La crisi dell’impresa costituisce un fenomeno complesso, generato da un sostanziale disallineamento tra lo sviluppo strategico dell’organizzazione e l’evoluzione del suo ambiente di riferimento. Tale interpretazione pone enfasi sul carattere multidimensionale del processo di crisi, che risulta fortemente dipendente sia da condizioni di contesto che da fattori firm specific (economico-finanziari, organizzativi, strategici e di leadership). Sotto il profilo manageriale, la corretta gestione del processo non può pertanto prescindere dalla piena comprensione delle molteplici variabili che, in ciascun caso analizzato, contribuiscono con differente intensità ad alimentare la crisi aziendale. In questo quadro si colloca il presente lavoro, che allo studio della crisi d’impresa intende offrire un contributo sia sotto il profilo metodologico che in termini di verifica/validazione dei principali modelli interpretativi proposti dalla letteratura. In particolare, il lavoro si propone, in primo luogo, di migliorare l’efficacia della valutazione delle determinanti della crisi attraverso la predisposizione di un nuovo strumento diagnostico in grado di accogliere la molteplicità dei fattori che concorrono ad originare le difficoltà aziendali. Lo strumento di valutazione elaborato, definito “Modello Diamante”, è quindi utilizzato allo scopo di giungere alla compiuta identificazione delle cause della crisi sperimentata da tutte le imprese sottoposte alla procedura di amministrazione straordinaria nel periodo 1999-2010. Le valutazioni riferibili alla popolazione indagata, costituita da 86 gruppi imprenditoriali di medio-grandi dimensioni, sono inoltre utilizzate come riferimento utile per verificare la valenza esplicativa dei modelli teorici che descrivono le diverse tipologie di crisi nell’ambito della letteratura sul tema del business failure. Più precisamente, la domanda alla quale il lavoro intende dare risposta è se i fattori che hanno causato la crisi delle grandi imprese italiane risultino coerenti con le “forme tipiche” di fallimento organizzativo descritte dalla letteratura internazionale pur a fronte delle peculiarità dimensionali, strategiche e organizzative di tali imprese. Con riferimento ai principali risultati dello studio, essi sono presentati su due differenti livelli espositivi: quello dei singoli gruppi d’imprese (esemplificato attraverso l’esposizione di un caso rilevante) e quello aggregato. In particolare, il secondo livello espositivo corrisponde all’analisi aggregata. In tal caso, il processo di valutazione, articolato nell’elaborazione dei giudizi parziali, nel confronto analitico e nella formulazione del giudizio integrato di sintesi, è stato condotto con riferimento a tutti i gruppi imprenditoriali appartenenti all’universo indagato. Le valutazioni aggregate, sia parziali che di sintesi, sono espresse in termini di frequenza, punteggio medio e scarto quadratico medio riferibili a tutti i fattori specifici in cui si articolano le 5 macro-variabili che compongono il Modello Diamante. Lo specifico obiettivo dell’analisi aggregata, implementata secondo l’approccio cross-case, consiste nella formulazione di generalizzazioni che consentano di incrementare la capacità di valutazione e previsione della crisi attraverso la precisa identificazione dei fattori, endogeni ed esogeni, che hanno avuto maggiore impatto sulla determinazione della traiettoria di declino e crisi sperimentata dalle grandi imprese italiane oggetto di indagine. L’analisi aggregata ha, inoltre, consentito di evidenziare le diversità di percezione dei gruppi di ricerca in funzione della eterogeneità delle fonti informative, con implicazioni di policy sul governo delle crisi da parte del Ministero competente.
Le cause della crisi dell’impresa
alberto falini
2017-01-01
Abstract
La crisi dell’impresa costituisce un fenomeno complesso, generato da un sostanziale disallineamento tra lo sviluppo strategico dell’organizzazione e l’evoluzione del suo ambiente di riferimento. Tale interpretazione pone enfasi sul carattere multidimensionale del processo di crisi, che risulta fortemente dipendente sia da condizioni di contesto che da fattori firm specific (economico-finanziari, organizzativi, strategici e di leadership). Sotto il profilo manageriale, la corretta gestione del processo non può pertanto prescindere dalla piena comprensione delle molteplici variabili che, in ciascun caso analizzato, contribuiscono con differente intensità ad alimentare la crisi aziendale. In questo quadro si colloca il presente lavoro, che allo studio della crisi d’impresa intende offrire un contributo sia sotto il profilo metodologico che in termini di verifica/validazione dei principali modelli interpretativi proposti dalla letteratura. In particolare, il lavoro si propone, in primo luogo, di migliorare l’efficacia della valutazione delle determinanti della crisi attraverso la predisposizione di un nuovo strumento diagnostico in grado di accogliere la molteplicità dei fattori che concorrono ad originare le difficoltà aziendali. Lo strumento di valutazione elaborato, definito “Modello Diamante”, è quindi utilizzato allo scopo di giungere alla compiuta identificazione delle cause della crisi sperimentata da tutte le imprese sottoposte alla procedura di amministrazione straordinaria nel periodo 1999-2010. Le valutazioni riferibili alla popolazione indagata, costituita da 86 gruppi imprenditoriali di medio-grandi dimensioni, sono inoltre utilizzate come riferimento utile per verificare la valenza esplicativa dei modelli teorici che descrivono le diverse tipologie di crisi nell’ambito della letteratura sul tema del business failure. Più precisamente, la domanda alla quale il lavoro intende dare risposta è se i fattori che hanno causato la crisi delle grandi imprese italiane risultino coerenti con le “forme tipiche” di fallimento organizzativo descritte dalla letteratura internazionale pur a fronte delle peculiarità dimensionali, strategiche e organizzative di tali imprese. Con riferimento ai principali risultati dello studio, essi sono presentati su due differenti livelli espositivi: quello dei singoli gruppi d’imprese (esemplificato attraverso l’esposizione di un caso rilevante) e quello aggregato. In particolare, il secondo livello espositivo corrisponde all’analisi aggregata. In tal caso, il processo di valutazione, articolato nell’elaborazione dei giudizi parziali, nel confronto analitico e nella formulazione del giudizio integrato di sintesi, è stato condotto con riferimento a tutti i gruppi imprenditoriali appartenenti all’universo indagato. Le valutazioni aggregate, sia parziali che di sintesi, sono espresse in termini di frequenza, punteggio medio e scarto quadratico medio riferibili a tutti i fattori specifici in cui si articolano le 5 macro-variabili che compongono il Modello Diamante. Lo specifico obiettivo dell’analisi aggregata, implementata secondo l’approccio cross-case, consiste nella formulazione di generalizzazioni che consentano di incrementare la capacità di valutazione e previsione della crisi attraverso la precisa identificazione dei fattori, endogeni ed esogeni, che hanno avuto maggiore impatto sulla determinazione della traiettoria di declino e crisi sperimentata dalle grandi imprese italiane oggetto di indagine. L’analisi aggregata ha, inoltre, consentito di evidenziare le diversità di percezione dei gruppi di ricerca in funzione della eterogeneità delle fonti informative, con implicazioni di policy sul governo delle crisi da parte del Ministero competente.File | Dimensione | Formato | |
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