Il contributo offre una nuova riflessione critica di ampio respiro sulle prevalenti attitudini progettuali e compositive di Luigi Canonica, architetto che, attraverso le cariche pubbliche ricoperte e l’attività privata, condizionò profondamente l’assetto e il volto della Milano neoclassica, spaziando dalla grande alla piccola dimensione di scala e ricercandovi sempre corrispondenze e continuità. Lo studio dell'autrice, in particolare, si concentra sul linguaggio adottato da Canonica nell’architettura residenziale privata, che occupò una parte amplissima della sua attività e che innestò diffusamente nel tessuto antico della città un’edilizia nuova, dal disegno apparentemente poco variato e sostanzialmente trascurato nella letteratura consolidata. Sulla base dei disegni e dei documenti conservati nel fondo Canonica dell’Archivio del Moderno di Mendrisio (CH), in larga parte inediti, e sulla scorta della puntuale ricostruzione delle fasi progettuali dei singoli manufatti contenuta nelle schede critiche che completano la ricerca, è restituito il processo compositivo seguito da Canonica nel disegno e nella modulazione degli alzati degli edifici privati milanesi. Dal palazzo nobiliare, alla residenza agiata, allo stabile d’affitto, sono esplorate le sue attitudini progettuali, che rivelano una discreta ricchezza creativa spesa soprattutto in sorvegliate modulazioni di dettaglio a partire da un principale e ripetuto schema compositivo, con lievi aggetti e prevalenti valori di superficie, concorrenti a definire la moderna facies della Milano ottocentesca.
La Milano di Canonica. "Cette jolie capitale".
GIUSTINA, Irene Italia
2011-01-01
Abstract
Il contributo offre una nuova riflessione critica di ampio respiro sulle prevalenti attitudini progettuali e compositive di Luigi Canonica, architetto che, attraverso le cariche pubbliche ricoperte e l’attività privata, condizionò profondamente l’assetto e il volto della Milano neoclassica, spaziando dalla grande alla piccola dimensione di scala e ricercandovi sempre corrispondenze e continuità. Lo studio dell'autrice, in particolare, si concentra sul linguaggio adottato da Canonica nell’architettura residenziale privata, che occupò una parte amplissima della sua attività e che innestò diffusamente nel tessuto antico della città un’edilizia nuova, dal disegno apparentemente poco variato e sostanzialmente trascurato nella letteratura consolidata. Sulla base dei disegni e dei documenti conservati nel fondo Canonica dell’Archivio del Moderno di Mendrisio (CH), in larga parte inediti, e sulla scorta della puntuale ricostruzione delle fasi progettuali dei singoli manufatti contenuta nelle schede critiche che completano la ricerca, è restituito il processo compositivo seguito da Canonica nel disegno e nella modulazione degli alzati degli edifici privati milanesi. Dal palazzo nobiliare, alla residenza agiata, allo stabile d’affitto, sono esplorate le sue attitudini progettuali, che rivelano una discreta ricchezza creativa spesa soprattutto in sorvegliate modulazioni di dettaglio a partire da un principale e ripetuto schema compositivo, con lievi aggetti e prevalenti valori di superficie, concorrenti a definire la moderna facies della Milano ottocentesca.File | Dimensione | Formato | |
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