Un perinatal death è un evento “innaturale” e drammatico dovuto spesso a complicanze impreviste, che coinvolge non solo i genitori ma i parenti, è intergenerazionale: viene rilevato un impatto emozionale traumatico sui padri, i fratelli superstiti e sulle gravidanze successive. Dopo la morte del bimbo le madri manifestano un più intenso processo di elaborazione del trauma, livelli più elevati di ansia, depressione e segnalano spesso problematicità a parlare dell’evento tragico, anche con il partner. Il trauma perinatale che può seguire la morte di un bambino in utero o in epoca neonatale può colpire anche il padre. A livello di riconoscimento sociale, differenti sono le aspettative nelle madri e nei padri, rispetto al processo di elaborazione della perinatal death: l’aspettativa sociale è che i padri siano emotivamente meno coinvolti e supportino la loro compagna: dopo la morte del bimbo in genere i padri rientrano subito al lavoro, senza parlare del loro dolore; in genere viene chiesto loro come sta la loro compagna e questo favorisce la loro esclusione esclusi dalla perdita e dal dolore, rendendo loro più difficile un riconoscimento dei propri sentimenti ; altre volte la manifestazione di un comportamento meno emozionalmente coinvolto, che può essere una difesa per nascondere il trauma interiore. Gli studi in letteratura concordano che l’elaborazione di una perdita perinatale è un processo lungo e complesso per entrambi i genitori, che può durare anni e un ritorno a processi emozionali più equilibrati richieda in media circa tre anni.Anche i fratelli possono essere coinvolti nelle vicissitudini familiari: se la morte del fratello neonato è avvenuta in seguito di un periodo passato in un reparto UTIN, la lontananza dei genitori per seguire il figlio in ospedale ha lasciato loro un disagio emozionale o vissuti di abbandono. I fratelli superstiti sperimentano così il dolore di due perdite: la perdita del loro fratello previsto e la perdita dei loro genitori così come li conoscevano precedentemente al trauma. Sostenendo i genitori per una perdita perinatale, è importante che il clinico e il professionista richiami la loro attenzione alle possibili reazioni emotive nei loro figli sopravvissuti. Studi in letteratura mettono in evidenza le possibili conseguenze della perinatal loss sulle gravidanze successive come instaurare un legame con un altro bambino nato a seguito della morte perinatale. Tra le più comuni reazioni ed emozioni che i genitori provano durante la gravidanza successiva ad un perinatal loss vengono segnalati alti livelli di stress, ansia, depressione (sia dichiarata dai genitori, sia clinicamente diagnosticata. Conseling intrapartum, e post-partum sono opportunità offerte alle famiglie in ospedali anglosassoni e americani, anche con attenzione ai fratelli sopravvissuti che potrebbero essere vulnerabili alle conseguenze di un lutto irrisolto o non riconosciuto. A questo proposito le esperienze nei servizi italiani si presentano invece alquanto difformi. Il dolore per un perinatal death, che non ha potuto essere elaborato e risolto è un processo lungo che può riemergere quando la coppia ha un nuovo progetto generativo. L’esperienza di morte perinatale potrebbe riacutizzare i vissuti delle famiglie che entrano di nuovo in sala parto con un figlio successivo. In letteratura viene segnalata l’importanza di poter offrire ai genitori un counseling, attraverso almeno tre colloqui: un primo colloquio, subito dopo la morte, durante il quale vengono anche fornite informazioni delle varie prassi, scelte e delle possibili reazioni fisiche ed emotive; uno successivo a distanza di pochi giorni e un terzo colloquio nel periodo tra il terzo ed il sesto mese dalla morte del bimbo. Se il processo di elaborazione è particolarmente difficile e patologico si individuerà un sostegno specialistico psicoterapeutico. Gli elementi che vengono considerati comuni agli interventi includono l’accessibilità a casa, anche attraverso i social network. In letteratura sono diversi gli interventi psicologici proposti, di diverso orientamento teorico, metodologico e per gli strumenti utilizzati. Tra gli interventi terapeutici vengono segnalati quelli individuali e di coppia a orientamento psicodinamico, psicoanalitico, terapia cognitivo comportamentale anche attraverso i social networks; modalità di terapia del dolore attraverso modelli costruttivisti; trattamenti psicoterapeutici prevedono anche l’applicazione dell’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) e psicoterapia sensomotoria. I modelli di cura e assistenza alla perinatal death per la complessità delle problematiche da affrontare dovrebbero prevedere interventi multidisciplinari (tutti gli operatori della perinatalità devono avere una adeguata formazione) e focalizzarsi sulla possibilità di mettere a confronto e in comunicazione linguaggi provenienti da teorie differenti (linee guida medico-ostetrico-infermieristiche e interventi psicologici) per ipotizzare come da queste multidisciplinarietà possano svilupparsi modelli nuovi di cura e assistenza integrata.

