Uno strumento didattico imprescindibile, per la divulgazione degli ordini architettonici in Valle Sabbia, venne alla luce nel 1830, frutto del certosino lavoro di Pietro Zani ( manoscritto 95° ) che alacremente ridisegnò, giorno dopo giorno, dal 7 luglio al 28 agosto del 1830 tutte le tavole del trattato di Jacopo Barozzi da Vignola (J. Vignola, Regola delli cinque ordini dell’architettura, riedizione del 1821) corredando ogni singolo disegno di un testo, anch’esso ripreso dal trattato ma spesso arricchito di indicazioni preziose, rivolte ai suoi studenti. Il carattere squisitamente didattico del manoscritto del maestro di Prato (Valsabbia) risulta evidente analizzando alcuni passi che divengono un mezzo privilegiato per formare le giovani leve, dando loro modo di apprendere e di affinare non solo i rudimenti ma un ampio corpus di competenze, abilità e conoscenze idonee a far acquisire un’apprezzabile e pressoché completa cultura architettonica. Attualissimo e di grande valenza formativa fu il modo di presentazione – testo corredato da immagini esplicative, l’uno monco se privo delle seconde – e la strategia didattica che Zani scelse per trasformare in una pratica quotidiana prima lo studio della geometria, indi degli ordini architettonici con una metodologia che oggi chiameremmo learning by doing. Non solo le strategie e le metodologie didattiche venivano implicitamente suggerite; finanche l’indicazione del tempo impiegato personalmente per la stesura - sempre annotato al margine di ogni tavola - ben testimonia la volontà di oggettivare “il carico” didattico da trasferire ai discenti, coadiuvando i docenti nella pianificazione di un percorso formativo che – a conferma della scelta di ispirarsi al Trattato di Vignola - doveva necessariamente privilegiare il saper fare rispetto a sofisticate rielaborazioni teoriche. Un trattato che, se per molti secoli - a partire dal XVI secolo – fu un caposaldo per lo studio dell’architettura classica, diveniva grazie a Pietro Zani, un eccellente strumento didattico, per qualunque apprendente anche non in possesso di robuste preconoscenze. Come Vignola, che nella delineazione della rappresentazione degli ordini architettonici, dà ragione della forma architettonica attraverso brevi e sintetiche spiegazioni tecniche accompagnate da schemi grafici a supporto di quanto tratteggiato a parole, anche Pietro Zani, con l’intento di far comprendere anche a quanti che non avevano familiarità con la geometria descrittiva, intese proporre in primis i problemi di geometria, indi fornire la definizione formale di ogni singola parte degli ordini architettonici.
Il disegno come strumento didattico e la didattica del disegno
M. De Paoli
2018-01-01
Abstract
Uno strumento didattico imprescindibile, per la divulgazione degli ordini architettonici in Valle Sabbia, venne alla luce nel 1830, frutto del certosino lavoro di Pietro Zani ( manoscritto 95° ) che alacremente ridisegnò, giorno dopo giorno, dal 7 luglio al 28 agosto del 1830 tutte le tavole del trattato di Jacopo Barozzi da Vignola (J. Vignola, Regola delli cinque ordini dell’architettura, riedizione del 1821) corredando ogni singolo disegno di un testo, anch’esso ripreso dal trattato ma spesso arricchito di indicazioni preziose, rivolte ai suoi studenti. Il carattere squisitamente didattico del manoscritto del maestro di Prato (Valsabbia) risulta evidente analizzando alcuni passi che divengono un mezzo privilegiato per formare le giovani leve, dando loro modo di apprendere e di affinare non solo i rudimenti ma un ampio corpus di competenze, abilità e conoscenze idonee a far acquisire un’apprezzabile e pressoché completa cultura architettonica. Attualissimo e di grande valenza formativa fu il modo di presentazione – testo corredato da immagini esplicative, l’uno monco se privo delle seconde – e la strategia didattica che Zani scelse per trasformare in una pratica quotidiana prima lo studio della geometria, indi degli ordini architettonici con una metodologia che oggi chiameremmo learning by doing. Non solo le strategie e le metodologie didattiche venivano implicitamente suggerite; finanche l’indicazione del tempo impiegato personalmente per la stesura - sempre annotato al margine di ogni tavola - ben testimonia la volontà di oggettivare “il carico” didattico da trasferire ai discenti, coadiuvando i docenti nella pianificazione di un percorso formativo che – a conferma della scelta di ispirarsi al Trattato di Vignola - doveva necessariamente privilegiare il saper fare rispetto a sofisticate rielaborazioni teoriche. Un trattato che, se per molti secoli - a partire dal XVI secolo – fu un caposaldo per lo studio dell’architettura classica, diveniva grazie a Pietro Zani, un eccellente strumento didattico, per qualunque apprendente anche non in possesso di robuste preconoscenze. Come Vignola, che nella delineazione della rappresentazione degli ordini architettonici, dà ragione della forma architettonica attraverso brevi e sintetiche spiegazioni tecniche accompagnate da schemi grafici a supporto di quanto tratteggiato a parole, anche Pietro Zani, con l’intento di far comprendere anche a quanti che non avevano familiarità con la geometria descrittiva, intese proporre in primis i problemi di geometria, indi fornire la definizione formale di ogni singola parte degli ordini architettonici.File | Dimensione | Formato | |
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