Nell’ambito della psicologia per diversi anni si è delineato un dibattito sulla predominanza dei fattori genetici piuttosto che acquisiti, natura/cultura, nel determinare lo sviluppo dell’individuo: il dilemma natura/cultura torna a essere oggi di attualità, alla luce dei recenti contributi derivati dalle neuroscienze in relazione allo sviluppo cerebrale. La questione riguarda le modalità con cui i circuiti cerebrali si formano e l’incidenza con cui natura e cultura, geni ed esperienze, partecipano alla strutturazione del cervello nelle sue connessioni sinaptiche. Le caratteristiche genetiche ereditarie concorrono in un processo di interazione dinamica con l’ambiente allo sviluppo della formazione della mente, a partire dal concepimento. La mente è l’espressione della funzionalità del cervello e viene a costruirsi progressivamente dall’elaborazione delle esperienze operata dal cervello stesso. Alla nascita il bambino possiede un equipaggiamento fisiologico e psicobiologico che deve essere esposto alla cultura umana per poter realizzare pienamente il suo potenziale. Le nostre potenzialità si basano sulle strutture ereditarie del cervello, ma queste sarebbero del tutto insufficienti se su di esse non si sviluppassero le strutture che vengono ad essere costruite dalle esperienze, integrando e modificando i percorsi neurali esistenti e facendo emergere nuove modalità comportamentali. La struttura neurale ereditaria, comune a tutti i mammiferi deve essere integrata con molte altre costruende strutture neurali, soprattutto corticali, derivate dall’elaborazione che l’insieme neurale attiva a seguito delle esperienze interpersonali e ambientali, lungo tutto il percorso della vita, con la massima incidenza di quelle neonatali e dei primi due anni come nel riferimento a “I primi mille giorni di vita”. È in tal modo che si costruisce il cervello, che renderà quella mente unica rispetto ad altre menti. La nostra natura umana ci fornisce una predisposizione allo sviluppo di funzioni complesse come il linguaggio, ma la lingua che apprendiamo dipende dall’ambiente e dalla cultura in cui cresciamo. I dati derivati dall’esperienza vengono elaborati nelle strutture neurali, che si modificano esse stesse a seconda di quella specifica esperienza. Il cervello è un complesso e dinamico sistema in cui i processi istintivi naturali sono difficili da individuare, dato che non sono più espressi direttamente, ma sono filtrati e modificati dall’attività delle reti neurali che si sono costruite per esperienza. La struttura del sistema nervoso centrale viene modellata dalle influenze ambientali e culturali in cui vive il soggetto: la cultura modella la mente. La biologia fornisce una base con delle potenzialità di sviluppo che saranno modulate dalla cultura: la cultura si traduce in diverse modalità di stare insieme, con il linguaggio, le storie, i significati, le tradizioni. La cultura dà senso alle azioni attraverso le intenzioni, all’interno di uno specifico sistema interpretativo condiviso . Il bambino nasce con predisposizioni innate che gli consentono di partecipare ad un ambiente culturale: la personalità che si formerà sarà l’esito di un processo di sviluppo influenzato anche dalle circostanze storiche e culturali. Il comportamento di chi accudisce un bambino ha un ruolo determinante nel favorire o ostacolare adeguate interazioni tra le predisposizioni ereditarie e le nuove reti neurali. Anche nei casi di elevato rischio genetico la manifestazione o meno dei difetti dipende dalla qualità dell’ambiente familiare, sociale, culturale in cui si sviluppa l’organismo.

Cena Loredana, Imbasciati Antonio-Salute mentale neonatale: funzionalità intersoggettiva nella “unità-diadica”

Cena. Loredana
Writing – Review & Editing
2017-01-01

Abstract

Nell’ambito della psicologia per diversi anni si è delineato un dibattito sulla predominanza dei fattori genetici piuttosto che acquisiti, natura/cultura, nel determinare lo sviluppo dell’individuo: il dilemma natura/cultura torna a essere oggi di attualità, alla luce dei recenti contributi derivati dalle neuroscienze in relazione allo sviluppo cerebrale. La questione riguarda le modalità con cui i circuiti cerebrali si formano e l’incidenza con cui natura e cultura, geni ed esperienze, partecipano alla strutturazione del cervello nelle sue connessioni sinaptiche. Le caratteristiche genetiche ereditarie concorrono in un processo di interazione dinamica con l’ambiente allo sviluppo della formazione della mente, a partire dal concepimento. La mente è l’espressione della funzionalità del cervello e viene a costruirsi progressivamente dall’elaborazione delle esperienze operata dal cervello stesso. Alla nascita il bambino possiede un equipaggiamento fisiologico e psicobiologico che deve essere esposto alla cultura umana per poter realizzare pienamente il suo potenziale. Le nostre potenzialità si basano sulle strutture ereditarie del cervello, ma queste sarebbero del tutto insufficienti se su di esse non si sviluppassero le strutture che vengono ad essere costruite dalle esperienze, integrando e modificando i percorsi neurali esistenti e facendo emergere nuove modalità comportamentali. La struttura neurale ereditaria, comune a tutti i mammiferi deve essere integrata con molte altre costruende strutture neurali, soprattutto corticali, derivate dall’elaborazione che l’insieme neurale attiva a seguito delle esperienze interpersonali e ambientali, lungo tutto il percorso della vita, con la massima incidenza di quelle neonatali e dei primi due anni come nel riferimento a “I primi mille giorni di vita”. È in tal modo che si costruisce il cervello, che renderà quella mente unica rispetto ad altre menti. La nostra natura umana ci fornisce una predisposizione allo sviluppo di funzioni complesse come il linguaggio, ma la lingua che apprendiamo dipende dall’ambiente e dalla cultura in cui cresciamo. I dati derivati dall’esperienza vengono elaborati nelle strutture neurali, che si modificano esse stesse a seconda di quella specifica esperienza. Il cervello è un complesso e dinamico sistema in cui i processi istintivi naturali sono difficili da individuare, dato che non sono più espressi direttamente, ma sono filtrati e modificati dall’attività delle reti neurali che si sono costruite per esperienza. La struttura del sistema nervoso centrale viene modellata dalle influenze ambientali e culturali in cui vive il soggetto: la cultura modella la mente. La biologia fornisce una base con delle potenzialità di sviluppo che saranno modulate dalla cultura: la cultura si traduce in diverse modalità di stare insieme, con il linguaggio, le storie, i significati, le tradizioni. La cultura dà senso alle azioni attraverso le intenzioni, all’interno di uno specifico sistema interpretativo condiviso . Il bambino nasce con predisposizioni innate che gli consentono di partecipare ad un ambiente culturale: la personalità che si formerà sarà l’esito di un processo di sviluppo influenzato anche dalle circostanze storiche e culturali. Il comportamento di chi accudisce un bambino ha un ruolo determinante nel favorire o ostacolare adeguate interazioni tra le predisposizioni ereditarie e le nuove reti neurali. Anche nei casi di elevato rischio genetico la manifestazione o meno dei difetti dipende dalla qualità dell’ambiente familiare, sociale, culturale in cui si sviluppa l’organismo.
2017
978-88-917-2894-4
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