ll progetto generativo iniziato con il concepimento (e forse da prima) prosegue con la gestazione del feto e poi del bambino e il corpo femminile diventa lo scenario di questo progetto che è intercorporeo con il partner per il concepimento e intracorporeo con il bimbo per la gestazione: il corpo della donna in gravidanza è un corpo che ne contiene un altro; la madre durante la gestazione si trova nella condizione di essere una e duplice, un corpo che ne contiene un altro e che, nello stesso tempo è sé e non sé. La gravidanza si delinea come un processo evolutivo fondamentale nello sviluppo dell’identità femminile: la donna sviluppa una nuova identità dopo il parto. L’assetto psichico assume profonde modificazioni che coinvolgono anche il mondo affettivo relazionale: un bambino reale le cresce nel ventre e uno immaginario prende forma nella sua mente. Durante il periodo della gravidanza possono accentuarsi conflitti, ansie e frustrazioni connesse all’evento, ma è anche un periodo in cui si sviluppano nuove relazioni tra la donna in attesa, il nascituro, il partner e tutto il contesto relazionale. La gravidanza è una esperienza psicosomatica per eccellenza , attraverso una circolarità tra dimensioni fisiche e psichiche: da un evento psichico (il desiderio di un figlio) e il rapporto sessuale (esperienza sia fisica che psichica) prende avvio il processo fisico della gestazione, la quale, a sua volta, promuove processi mentali (in particolare per la madre di rielaborazione delle proprie esperienze passate e di progetti e aspettative future) che, a loro volta, hanno ricadute (somatiche) sull’andamento della gravidanza.Il corpo della donna vive incarnati gli eventi della gestazione. Processi neuropsicobiologici di fallimento del progetto generativo, possono insidiosamente presentarsi in diversi momenti della gestazione: vanno tenuti in considerazione gli aspetti psichici, interiori, simbolici connessi a doppia via con i processi biologici della dimensione psicosomatica della gravidanza.Nei casi di aborto spontaneo e di morte endouterina la donna e il suo corpo costituiscono lo scenario primario del dramma perinatale. La temporalità in cui avviene il doloroso evento,nelle prime fasi della gestazione o successivamente per morte endouterina, così come in seguito per nascita prematura o nel periodo neonatale, assumono per la donna significazioni specifiche, a seconda delle fasi evolutive della gestazione.La corporeità della madre costituisce uno scenario denso di significati simbolici connessi al corpo femminile come “spazio cavo e corpo saturato e alla gravidanza come ‘agire’ tra fusione e separazione”: lo “spazio cavo” del corpo della donna con il concepimento si trasforma in uno spazio saturato, con una nuova vita che cresce e si sviluppa per i nove mesi di gestazione. La madre con il suo utero, diventa contenitore che gradualmente si dilata per assumere la forma e circoscrivere la corporeità del feto che cresce: diventa contenitore fisico e psichico del bimbo, lo protegge in uno spazio fisico e lo contiene in uno spazio mentale.l trauma/dramma della morte endouterina – stillbirth – si colloca nell’ambito della complessità di questi vissuti e assume connotazioni duplici per la donna: il dolore per la morte del bimbo, e la sofferenza di dover partorire un bimbo morto. Nell’assistenza ostetrica esistono protocolli su cui si conviene per l’espletamento del parto, naturale o indotto, ma non c’è concordanza invece sulla gestione emotiva e comportamentale a livello di assistenza psicologica: la donna e la coppia sono spesso lasciati soli. Con la morte del bimbo la donna viene colpita nella sua identità di madre, una madre non sufficientemente buona, un corpo femminile che si trasforma da contenitore di vita a contenitore di morte.La perdita del bambino è connessa anche alla risoluzione di altri processi fisiologici iniziati con la gestazione: il corpo della madre è biologicamente preparato all’allattamento, ma questo non potrà più essere espletato. La corporeità materna e le vicissitudini fantasmatiche connesse ai processi biologici della gravidanza, sarebbero il ”luogo“ da cui partire per una rielaborazione psichica dei processi connessi al concepimento e alla gestazione, dunque per la madre anche del dramma a seguito della interruzione involontaria della gravidanza o della morte . endouterina e della elaborazione del lutto, affinché con il suo corpo possa accogliere una nuova maternità.

