Negli anni ‘30 e ‘40 del ‘900, l’imprenditore laniero Gaetano Marzotto Jr., in concomitanza con un processo di riorganizzazione dello stabilimento, diede avvio anche a Manerbio a un’importante progetto di costruzioni estendendo il suo modello di “città sociale” nell’insediamento bresciano. Il moderno progetto ridisegnò l’assetto urbanistico e sociale del paese coinvolgendo il vecchio centro storico e il territorio in generale in un nuovo tipo di sviluppo. Adiacenti alla fabbrica il “quartiere assistenziale” con il cinema-teatro, la sede del dopolavoro aziendale con la palestra, la piscina e i campi da bocce e da tennis, il fabbricato dell’asilo, le case operaie, il campo sportivo conservano tutt’oggi buona parte del fascino razionalizzatore e moderno impresso dai loro ideatori. L’ex-stabilimento industriale e l’adiacente “città sociale” occupano un’enorme area, integrata col centro storico, nel versante nord-ovest della città, e sono oggi a rischio di dissipazione: per entrambe non esistono vincoli di tutela. Il valore storico, culturale e paesaggistico della città sociale è stato sostanzialmente trascurato e sottostimato: il profilo della Manerbio novecentesca caratterizzato dalla sua trasformazione industriale – avviata con lo stanziamento del lanificio nel 1907 – è stato infatti ignorato e gli aspetti di interesse storico-culturale e le sue caratteristiche architettonico-urbanistiche, anche a fini turistici, neppure considerati. Pur conservando i lineamenti architettonici e urbanistici, le costruzioni hanno già subito pesanti interventi di trasformazione e larghe parti versano in uno stato di completo abbandono. L’area produttiva, con la cessazione dell’attività industriale nel 2003 e il fallimento dei successivi progetti di trasformazione, è oggi a rischio ruderizzazione, classificata come area di «degrado… con l’aggravante dell’abbandono». La velocità e l’intensità delle trasformazioni in corso mettono sempre più in luce l’importanza di questo patrimonio come testimonianza e fonte visibile delle complesse trasformazioni storiche, sociali, culturali legate al processo di industrializzazione. Se l’area occupata dall’ex lanificio è ampiamente condizionata dagli interessi dei proprietari e di complessa salvaguardia e riuso, quella circostante costituita dalla città sociale potrebbe essere ampiamente “condizionata” dall’amministrazione pubblica con provvedimenti di tutela e prevenzione. Il contributo pluridisciplinare si propone di analizzare il caso di Manerbio offrendo una riflessione sulle più appropriate strategie di gestione delle trasformazioni che partano dalla presa di coscienza dell’inscindibile rapporto fra tessuto urbano preesistente e l’addizione novecentesca e – al suo interno – fra area strettamente produttiva e “città sociale”. Si è convinti che ciò consentirebbe una più efficace analisi delle sue potenzialità e criticità, per giungere all’individuazione di un più appropriato e ponderato programma di riuso, gestione e valorizzazione. In the 1930s and 1940s, wool entrepreneur Gaetano Marzotto Jr., in conjunction with a process of reorganization of his plants, started an important construction project in Manerbio, extending his model of ‘social city’ in this settlement. This modern project redesigned the town’s urban and social structure, involving the old town centre and the entire municipal area in a new type of development. Adjacent to the factory is the ‘welfare district’ that still retains much of the rationalizing and modern charm imprinted on the buildings by their creators. The former industrial plant and the adjacent ‘social city’ occupy an enormous area, integrated with the old town, on the north-west side of the city, and now risk being lost: for both there are no protection rules. The profile of twentieth-century Manerbio, characterized by its industrial transformation, has been substantially neglected and underestimated. Its historical, cultural and landscape value was not even considered. Although the buildings retain their architectural and urban features, they have already undergone heavy transformations and many of them (mainly in the production area) are in a state of complete abandonment. The area occupied by the former wool industry is largely influenced by the interests of private owners and of complex safeguard and reuse. On the other hand, the surrounding area constituted by the ‘social city’ could be largely improved by the public administration with protecting measures. This multidisciplinary essay will analyze the case of Manerbio by offering a reflection on the most appropriate strategies for necessary improvements, beginning with raising awareness of the inseparable relationship between the existing urban fabric and the twentieth-century transformations. We are convinced that this would allow a more effective analysis of its potential and critical issues, to reach the identification of a more appropriate project of reuse, management and enhancement.

La “città sociale” e l’area dell’ex lanificio Marzotto di Manerbio: un patrimonio architettonico e urbano a rischio di dissipazione

COCCOLI, Carlotta
;
2019-01-01

Abstract

Negli anni ‘30 e ‘40 del ‘900, l’imprenditore laniero Gaetano Marzotto Jr., in concomitanza con un processo di riorganizzazione dello stabilimento, diede avvio anche a Manerbio a un’importante progetto di costruzioni estendendo il suo modello di “città sociale” nell’insediamento bresciano. Il moderno progetto ridisegnò l’assetto urbanistico e sociale del paese coinvolgendo il vecchio centro storico e il territorio in generale in un nuovo tipo di sviluppo. Adiacenti alla fabbrica il “quartiere assistenziale” con il cinema-teatro, la sede del dopolavoro aziendale con la palestra, la piscina e i campi da bocce e da tennis, il fabbricato dell’asilo, le case operaie, il campo sportivo conservano tutt’oggi buona parte del fascino razionalizzatore e moderno impresso dai loro ideatori. L’ex-stabilimento industriale e l’adiacente “città sociale” occupano un’enorme area, integrata col centro storico, nel versante nord-ovest della città, e sono oggi a rischio di dissipazione: per entrambe non esistono vincoli di tutela. Il valore storico, culturale e paesaggistico della città sociale è stato sostanzialmente trascurato e sottostimato: il profilo della Manerbio novecentesca caratterizzato dalla sua trasformazione industriale – avviata con lo stanziamento del lanificio nel 1907 – è stato infatti ignorato e gli aspetti di interesse storico-culturale e le sue caratteristiche architettonico-urbanistiche, anche a fini turistici, neppure considerati. Pur conservando i lineamenti architettonici e urbanistici, le costruzioni hanno già subito pesanti interventi di trasformazione e larghe parti versano in uno stato di completo abbandono. L’area produttiva, con la cessazione dell’attività industriale nel 2003 e il fallimento dei successivi progetti di trasformazione, è oggi a rischio ruderizzazione, classificata come area di «degrado… con l’aggravante dell’abbandono». La velocità e l’intensità delle trasformazioni in corso mettono sempre più in luce l’importanza di questo patrimonio come testimonianza e fonte visibile delle complesse trasformazioni storiche, sociali, culturali legate al processo di industrializzazione. Se l’area occupata dall’ex lanificio è ampiamente condizionata dagli interessi dei proprietari e di complessa salvaguardia e riuso, quella circostante costituita dalla città sociale potrebbe essere ampiamente “condizionata” dall’amministrazione pubblica con provvedimenti di tutela e prevenzione. Il contributo pluridisciplinare si propone di analizzare il caso di Manerbio offrendo una riflessione sulle più appropriate strategie di gestione delle trasformazioni che partano dalla presa di coscienza dell’inscindibile rapporto fra tessuto urbano preesistente e l’addizione novecentesca e – al suo interno – fra area strettamente produttiva e “città sociale”. Si è convinti che ciò consentirebbe una più efficace analisi delle sue potenzialità e criticità, per giungere all’individuazione di un più appropriato e ponderato programma di riuso, gestione e valorizzazione. In the 1930s and 1940s, wool entrepreneur Gaetano Marzotto Jr., in conjunction with a process of reorganization of his plants, started an important construction project in Manerbio, extending his model of ‘social city’ in this settlement. This modern project redesigned the town’s urban and social structure, involving the old town centre and the entire municipal area in a new type of development. Adjacent to the factory is the ‘welfare district’ that still retains much of the rationalizing and modern charm imprinted on the buildings by their creators. The former industrial plant and the adjacent ‘social city’ occupy an enormous area, integrated with the old town, on the north-west side of the city, and now risk being lost: for both there are no protection rules. The profile of twentieth-century Manerbio, characterized by its industrial transformation, has been substantially neglected and underestimated. Its historical, cultural and landscape value was not even considered. Although the buildings retain their architectural and urban features, they have already undergone heavy transformations and many of them (mainly in the production area) are in a state of complete abandonment. The area occupied by the former wool industry is largely influenced by the interests of private owners and of complex safeguard and reuse. On the other hand, the surrounding area constituted by the ‘social city’ could be largely improved by the public administration with protecting measures. This multidisciplinary essay will analyze the case of Manerbio by offering a reflection on the most appropriate strategies for necessary improvements, beginning with raising awareness of the inseparable relationship between the existing urban fabric and the twentieth-century transformations. We are convinced that this would allow a more effective analysis of its potential and critical issues, to reach the identification of a more appropriate project of reuse, management and enhancement.
2019
978-88-95409-23-8
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