Nel dicembre 2014 è entrata in vigore in Lombardia una legge, la 31/2014, sulla riduzione del consumo di suolo e la riqualificazione del suolo degradato; un tema questo che da tempo necessita di essere affrontato pure a livello nazionale, per perseguire anche in Italia l’obiettivo di azzerare il consumo di suolo, tutelare le aree agricole, e incentivare la rigenerazione urbana. Questa legge, che nei principi sembrerebbe tendere verso un condiviso obiettivo comunitario, contiene molte più ombre che luci. In particolare, se da un lato afferma il principio che si deve salvaguardare un bene prezioso come il suolo libero, dall’altro introduce una moratoria di 30 mesi, durante la quale viene data facoltà ai privati di presentare richiesta di attuazione delle previsioni contenute nei piani, vietando ai Comuni di pianificare, anche in riduzione delle previsioni, il proprio territorio. Attraverso il caso studio del nuovo PGT della città di Brescia, approvato nel 2016, nel quale è stata operata una forte riduzione delle previsioni urbanistiche su aree libere, il paper affronta il tema del divario tra i principi contenuti in questa legge e gli effetti che al contrario rischia di produrre, consolidando le potenzialità di trasformazione del territorio inedificato previste da gran parte della strumentazione urbanistica comunale, ormai riconosciute come incoerenti con le esigenze di sviluppo del territorio lombardo, con le aspettative dei cittadini e con le stesse dinamiche del mercato immobiliare.
Governo del territorio e contenimento del consumo di suolo: alcune riflessioni alla luce della normativa lombarda in materia
Tiboni Michela
2017-01-01
Abstract
Nel dicembre 2014 è entrata in vigore in Lombardia una legge, la 31/2014, sulla riduzione del consumo di suolo e la riqualificazione del suolo degradato; un tema questo che da tempo necessita di essere affrontato pure a livello nazionale, per perseguire anche in Italia l’obiettivo di azzerare il consumo di suolo, tutelare le aree agricole, e incentivare la rigenerazione urbana. Questa legge, che nei principi sembrerebbe tendere verso un condiviso obiettivo comunitario, contiene molte più ombre che luci. In particolare, se da un lato afferma il principio che si deve salvaguardare un bene prezioso come il suolo libero, dall’altro introduce una moratoria di 30 mesi, durante la quale viene data facoltà ai privati di presentare richiesta di attuazione delle previsioni contenute nei piani, vietando ai Comuni di pianificare, anche in riduzione delle previsioni, il proprio territorio. Attraverso il caso studio del nuovo PGT della città di Brescia, approvato nel 2016, nel quale è stata operata una forte riduzione delle previsioni urbanistiche su aree libere, il paper affronta il tema del divario tra i principi contenuti in questa legge e gli effetti che al contrario rischia di produrre, consolidando le potenzialità di trasformazione del territorio inedificato previste da gran parte della strumentazione urbanistica comunale, ormai riconosciute come incoerenti con le esigenze di sviluppo del territorio lombardo, con le aspettative dei cittadini e con le stesse dinamiche del mercato immobiliare.File | Dimensione | Formato | |
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