Il termine transitorio indica la fase di passaggio da un sistema ad un altro, in fisica è il fenomeno di passaggio che si verifica tra due stati di equilibrio. Partendo dal significato scientifico di “transitorio” che definisce un sistema dinamico in itinere, si propone una riflessione sullo spazio domestico contemporaneo in relazione al repentino cambiamento di abitudini e di stili di vita a cui, persone con progetti di vita incerti, sono sottoposte. Attuale instabilità del contesto geo-politico globale, infatti, implica un mutamento dei bisogni, delle aspirazioni di un sempre più crescente numero di persone e genera, sempre più spesso, disuguaglianze oramai evidenti. In questo ambito d’intervento il “diritto alla casa” si intreccia al “diritto alla mobilità”, dal quale deriva l’improcrastinabile necessità, per l’architettura, di individuare soluzioni abitative di natura permanente per modi di vita transitori. Soprattutto in relazione alle politiche di welfare, il progetto di uno spazio domestico ad utilizzo transitorio richiede, a nostro avviso, un processo di esplorazione diretta degli attuali fenomeni abitativi di persone migranti. Quest’ultimi, oramai da tempo, non rappresentano una situazione emergenziale bensì sono eventi strutturali e duraturi nel tempo. Presso l’Università degli Studi di Brescia, Dipartimento DICATAM, sono in atto azioni didattiche e di ricerca per la progettazione di architetture permanenti per modi d’uso transitori. Al concetto di “casa transitoria”, a nostro avviso, non appartiene una definizione univoca né da un punto di vista tipologico né tantomeno tecnologico. Uno spazio domestico ad uso transitorio non può essere assimilato a un manufatto edilizio adibito ad abitazione temporanea o a un edificio provvisorio costruito secondo logiche emergenziali. Lo scritto vuole proporre una lettura critica di alcuni casi studio di sistemi residenziali utilizzati per ospitare migranti e rifugiati in Europa. Il fine è quello di individuare un sistema per la classificazione dello stato dell’arte atto a determinare permanenze e variazioni tipologiche e/o costruttive, politiche/ pianificatorie e procedurali.
Abitare la transizione. Riflessioni sullo spazio domestico per persone migranti
Barbara Angi
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;Irene Peron
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2022-01-01
Abstract
Il termine transitorio indica la fase di passaggio da un sistema ad un altro, in fisica è il fenomeno di passaggio che si verifica tra due stati di equilibrio. Partendo dal significato scientifico di “transitorio” che definisce un sistema dinamico in itinere, si propone una riflessione sullo spazio domestico contemporaneo in relazione al repentino cambiamento di abitudini e di stili di vita a cui, persone con progetti di vita incerti, sono sottoposte. Attuale instabilità del contesto geo-politico globale, infatti, implica un mutamento dei bisogni, delle aspirazioni di un sempre più crescente numero di persone e genera, sempre più spesso, disuguaglianze oramai evidenti. In questo ambito d’intervento il “diritto alla casa” si intreccia al “diritto alla mobilità”, dal quale deriva l’improcrastinabile necessità, per l’architettura, di individuare soluzioni abitative di natura permanente per modi di vita transitori. Soprattutto in relazione alle politiche di welfare, il progetto di uno spazio domestico ad utilizzo transitorio richiede, a nostro avviso, un processo di esplorazione diretta degli attuali fenomeni abitativi di persone migranti. Quest’ultimi, oramai da tempo, non rappresentano una situazione emergenziale bensì sono eventi strutturali e duraturi nel tempo. Presso l’Università degli Studi di Brescia, Dipartimento DICATAM, sono in atto azioni didattiche e di ricerca per la progettazione di architetture permanenti per modi d’uso transitori. Al concetto di “casa transitoria”, a nostro avviso, non appartiene una definizione univoca né da un punto di vista tipologico né tantomeno tecnologico. Uno spazio domestico ad uso transitorio non può essere assimilato a un manufatto edilizio adibito ad abitazione temporanea o a un edificio provvisorio costruito secondo logiche emergenziali. Lo scritto vuole proporre una lettura critica di alcuni casi studio di sistemi residenziali utilizzati per ospitare migranti e rifugiati in Europa. Il fine è quello di individuare un sistema per la classificazione dello stato dell’arte atto a determinare permanenze e variazioni tipologiche e/o costruttive, politiche/ pianificatorie e procedurali.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.