Estratto dall'Introduzione Nonostante i secoli di storia, il bilancio d’esercizio è ancora oggi il documento fondamentale con il quale le imprese comunicano ai soci e agli stakeholder come hanno operato (e si propongono di operare in futuro) e quali sono i risultati raggiunti. Il bilancio fornisce a tali soggetti e al management le informazioni necessarie per valutare il raggiungimento delle condizioni imprescindibili di equilibrio dell’assetto economico-finanziario d’impresa: la redditività, la solidità patrimoniale, la liquidità e la solvibilità. Mediante questo fondamentale documento l’impresa costruisce la propria reputazione, che tanta importanza assume nella costruzione dei legami di fiducia con i soggetti ai quali essa si rivolge per ottenere le risorse umane, tecniche e finanziarie di cui necessita. Per la sua rilevanza, il bilancio è disciplinato dalla normativa, nazionale ed europea, e dai principi contabili emanati da organismi, nazionali e internazionali. Detti principi colmano i vuoti normativi, stabiliscono regole di comportamento da seguire nei casi più controversi e forniscono indicazioni operative sempre più stringenti per i redattori di bilancio. La normativa sul bilancio e i principi contabili devono fronteggiare vari fattori di complessità: 1. la necessità di dare rappresentazione in senso ampio all’attività economica svolta dall’impresa, in termini di risultati economici periodici e di accrescimento del valore del patrimonio; 2. l’emergere di contratti sempre più sofisticati attraverso i quali si svolge l’attività economica, che tuttavia devono trovare rappresentazione in termini di valori; 3. il crescente grado d’internazionalizzazione dei sistemi economici, che porta le imprese a operare in contesti giuridici caratterizzati da legislazioni e regole contabili molto diverse; 4. la rilevanza dell’impresa nel contesto sociale, con la conseguenza che la collettività chiede di conoscere, con sempre maggiore trasparenza, l’impatto che le sue attività e le sue scelte determinano anche sulla società e l’ambiente. L’obiettivo assegnato alla comunicazione di bilancio sta diventando, quindi, via via sempre più ambizioso: fornire al lettore (azionista, creditore, lavoratore, banca, comunità di riferimento ecc.) informazioni complete sull’intero processo di creazione di valore economico attuato dall’impresa, sulla sua sostenibilità nel tempo, sui limiti che può incontrare, sulla possibilità di distribuire redditi. Sotto le pressioni di questa complessità, le regole contabili sono state rese sempre più dettagliate e complesse. Emerge, di conseguenza, il rischio di perdere di vista gli obiettivi principali del bilancio: fare comprendere come l’impresa crea e distribuisce ricchezza, come impiega il capitale, come preserva gli equilibri economico-finanziari fondamentali per la sua continuità di esistenza. Altro rischio (opposto per eccesso di semplificazione) è quello di ritenere queste regole superflue perché, in sostanza, la contabilità è sempre uguale a se stessa. In realtà, i cambiamenti sono profondi e richiedono conoscenze e professionalità nuove. Tenendo conto di questa evoluzione, il tentativo condotto è presentare una visione unitaria del bilancio, mediando tra le esigenze di generalizzazione (al fine di non perdere di vista i fenomeni economici sottostanti al divenire d’impresa) e quelle di dettaglio contenute sia nella legislazione italiana che nei principi contabili nazionali e internazionali. L’approccio seguito è stato, in ogni Capitolo, di descrivere il fenomeno oggetto di rappresentazione e il suo trattamento nell’impostazione del legislatore e dei principi contabili nazionali, confrontandolo con quello, talvolta molto diverso, previsto nei principi contabili internazionali. Questo al fine di mettere in rilievo gli effetti dei diversi corpus di principi sull’interpretazione dei valori di bilancio e sulle modalità con cui sono ottenuti.
Principi contabili e bilancio di esercizio
Claudio Teodori
2023-01-01
Abstract
Estratto dall'Introduzione Nonostante i secoli di storia, il bilancio d’esercizio è ancora oggi il documento fondamentale con il quale le imprese comunicano ai soci e agli stakeholder come hanno operato (e si propongono di operare in futuro) e quali sono i risultati raggiunti. Il bilancio fornisce a tali soggetti e al management le informazioni necessarie per valutare il raggiungimento delle condizioni imprescindibili di equilibrio dell’assetto economico-finanziario d’impresa: la redditività, la solidità patrimoniale, la liquidità e la solvibilità. Mediante questo fondamentale documento l’impresa costruisce la propria reputazione, che tanta importanza assume nella costruzione dei legami di fiducia con i soggetti ai quali essa si rivolge per ottenere le risorse umane, tecniche e finanziarie di cui necessita. Per la sua rilevanza, il bilancio è disciplinato dalla normativa, nazionale ed europea, e dai principi contabili emanati da organismi, nazionali e internazionali. Detti principi colmano i vuoti normativi, stabiliscono regole di comportamento da seguire nei casi più controversi e forniscono indicazioni operative sempre più stringenti per i redattori di bilancio. La normativa sul bilancio e i principi contabili devono fronteggiare vari fattori di complessità: 1. la necessità di dare rappresentazione in senso ampio all’attività economica svolta dall’impresa, in termini di risultati economici periodici e di accrescimento del valore del patrimonio; 2. l’emergere di contratti sempre più sofisticati attraverso i quali si svolge l’attività economica, che tuttavia devono trovare rappresentazione in termini di valori; 3. il crescente grado d’internazionalizzazione dei sistemi economici, che porta le imprese a operare in contesti giuridici caratterizzati da legislazioni e regole contabili molto diverse; 4. la rilevanza dell’impresa nel contesto sociale, con la conseguenza che la collettività chiede di conoscere, con sempre maggiore trasparenza, l’impatto che le sue attività e le sue scelte determinano anche sulla società e l’ambiente. L’obiettivo assegnato alla comunicazione di bilancio sta diventando, quindi, via via sempre più ambizioso: fornire al lettore (azionista, creditore, lavoratore, banca, comunità di riferimento ecc.) informazioni complete sull’intero processo di creazione di valore economico attuato dall’impresa, sulla sua sostenibilità nel tempo, sui limiti che può incontrare, sulla possibilità di distribuire redditi. Sotto le pressioni di questa complessità, le regole contabili sono state rese sempre più dettagliate e complesse. Emerge, di conseguenza, il rischio di perdere di vista gli obiettivi principali del bilancio: fare comprendere come l’impresa crea e distribuisce ricchezza, come impiega il capitale, come preserva gli equilibri economico-finanziari fondamentali per la sua continuità di esistenza. Altro rischio (opposto per eccesso di semplificazione) è quello di ritenere queste regole superflue perché, in sostanza, la contabilità è sempre uguale a se stessa. In realtà, i cambiamenti sono profondi e richiedono conoscenze e professionalità nuove. Tenendo conto di questa evoluzione, il tentativo condotto è presentare una visione unitaria del bilancio, mediando tra le esigenze di generalizzazione (al fine di non perdere di vista i fenomeni economici sottostanti al divenire d’impresa) e quelle di dettaglio contenute sia nella legislazione italiana che nei principi contabili nazionali e internazionali. L’approccio seguito è stato, in ogni Capitolo, di descrivere il fenomeno oggetto di rappresentazione e il suo trattamento nell’impostazione del legislatore e dei principi contabili nazionali, confrontandolo con quello, talvolta molto diverso, previsto nei principi contabili internazionali. Questo al fine di mettere in rilievo gli effetti dei diversi corpus di principi sull’interpretazione dei valori di bilancio e sulle modalità con cui sono ottenuti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.