Gli spazi urbani sono fluidi e in costante evoluzione. Le facciate degli edifici sono il confine degli spazi urbani, il limite tra spazi urbani vuoti e quelli costruiti. Possiamo quindi affermare che si creano delle relazioni tra le facciate degli edifici (quindi tra i loro materiali e colori) e lo spazio urbano: le loro caratteristiche e significati influenzano in modo significativo la percezione e la qualità della vita degli abitanti. Nei centri storici i colori delle facciate dipendono dalle risorse materiali che un tempo erano disponibili nei dintorni, in modo che le tonalità delle pietre, i mattoni o le tonalità degli intonaci producano quell’impressione percettiva che influenza il genius loci di un insediamento. Nella città contemporanea, invece, gli esperimenti di diverse tecniche di costruzione e l’uso di nuovi materiali di rivestimento, diversificati e spesso estranei ai caratteri locali, generano immagini inaspettate. L’inserimento di impalcature per il restauro di un edificio porta una mutazione, anche se temporanea, del confine dello spazio urbano, mentre le impalcature di nuovi cantieri creano un nuovo confine della città. Viene proposta una riflessione sulle interazioni e sugli effetti percettivi tra spazio urbano e strutture temporanee, troppo spesso considerati inquietanti per la vista, voluminosi, rumorosi. Sono un nuovo confine temporaneo in città. L’obiettivo è ragionare sul loro potenziale e sul contenuto che possono esprimere per contribuire alla qualità urbana.

Mutazioni percettive dello spazio urbano. Colori e volumi come immagini temporanee

Passamani Ivana
2020-01-01

Abstract

Gli spazi urbani sono fluidi e in costante evoluzione. Le facciate degli edifici sono il confine degli spazi urbani, il limite tra spazi urbani vuoti e quelli costruiti. Possiamo quindi affermare che si creano delle relazioni tra le facciate degli edifici (quindi tra i loro materiali e colori) e lo spazio urbano: le loro caratteristiche e significati influenzano in modo significativo la percezione e la qualità della vita degli abitanti. Nei centri storici i colori delle facciate dipendono dalle risorse materiali che un tempo erano disponibili nei dintorni, in modo che le tonalità delle pietre, i mattoni o le tonalità degli intonaci producano quell’impressione percettiva che influenza il genius loci di un insediamento. Nella città contemporanea, invece, gli esperimenti di diverse tecniche di costruzione e l’uso di nuovi materiali di rivestimento, diversificati e spesso estranei ai caratteri locali, generano immagini inaspettate. L’inserimento di impalcature per il restauro di un edificio porta una mutazione, anche se temporanea, del confine dello spazio urbano, mentre le impalcature di nuovi cantieri creano un nuovo confine della città. Viene proposta una riflessione sulle interazioni e sugli effetti percettivi tra spazio urbano e strutture temporanee, troppo spesso considerati inquietanti per la vista, voluminosi, rumorosi. Sono un nuovo confine temporaneo in città. L’obiettivo è ragionare sul loro potenziale e sul contenuto che possono esprimere per contribuire alla qualità urbana.
2020
9788831352468
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