La città di Brescia – e il suo centro storico in particolare – fu pesantemente devastata dai bombardamenti alleati durante la Seconda guerra mondiale, tanto che nel marzo 1946 fu inclusa nel sesto elenco dei comuni che dovevano adottare il Piano di ricostruzione. Lo studio – affidato all’Ufficio Tecnico Municipale – riguardò le aree centrali comprese nella cinta del torrente Garza, le mura venete e il limite meridionale della cintura ferroviaria, aggregando due zone extraurbane. Esso era connesso al Piano regolatore vigente del 1929 (Piano Piacentini) e al Piano regolatore di massima edilizio e di ampliamento avviato dal Comune di Brescia nel 1941, ma rimasto sospeso per gli eventi bellici. Il Piano di ricostruzione – che aveva l’obiettivo «di trarre partito dalle distruzioni e dai sinistramenti per ottenere, per quanto possibile, un miglioramento viario, igienico, estetico dell’abitato e la valorizzazione degli edifici monumentali e del culto» – fu però approvato solo nel novembre 1949, quando buona parte dei cantieri di ricostruzione erano già stati avviati o ultimati. La rinascita postbellica di Brescia avvenne quindi senza un progetto organico, fatto che decretò in alcuni casi la scomparsa di rilevanti porzioni di tessuto storico sacrificato alla speculazione edilizia o alle esigenze viabilistiche, resa possibile anche dall’opportunità di approfittare delle vaste rovine lasciate dai bombardamenti per mettere finalmente in pratica le ampie demolizioni del piano vigente, rimaste in sospeso fino a quel momento. L’impegno di mediazione che la Soprintendenza cercò di esercitate a tutela dell’identità della città storica attraverso la verifica dell’iter progettuale del piano non riuscì ad essere incisivo, e rimase sostanzialmente circoscritto al diretto controllo dei principali cantieri di ricostruzione monumentale. Sullo sfondo del dibattito nazionale, il contributo ha l’obiettivo di approfondire le vicende urbanistiche relative alla complessa fase di ricostruzione della città di Brescia, con particolare attenzione al delicato rapporto fra istanze avanzate dall’Amministrazione locale e quelle difese dalla Soprintendenza milanese rispetto al destino del tessuto urbano storico della città lombarda. Brescia was so devastated by the bombing of the Second World War that it was included in the list of municipalities required to adopt the reconstruction plan. It wasn’t approved until 1950, when much of the reconstruction work had already begun. The article examines the events of the city’s reconstruction, paying particular attention to the relationship between the demands of the local administration and those of the Superintendency, with regard to the fate of the historic urban fabric.

“Trarre partito dalle distruzioni e dai sinistramenti”. Il piano di ricostruzione del centro storico di Brescia (1945-1954)

COCCOLI, Carlotta
2023-01-01

Abstract

La città di Brescia – e il suo centro storico in particolare – fu pesantemente devastata dai bombardamenti alleati durante la Seconda guerra mondiale, tanto che nel marzo 1946 fu inclusa nel sesto elenco dei comuni che dovevano adottare il Piano di ricostruzione. Lo studio – affidato all’Ufficio Tecnico Municipale – riguardò le aree centrali comprese nella cinta del torrente Garza, le mura venete e il limite meridionale della cintura ferroviaria, aggregando due zone extraurbane. Esso era connesso al Piano regolatore vigente del 1929 (Piano Piacentini) e al Piano regolatore di massima edilizio e di ampliamento avviato dal Comune di Brescia nel 1941, ma rimasto sospeso per gli eventi bellici. Il Piano di ricostruzione – che aveva l’obiettivo «di trarre partito dalle distruzioni e dai sinistramenti per ottenere, per quanto possibile, un miglioramento viario, igienico, estetico dell’abitato e la valorizzazione degli edifici monumentali e del culto» – fu però approvato solo nel novembre 1949, quando buona parte dei cantieri di ricostruzione erano già stati avviati o ultimati. La rinascita postbellica di Brescia avvenne quindi senza un progetto organico, fatto che decretò in alcuni casi la scomparsa di rilevanti porzioni di tessuto storico sacrificato alla speculazione edilizia o alle esigenze viabilistiche, resa possibile anche dall’opportunità di approfittare delle vaste rovine lasciate dai bombardamenti per mettere finalmente in pratica le ampie demolizioni del piano vigente, rimaste in sospeso fino a quel momento. L’impegno di mediazione che la Soprintendenza cercò di esercitate a tutela dell’identità della città storica attraverso la verifica dell’iter progettuale del piano non riuscì ad essere incisivo, e rimase sostanzialmente circoscritto al diretto controllo dei principali cantieri di ricostruzione monumentale. Sullo sfondo del dibattito nazionale, il contributo ha l’obiettivo di approfondire le vicende urbanistiche relative alla complessa fase di ricostruzione della città di Brescia, con particolare attenzione al delicato rapporto fra istanze avanzate dall’Amministrazione locale e quelle difese dalla Soprintendenza milanese rispetto al destino del tessuto urbano storico della città lombarda. Brescia was so devastated by the bombing of the Second World War that it was included in the list of municipalities required to adopt the reconstruction plan. It wasn’t approved until 1950, when much of the reconstruction work had already begun. The article examines the events of the city’s reconstruction, paying particular attention to the relationship between the demands of the local administration and those of the Superintendency, with regard to the fate of the historic urban fabric.
2023
978-88-6887-176-5
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