristo regge un codice aperto mentre tende la destra all’apostolo Paolo. Il Signore è assiso su un trono sotto dal quale sgorgano i quattro fiumi paradisiaci che, assieme alle due palme dattilifere poste a cornice della scena, evocano il giardino edenico. Pietro e Paolo incedono solenni verso il Signore: le mani, velate, sorreggono corone segno di martirio e di vittoria. Il retro del sarcofago risulta meno accurato nella realizzazione tecnica, ma non meno interessante da un punto di vista simbolico. Due tralci fioriti inquadrano l’intera composizione, dove due pavoni, disposti su piccoli rilievi montuosi, si rivolgono ad un medaglione centrale sul quale è scolpito il prezioso monogramma costantiniano dal quale pendono le lettere apocalittiche alfa e omega. Il fianco sinistro mostra il monogramma costantiniano con le lettere apocalittiche racchiuso entro una ricca ghirlanda, intrecciata ad una decorazione floreale con gigli e arricchita dalla presenza di due piccoli volatili, immagine che ricorre simile, pur semplificata negli elementi decorativi, nella lunetta superiore. Il fianco destro del sarcofago presenta una ricca decorazione realizzata dall’intreccio di tralci di vite dove piccoli uccelli becchettano grappoli d’uva, mentre nella lunetta del coperchio sono scolpiti due agnelli disposti simmetricamente rispetto allo staurogramma. Particolare è la soluzione d’angolo della cassa del sarcofago risolta con l’utilizzo dell’ordine architettonico; una colonna di ordine corinzio con un fusto impreziosito da una scanalatura spiraliforme. La decorazione del coperchio presenta una decorazione a foglie lanceolate, mentre il retro mostra tre grandi croci appena abbozzate. In sintesi, il sarcofago analizzato in questo contributo può essere datati ala prima metà del V secolo e appartenente a tutti gli effetti alla grande famiglia dei sarcofagi ravennati . Lo studio della biografia di Rinaldo ha consentito di individuare un preciso periodo, inedito, nel quale il sarcofago ravennate, poi sarcofago di S. Rainaldo, ha subito delle modifiche coerenti con una sua nuova collocazione all’interno della antica cattedrale del V secolo restaurata e ampliata da Rainaldo stesso, in quel periodo arcivescovo di Ravenna.File | Dimensione | Formato | |
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