Cena Loredana, Lazzaroni Silvia- Prendersi cura della perinatal death: interventi psicosociali

Cena Loredana
Writing – Review & Editing
2018-01-01

Abstract

Un perinatal death è un evento “innaturale” e drammatico dovuto spesso a complicanze impreviste, che coinvolge non solo i genitori ma i parenti, è intergenerazionale: viene rilevato un impatto emozionale traumatico sui padri, i fratelli superstiti e sulle gravidanze successive. Dopo la morte del bimbo le madri manifestano un più intenso processo di elaborazione del trauma, livelli più elevati di ansia, depressione e segnalano spesso problematicità a parlare dell’evento tragico, anche con il partner. Il trauma perinatale che può seguire la morte di un bambino in utero o in epoca neonatale può colpire anche il padre. A livello di riconoscimento sociale, differenti sono le aspettative nelle madri e nei padri, rispetto al processo di elaborazione della perinatal death: l’aspettativa sociale è che i padri siano emotivamente meno coinvolti e supportino la loro compagna: dopo la morte del bimbo in genere i padri rientrano subito al lavoro, senza parlare del loro dolore; in genere viene chiesto loro come sta la loro compagna e questo favorisce la loro esclusione esclusi dalla perdita e dal dolore, rendendo loro più difficile un riconoscimento dei propri sentimenti ; altre volte la manifestazione di un comportamento meno emozionalmente coinvolto, che può essere una difesa per nascondere il trauma interiore. Gli studi in letteratura concordano che l’elaborazione di una perdita perinatale è un processo lungo e complesso per entrambi i genitori, che può durare anni e un ritorno a processi emozionali più equilibrati richieda in media circa tre anni.Anche i fratelli possono essere coinvolti nelle vicissitudini familiari: se la morte del fratello neonato è avvenuta in seguito di un periodo passato in un reparto UTIN, la lontananza dei genitori per seguire il figlio in ospedale ha lasciato loro un disagio emozionale o vissuti di abbandono. I fratelli superstiti sperimentano così il dolore di due perdite: la perdita del loro fratello previsto e la perdita dei loro genitori così come li conoscevano precedentemente al trauma. Sostenendo i genitori per una perdita perinatale, è importante che il clinico e il professionista richiami la loro attenzione alle possibili reazioni emotive nei loro figli sopravvissuti. Studi in letteratura mettono in evidenza le possibili conseguenze della perinatal loss sulle gravidanze successive come instaurare un legame con un altro bambino nato a seguito della morte perinatale. Tra le più comuni reazioni ed emozioni che i genitori provano durante la gravidanza successiva ad un perinatal loss vengono segnalati alti livelli di stress, ansia, depressione (sia dichiarata dai genitori, sia clinicamente diagnosticata. Conseling intrapartum, e post-partum sono opportunità offerte alle famiglie in ospedali anglosassoni e americani, anche con attenzione ai fratelli sopravvissuti che potrebbero essere vulnerabili alle conseguenze di un lutto irrisolto o non riconosciuto. A questo proposito le esperienze nei servizi italiani si presentano invece alquanto difformi. Il dolore per un perinatal death, che non ha potuto essere elaborato e risolto è un processo lungo che può riemergere quando la coppia ha un nuovo progetto generativo. L’esperienza di morte perinatale potrebbe riacutizzare i vissuti delle famiglie che entrano di nuovo in sala parto con un figlio successivo. In letteratura viene segnalata l’importanza di poter offrire ai genitori un counseling, attraverso almeno tre colloqui: un primo colloquio, subito dopo la morte, durante il quale vengono anche fornite informazioni delle varie prassi, scelte e delle possibili reazioni fisiche ed emotive; uno successivo a distanza di pochi giorni e un terzo colloquio nel periodo tra il terzo ed il sesto mese dalla morte del bimbo. Se il processo di elaborazione è particolarmente difficile e patologico si individuerà un sostegno specialistico psicoterapeutico. Gli elementi che vengono considerati comuni agli interventi includono l’accessibilità a casa, anche attraverso i social network. In letteratura sono diversi gli interventi psicologici proposti, di diverso orientamento teorico, metodologico e per gli strumenti utilizzati. Tra gli interventi terapeutici vengono segnalati quelli individuali e di coppia a orientamento psicodinamico, psicoanalitico, terapia cognitivo comportamentale anche attraverso i social networks; modalità di terapia del dolore attraverso modelli costruttivisti; trattamenti psicoterapeutici prevedono anche l’applicazione dell’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) e psicoterapia sensomotoria. I modelli di cura e assistenza alla perinatal death per la complessità delle problematiche da affrontare dovrebbero prevedere interventi multidisciplinari (tutti gli operatori della perinatalità devono avere una adeguata formazione) e focalizzarsi sulla possibilità di mettere a confronto e in comunicazione linguaggi provenienti da teorie differenti (linee guida medico-ostetrico-infermieristiche e interventi psicologici) per ipotizzare come da queste multidisciplinarietà possano svilupparsi modelli nuovi di cura e assistenza integrata.
2018
978-88-917-6193-4
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18. Prendersi cura della perinatal death.pdf

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