Cena Loredana-Morte endouterina: corporeità materna e dramma perinatale

Cena Loredana
Writing – Review & Editing
2018-01-01

Abstract

ll progetto generativo iniziato con il concepimento (e forse da prima) prosegue con la gestazione del feto e poi del bambino e il corpo femminile diventa lo scenario di questo progetto che è intercorporeo con il partner per il concepimento e intracorporeo con il bimbo per la gestazione: il corpo della donna in gravidanza è un corpo che ne contiene un altro; la madre durante la gestazione si trova nella condizione di essere una e duplice, un corpo che ne contiene un altro e che, nello stesso tempo è sé e non sé. La gravidanza si delinea come un processo evolutivo fondamentale nello sviluppo dell’identità femminile: la donna sviluppa una nuova identità dopo il parto. L’assetto psichico assume profonde modificazioni che coinvolgono anche il mondo affettivo relazionale: un bambino reale le cresce nel ventre e uno immaginario prende forma nella sua mente. Durante il periodo della gravidanza possono accentuarsi conflitti, ansie e frustrazioni connesse all’evento, ma è anche un periodo in cui si sviluppano nuove relazioni tra la donna in attesa, il nascituro, il partner e tutto il contesto relazionale. La gravidanza è una esperienza psicosomatica per eccellenza , attraverso una circolarità tra dimensioni fisiche e psichiche: da un evento psichico (il desiderio di un figlio) e il rapporto sessuale (esperienza sia fisica che psichica) prende avvio il processo fisico della gestazione, la quale, a sua volta, promuove processi mentali (in particolare per la madre di rielaborazione delle proprie esperienze passate e di progetti e aspettative future) che, a loro volta, hanno ricadute (somatiche) sull’andamento della gravidanza.Il corpo della donna vive incarnati gli eventi della gestazione. Processi neuropsicobiologici di fallimento del progetto generativo, possono insidiosamente presentarsi in diversi momenti della gestazione: vanno tenuti in considerazione gli aspetti psichici, interiori, simbolici connessi a doppia via con i processi biologici della dimensione psicosomatica della gravidanza.Nei casi di aborto spontaneo e di morte endouterina la donna e il suo corpo costituiscono lo scenario primario del dramma perinatale. La temporalità in cui avviene il doloroso evento,nelle prime fasi della gestazione o successivamente per morte endouterina, così come in seguito per nascita prematura o nel periodo neonatale, assumono per la donna significazioni specifiche, a seconda delle fasi evolutive della gestazione.La corporeità della madre costituisce uno scenario denso di significati simbolici connessi al corpo femminile come “spazio cavo e corpo saturato e alla gravidanza come ‘agire’ tra fusione e separazione”: lo “spazio cavo” del corpo della donna con il concepimento si trasforma in uno spazio saturato, con una nuova vita che cresce e si sviluppa per i nove mesi di gestazione. La madre con il suo utero, diventa contenitore che gradualmente si dilata per assumere la forma e circoscrivere la corporeità del feto che cresce: diventa contenitore fisico e psichico del bimbo, lo protegge in uno spazio fisico e lo contiene in uno spazio mentale.l trauma/dramma della morte endouterina – stillbirth – si colloca nell’ambito della complessità di questi vissuti e assume connotazioni duplici per la donna: il dolore per la morte del bimbo, e la sofferenza di dover partorire un bimbo morto. Nell’assistenza ostetrica esistono protocolli su cui si conviene per l’espletamento del parto, naturale o indotto, ma non c’è concordanza invece sulla gestione emotiva e comportamentale a livello di assistenza psicologica: la donna e la coppia sono spesso lasciati soli. Con la morte del bimbo la donna viene colpita nella sua identità di madre, una madre non sufficientemente buona, un corpo femminile che si trasforma da contenitore di vita a contenitore di morte.La perdita del bambino è connessa anche alla risoluzione di altri processi fisiologici iniziati con la gestazione: il corpo della madre è biologicamente preparato all’allattamento, ma questo non potrà più essere espletato. La corporeità materna e le vicissitudini fantasmatiche connesse ai processi biologici della gravidanza, sarebbero il ”luogo“ da cui partire per una rielaborazione psichica dei processi connessi al concepimento e alla gestazione, dunque per la madre anche del dramma a seguito della interruzione involontaria della gravidanza o della morte . endouterina e della elaborazione del lutto, affinché con il suo corpo possa accogliere una nuova maternità.
2018
978-88-917-6193-4
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
19. Morte endouterina.pdf

accesso aperto

Tipologia: Full Text
Licenza: PUBBLICO - Pubblico con Copyright
Dimensione 170.17 kB
Formato Adobe PDF
170.17 kB Adobe PDF Visualizza/Apri

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11379/541363
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact