Dalla conclusione della Seconda guerra mondiale fino alla caduta del Muro di Berlino nel 1989, l’Italia fece parte dell’Alleanza Atlantica (NATO) diventando una protagonista della Guerra Fredda. Alla fine della Seconda Guerra mondiale, l’introduzione dell’arma atomica portò al paradosso del concetto di MAD (Distruzione Reciproca Assicurata) che rese improbabile il conflitto a causa dell’estremizzazione dei suoi stessi effetti. La Guerra Fredda nacque così da una contrapposizione politico-militare, economica, diplomatica, culturale e ideologica, imperniata sul cosiddetto “equilibrio del terrore”, in un nuovo mondo bipolare, diviso tra le due superpotenze USA e URSS, non più risolvibile attraverso una guerra frontale. Una guerra vissuta in tutti gli ambiti della società: dagli aiuti economici per lo sviluppo all’assistenza militare, alla gara spaziale e alla propaganda, coinvolgendo anche settori culturali come cinema, libri e sport, attraverso l’attività dei servizi segreti e lo spionaggio tecnologico. In tale contesto, la NATO riconosce un’importanza geo-strategica all’area mediterranea e, in particolare, un ruolo di partner privilegiato quale “cerniera del Mediterraneo”. Per impedire un’eventuale invasione sovietica proveniente dalla cosiddetta “soglia di Gorizia”, la NATO costituì i comandi delle Forze Terrestri Alleate del Sud Europa (FTASE) e della 5ˆ Forza Aerea Tattica Alleata (V ATAF) realizzando, di conseguenza, i siti segreti protetti West Star e Back Yard, dai quali in caso di attacco avrebbe diretto le operazioni militari in condizioni di sicurezza. Sebbene non ci sia stato un attacco, i due siti svolsero indubbiamente un’indispensabile funzione deterrente, contribuendo a rafforzare l’immagine della NATO nei confronti delle forze del Patto di Varsavia. La Guerra Fredda non fu solo un confronto politico-militare ma un modo di vivere, un’atmosfera che avvolgeva e condizionava la società in tutte le sue dimensioni. Un quotidiano vissuto e patito in un clima di assoluta diffidenza e paura che ha portato alla nascita della cosiddetta cultura del sospetto. Un modo di concepire e guardare “l’altro” come nemico, colui che viveva al di là della cortina di ferro, dietro il muro. Questa particolare condizione portò alla costruzione di fortificazioni permanenti segrete, delle quali spesso non si conosceva il ruolo e i compiti e sulle quali nacquero e si alimentarono innumerevoli leggende
SUI CONFINI VISIBILI E INVISIBILI DELLE BASI NATO NELL’ITALIA NORD-ORIENTALE
Longo Olivia;
2020-01-01
Abstract
Dalla conclusione della Seconda guerra mondiale fino alla caduta del Muro di Berlino nel 1989, l’Italia fece parte dell’Alleanza Atlantica (NATO) diventando una protagonista della Guerra Fredda. Alla fine della Seconda Guerra mondiale, l’introduzione dell’arma atomica portò al paradosso del concetto di MAD (Distruzione Reciproca Assicurata) che rese improbabile il conflitto a causa dell’estremizzazione dei suoi stessi effetti. La Guerra Fredda nacque così da una contrapposizione politico-militare, economica, diplomatica, culturale e ideologica, imperniata sul cosiddetto “equilibrio del terrore”, in un nuovo mondo bipolare, diviso tra le due superpotenze USA e URSS, non più risolvibile attraverso una guerra frontale. Una guerra vissuta in tutti gli ambiti della società: dagli aiuti economici per lo sviluppo all’assistenza militare, alla gara spaziale e alla propaganda, coinvolgendo anche settori culturali come cinema, libri e sport, attraverso l’attività dei servizi segreti e lo spionaggio tecnologico. In tale contesto, la NATO riconosce un’importanza geo-strategica all’area mediterranea e, in particolare, un ruolo di partner privilegiato quale “cerniera del Mediterraneo”. Per impedire un’eventuale invasione sovietica proveniente dalla cosiddetta “soglia di Gorizia”, la NATO costituì i comandi delle Forze Terrestri Alleate del Sud Europa (FTASE) e della 5ˆ Forza Aerea Tattica Alleata (V ATAF) realizzando, di conseguenza, i siti segreti protetti West Star e Back Yard, dai quali in caso di attacco avrebbe diretto le operazioni militari in condizioni di sicurezza. Sebbene non ci sia stato un attacco, i due siti svolsero indubbiamente un’indispensabile funzione deterrente, contribuendo a rafforzare l’immagine della NATO nei confronti delle forze del Patto di Varsavia. La Guerra Fredda non fu solo un confronto politico-militare ma un modo di vivere, un’atmosfera che avvolgeva e condizionava la società in tutte le sue dimensioni. Un quotidiano vissuto e patito in un clima di assoluta diffidenza e paura che ha portato alla nascita della cosiddetta cultura del sospetto. Un modo di concepire e guardare “l’altro” come nemico, colui che viveva al di là della cortina di ferro, dietro il muro. Questa particolare condizione portò alla costruzione di fortificazioni permanenti segrete, delle quali spesso non si conosceva il ruolo e i compiti e sulle quali nacquero e si alimentarono innumerevoli leggendeI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.