La città contemporanea è attraversata da flussi migratori strutturali, in continua evoluzione in termini di persone e di bisogni. Ciò rilancia una ricerca di spazi di “accoglienza” all’interno di politiche pubbliche di welfare: questione piuttosto complessa con cui si devono affrontare la definizione di una localizzazione, di un sistema di gestione e del tipo di struttura per accogliere persone per un periodo di tempo limitato durante il quale possano raggiungere una propria autonomia. Molti degli edifici per l’accoglienza costituiscono oggi una costellazione di 'terrain vague', in cui si sono generate condizioni di marginalità, ma anche microcosmi di comunità con una propria storia, che impongono con urgenza una riflessione su come questi servizi possano essere progettati, partendo da bisogni per i quali il fattore “tempo” gioca un ruolo fondamentale, sotto diversi punti di vista. Lo scenario brevemente enunciato è ben rappresentato dal complesso per alloggi temporanei di via Corridoni a Brescia. Il piccolo complesso è oggetto di una convenzione tra Università di Brescia, Amministrazione e soggetto gestore, per studiare ipotesi di assetti edilizi e dello spazio urbano con cui offrire soluzioni adattabili e versatili ai cambiamenti nella domanda espressa da queste persone. Le prime riflessioni su questo tema progettuale, in particolare attorno alle implicazioni degli usi temporanei degli edifici e delle dinamiche della domanda, hanno stimolato alcune considerazioni sulla necessità di una ridefinizione dello spazio domestico contemporaneo e della norma edilizia.
Homes from home: prototypes for «humans» stepping stones. Architettura per l’ospitalità a Brescia.
Barbara Angi;Barbara Badiani;Alberto Soci;Victor Luis Jimenez Campos
2021-01-01
Abstract
La città contemporanea è attraversata da flussi migratori strutturali, in continua evoluzione in termini di persone e di bisogni. Ciò rilancia una ricerca di spazi di “accoglienza” all’interno di politiche pubbliche di welfare: questione piuttosto complessa con cui si devono affrontare la definizione di una localizzazione, di un sistema di gestione e del tipo di struttura per accogliere persone per un periodo di tempo limitato durante il quale possano raggiungere una propria autonomia. Molti degli edifici per l’accoglienza costituiscono oggi una costellazione di 'terrain vague', in cui si sono generate condizioni di marginalità, ma anche microcosmi di comunità con una propria storia, che impongono con urgenza una riflessione su come questi servizi possano essere progettati, partendo da bisogni per i quali il fattore “tempo” gioca un ruolo fondamentale, sotto diversi punti di vista. Lo scenario brevemente enunciato è ben rappresentato dal complesso per alloggi temporanei di via Corridoni a Brescia. Il piccolo complesso è oggetto di una convenzione tra Università di Brescia, Amministrazione e soggetto gestore, per studiare ipotesi di assetti edilizi e dello spazio urbano con cui offrire soluzioni adattabili e versatili ai cambiamenti nella domanda espressa da queste persone. Le prime riflessioni su questo tema progettuale, in particolare attorno alle implicazioni degli usi temporanei degli edifici e delle dinamiche della domanda, hanno stimolato alcune considerazioni sulla necessità di una ridefinizione dello spazio domestico contemporaneo e della norma edilizia.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.