Descrizione: L’attribuzione dei diritti di abitazione sulla casa familiare e di uso sui mobili di corredo quale riserva “qualitativa” in favore del coniuge superstite, prevista, in aggiunta alla spettanza della proprietà di una quota dell’asse ereditario, dalla riforma del diritto di famiglia del ’75, ha risposto all’intento legislativo di migliorare la posizione successoria del coniuge, sostituendo il precedente usufrutto uxorio. La previsione di tali diritti speciali, per la sua portata innovativa rispetto al contesto normativo in cui è venuta ad inserirsi, ha dato luogo a numerose questioni interpretative ed applicative, su cui dottrina e giurisprudenza sono state negli anni chiamate a fornire il loro rilevante apporto. Il contributo e le riflessioni in esso svolte si propongono di affrontare il complesso delle problematiche legate al tema in esame, prendendo le mosse da una preliminare ricostruzione della ratio e della natura giuridica dell’attribuzione di cui al comma 2 dell’art. 540 c.c., per poi procedere ad una indagine sulle diverse questioni emerse, attinenti, fra l’altro, ai presupposti richiesti per il sorgere dei diritti di abitazione e di uso in discorso, al loro regime giuridico, alla tutela del coniuge superstite in caso di lesione degli stessi, nonché alla spettanza dei medesimi e alle modalità della loro incidenza nella successione legittima. Lo scopo generale del lavoro sarà quello di illustrare i percorsi di volta in volta tracciati in un’ottica risolutiva e di vagliare in chiave critica le argomentazioni e le soluzioni prospettate.

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