La strategia formativa del biennio di Architettura della Costruzione poggia su un assunto di fondo: l’architettura (cultura e prassi) deve perseguire una sintesi tra l’approfondirsi in se stessa e la realizzazione di un compito e uno scopo pubblici: un’antinomia imprescindibile, intellettualmente e tecnicamente, che rende l’architettura essenzialmente difficile (secondo un’efficace locuzione di Nicola Emery). Praticare la didattica dell’architettura entro questo antitetico binomio non significa assolutamente adeguare-ridurre la formazione a standard professionali correnti, ecc.: è perseguire l’autonomia di una cultura progettuale (ideazione e costruzione) fortemente connessa alla materialità del problema-progetto (bisogni-vincoli-risorse), è orientare la trasmissione di saperi e competenze secondo un modo di intendere la forma in architettura.
«Giornale Iuav» n. 57, Architettura della costruzione
ANGI, Barbara;
2008-01-01
Abstract
La strategia formativa del biennio di Architettura della Costruzione poggia su un assunto di fondo: l’architettura (cultura e prassi) deve perseguire una sintesi tra l’approfondirsi in se stessa e la realizzazione di un compito e uno scopo pubblici: un’antinomia imprescindibile, intellettualmente e tecnicamente, che rende l’architettura essenzialmente difficile (secondo un’efficace locuzione di Nicola Emery). Praticare la didattica dell’architettura entro questo antitetico binomio non significa assolutamente adeguare-ridurre la formazione a standard professionali correnti, ecc.: è perseguire l’autonomia di una cultura progettuale (ideazione e costruzione) fortemente connessa alla materialità del problema-progetto (bisogni-vincoli-risorse), è orientare la trasmissione di saperi e competenze secondo un modo di intendere la forma in architettura.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.