La relazione intende offrire i primi esiti di un’indagine, che si vuole proporre quale ‘esperimento’ d’analisi storico-giuridica, condotto in un selezionato laboratorio di fonti giurisprudenziali; un esperimento che è in larga parte un’operazione empirica, il cui oggetto è la ‘sentenza’, come testo (nonché genere testuale) e come forma di discorso giuridico. Oggetto d’osservazione sono le pronunce della Corte di cassazione penale emesse fra gli anni ’90 dell’Ottocento e gli anni ’30 del Novecento, ovvero fra la vigenza del codice penale Zanardelli e il primo decennio del codice Rocco, in materia di reati “contro il buon costume e l’ordine delle famiglie” (oltre infanticidio e procurato aborto, collocati nei “delitti contro la persona”), reati poi ripartiti nel codice del ’30, secondo una differente scelta sistematica, fra i “delitti contro la moralità pubblica e il buon costume”, i “delitti contro la famiglia” e i “delitti contro la integrità e la sanità di stirpe”. La configurazione e la sanzione normativa per tali fattispecie delittuose rispondono a una precisa visione della società, del suo ordine interno e dei rapporti in esso rilevanti (essenzialmente fra individuo – famiglia – comunità – Stato), da parte del Legislatore; al contempo, l’applicazione delle norme penali che qui rilevano svela quanto e come – proprio attraverso il discorso giuridico sviluppato nelle sentenze – tale visione trovi affermazione concreta anche attraverso l’operato dei giudici. Dunque, nell’ambito dell’ampio novero di sentenze identificato mediante le principali riviste giuridiche dell’arco d’anni considerato, attraverso l’esame del testo delle decisioni, principalmente da un profilo delle argomentazioni sfruttate dal giudicante per pervenire al dispositivo, si è cercato di individuare e porre in luce, dall’interno del discorso giuridico, quei “dati” pre- e meta-giuridici che si riconnettono al contesto socio-culturale in cui il giudice si trova ad operare, applicando le norme e, al contempo, il codice morale e valoriale sotteso alle norme medesime, calato in quel determinato contesto.

‘Venere forense’: corpo, libertà e morale nel discorso dei giuristi fra Otto e Novecento

Fusar Poli, Elisabetta
2021-01-01

Abstract

La relazione intende offrire i primi esiti di un’indagine, che si vuole proporre quale ‘esperimento’ d’analisi storico-giuridica, condotto in un selezionato laboratorio di fonti giurisprudenziali; un esperimento che è in larga parte un’operazione empirica, il cui oggetto è la ‘sentenza’, come testo (nonché genere testuale) e come forma di discorso giuridico. Oggetto d’osservazione sono le pronunce della Corte di cassazione penale emesse fra gli anni ’90 dell’Ottocento e gli anni ’30 del Novecento, ovvero fra la vigenza del codice penale Zanardelli e il primo decennio del codice Rocco, in materia di reati “contro il buon costume e l’ordine delle famiglie” (oltre infanticidio e procurato aborto, collocati nei “delitti contro la persona”), reati poi ripartiti nel codice del ’30, secondo una differente scelta sistematica, fra i “delitti contro la moralità pubblica e il buon costume”, i “delitti contro la famiglia” e i “delitti contro la integrità e la sanità di stirpe”. La configurazione e la sanzione normativa per tali fattispecie delittuose rispondono a una precisa visione della società, del suo ordine interno e dei rapporti in esso rilevanti (essenzialmente fra individuo – famiglia – comunità – Stato), da parte del Legislatore; al contempo, l’applicazione delle norme penali che qui rilevano svela quanto e come – proprio attraverso il discorso giuridico sviluppato nelle sentenze – tale visione trovi affermazione concreta anche attraverso l’operato dei giudici. Dunque, nell’ambito dell’ampio novero di sentenze identificato mediante le principali riviste giuridiche dell’arco d’anni considerato, attraverso l’esame del testo delle decisioni, principalmente da un profilo delle argomentazioni sfruttate dal giudicante per pervenire al dispositivo, si è cercato di individuare e porre in luce, dall’interno del discorso giuridico, quei “dati” pre- e meta-giuridici che si riconnettono al contesto socio-culturale in cui il giudice si trova ad operare, applicando le norme e, al contempo, il codice morale e valoriale sotteso alle norme medesime, calato in quel determinato contesto.
2021
9788892142428
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