Il recente tentativo, operato dal Legislatore italiano in occasione dell’approvazione della l. 30 dicembre 2018, n. 145 (c.d. ‘Legge di Bilancio 2019’), di introdurre nel nostro Paese una «imposta sui servizi digitali», testimonia chiaramente la preoccupazione – condivisa dall’Italia e dalla maggior parte degliordinamenti europei – di individuare quanto prima una soluzione che sia in grado di far fronte alle indesiderate conseguenze cagionate, sotto il profilo fiscale, dall’avvento dell’economia digitale. Ciò nonostante, similmente a quanto già accaduto con riguardo all’imposta sulle transazioni digitali introdotta dalla legge 27 dicembre 2017, n. 205 (c.d. ‘Legge di Bilancio 2018’), nonché, ancora prima, con riferimento alla c.d. ‘web tax transitoria’ ed all’art. 17 bis, d.p.r. n. 633 del 1972 1, anche la neo-introdotta imposta sui servizi digitali sembra avere mancato il suo obiettivo, non avendo ancora trovato effettiva applicazione neppure a seguito delle più recenti modifiche apportate dalla Legge di Bilancio 2020. Ebbene, l’ultimo (presumibile) fallimento italiano in tema tassazione dell’economia digitale, offre l’occasione di ripercorrere brevemente le iniziative adottate sul tema nel contesto europeo, con particolare attenzione alle recenti conclusioni raggiunte in seno all’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (di seguito ‘OCSE’).
LA TASSAZIONE DELLA DIGITAL ECONOMY: PROGETTO BEPS, INIZIATIVE EUROPEE E PROSPETTIVE NAZIONALI
GIUSEPPE CORASANITI
2020-01-01
Abstract
Il recente tentativo, operato dal Legislatore italiano in occasione dell’approvazione della l. 30 dicembre 2018, n. 145 (c.d. ‘Legge di Bilancio 2019’), di introdurre nel nostro Paese una «imposta sui servizi digitali», testimonia chiaramente la preoccupazione – condivisa dall’Italia e dalla maggior parte degliordinamenti europei – di individuare quanto prima una soluzione che sia in grado di far fronte alle indesiderate conseguenze cagionate, sotto il profilo fiscale, dall’avvento dell’economia digitale. Ciò nonostante, similmente a quanto già accaduto con riguardo all’imposta sulle transazioni digitali introdotta dalla legge 27 dicembre 2017, n. 205 (c.d. ‘Legge di Bilancio 2018’), nonché, ancora prima, con riferimento alla c.d. ‘web tax transitoria’ ed all’art. 17 bis, d.p.r. n. 633 del 1972 1, anche la neo-introdotta imposta sui servizi digitali sembra avere mancato il suo obiettivo, non avendo ancora trovato effettiva applicazione neppure a seguito delle più recenti modifiche apportate dalla Legge di Bilancio 2020. Ebbene, l’ultimo (presumibile) fallimento italiano in tema tassazione dell’economia digitale, offre l’occasione di ripercorrere brevemente le iniziative adottate sul tema nel contesto europeo, con particolare attenzione alle recenti conclusioni raggiunte in seno all’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (di seguito ‘OCSE’).File | Dimensione | Formato | |
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