L’idea di questo articolo parte da un dato. L’inserimento lavorativo delle donne con disabilità incontra molte più difficoltà rispetto a quello degli uomini con disabilità. Le donne si trovano a vivere, oltre ai problemi specifici, anche i problemi che ostacolano o rendono più difficile l’accesso al lavoro delle donne in generale. Il genere e la disabilità, quindi, entrano in contatto e generano violazioni i cui effetti non sono la somma dei due fattori ma un potenziamento delle conseguenze negative. La normativa italiana in tema di accesso al lavoro delle persone con disabilità, nonostante questa situazione sia evidente, non ha mai prestato attenzione alla prospettiva di genere. Il primo punto di questo lavoro sarà, quindi, ricostruire, anche se in maniera molto rapida, gli aspetti principali delle leggi attuali, sottolineando i limiti e le possibilità di miglioramento in un’ottica di prospettiva di genere ed intersezionale. Riferendomi alle norme di legge ho scelto di utilizzare il termine inserimento. Un aiuto verso l’inclusione, in teoria, potrebbe arrivare dalla contrattazione collettiva, attore importante per la promozione di diritti specifici. L’esame dei contratti collettivi, che costituirà la seconda parte del lavoro, offre un ottimo osservatorio per comprendere la portata della sensibilizzazione che hanno le parti sociali sul tema. L’ultima parte riguarda una tematica alla quale è difficile sfuggire in questo periodo: il lavoro a distanza. Mezzo di inclusione o di discriminazione ulteriore per le donne con disabilità?

Disabilità, lavoro, prospettive di genere

Cristina Pesci;Mariella Popolla;
In corso di stampa

Abstract

L’idea di questo articolo parte da un dato. L’inserimento lavorativo delle donne con disabilità incontra molte più difficoltà rispetto a quello degli uomini con disabilità. Le donne si trovano a vivere, oltre ai problemi specifici, anche i problemi che ostacolano o rendono più difficile l’accesso al lavoro delle donne in generale. Il genere e la disabilità, quindi, entrano in contatto e generano violazioni i cui effetti non sono la somma dei due fattori ma un potenziamento delle conseguenze negative. La normativa italiana in tema di accesso al lavoro delle persone con disabilità, nonostante questa situazione sia evidente, non ha mai prestato attenzione alla prospettiva di genere. Il primo punto di questo lavoro sarà, quindi, ricostruire, anche se in maniera molto rapida, gli aspetti principali delle leggi attuali, sottolineando i limiti e le possibilità di miglioramento in un’ottica di prospettiva di genere ed intersezionale. Riferendomi alle norme di legge ho scelto di utilizzare il termine inserimento. Un aiuto verso l’inclusione, in teoria, potrebbe arrivare dalla contrattazione collettiva, attore importante per la promozione di diritti specifici. L’esame dei contratti collettivi, che costituirà la seconda parte del lavoro, offre un ottimo osservatorio per comprendere la portata della sensibilizzazione che hanno le parti sociali sul tema. L’ultima parte riguarda una tematica alla quale è difficile sfuggire in questo periodo: il lavoro a distanza. Mezzo di inclusione o di discriminazione ulteriore per le donne con disabilità?
In corso di stampa
978-88-3618-196-4
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11379/570388
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