La storia del progetto del Faro è per certi versi contraddittoria. Nei primi progetti una costruzione simile non è indicata eppure è già presente nell’immaginario collettivo grazie alle rappresentazioni di Migliara del 1829, di Giuseppe Gandaglia e anche grazie alle descrizioni contenute nel poema Il Campo Santo di Brescia di Cesare Arici. Sicuramente, quindi, un’idea di Faro doveva circolare ed essere già nella mente dell’architetto, ma egli annota per la prima volta nei suoi diari nel novembre 1846. Su un basamento circolare alto 1,10 metri si sviluppa un portico ritmato da 24 colonne doriche che sostengono un architrave su cui si appoggia una copertura a falda, realizzata con embrici in pietra. Il corpo cilindrico interno si sviluppa su due livelli, al piano terra racchiude la cella interna rischiarata da quattro lunette mentre al primo piano si apre in un corridoio circolare illuminato da 12 lunette da cui si accede alla scala a chiocciola ricavata all’interno della colonna. Anche il tamburo presenta una copertura anulare a falda che lo raccorda con il plinto sovrastante. Su esso poggia la colonna dorica, scanalata e dotata di base e capitello che è qui riproposto come terrazzo a pianta quadrata. Completa la composizione la lanterna voltata a cupola retta da 6 colonnine in pietra con capitelli compositi, alternate con 6 esili pilastrini in metallo aggiunti successivamente.
3.5. Il Faro come landmark del Vantiniano
Ivana Passamani
2023-01-01
Abstract
La storia del progetto del Faro è per certi versi contraddittoria. Nei primi progetti una costruzione simile non è indicata eppure è già presente nell’immaginario collettivo grazie alle rappresentazioni di Migliara del 1829, di Giuseppe Gandaglia e anche grazie alle descrizioni contenute nel poema Il Campo Santo di Brescia di Cesare Arici. Sicuramente, quindi, un’idea di Faro doveva circolare ed essere già nella mente dell’architetto, ma egli annota per la prima volta nei suoi diari nel novembre 1846. Su un basamento circolare alto 1,10 metri si sviluppa un portico ritmato da 24 colonne doriche che sostengono un architrave su cui si appoggia una copertura a falda, realizzata con embrici in pietra. Il corpo cilindrico interno si sviluppa su due livelli, al piano terra racchiude la cella interna rischiarata da quattro lunette mentre al primo piano si apre in un corridoio circolare illuminato da 12 lunette da cui si accede alla scala a chiocciola ricavata all’interno della colonna. Anche il tamburo presenta una copertura anulare a falda che lo raccorda con il plinto sovrastante. Su esso poggia la colonna dorica, scanalata e dotata di base e capitello che è qui riproposto come terrazzo a pianta quadrata. Completa la composizione la lanterna voltata a cupola retta da 6 colonnine in pietra con capitelli compositi, alternate con 6 esili pilastrini in metallo aggiunti successivamente.File | Dimensione | Formato | |
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