Gli eventi alluvionali che costantemente si susseguono nel nostro Pese non possono lasciare indifferente il giurista pubblicista, posto che quello della difesa del territorio è ormai diventato “il problema dei problemi” che è necessario risolvere nella misura in cui non si voglia mettere in gioco la sicurezza ambientale della principale sede della convivenza civile: la città. Se è soprattutto nel diritto dell’ambiente che ha preso le mosse l’elaborazione della nozione di “rischio per il territorio”, questa circostanza ha tuttavia fatto emergere la delicata questione relativa agli strumenti ed ai metodi con cui le autorità preposte alla pianificazione urbanistica debbano tener conto di un catalogo di rischi che sono stati individuati in una sede diversa da quella urbanistica. Date le premesse l’Autrice, dopo aver dato conto delle caratteristiche e delle funzioni degli strumenti che sono stati previsti dal Codice dell’ambiente allo scopo, si chiede quali siano le inefficienze del sistema di protezione del territorio dal rischio idrogeologico e quali siano i possibili rimedi, facendo in particolare riferimento al recente provvedimento sulla c.d. green economy (l. 28 dicembre 2015, n. 221). Constatata l’odierna tendenza al riaccentramento delle competenze e alla semplificazione ed accelerazione delle procedure che fanno capo alla complessa governance delle politiche territoriali, l’Autrice offre alcuni spunti di riflessione sull’opportunità di queste scelte, anche alla luce di riforme possibili ed ancora in atto.
La città ed il rischio idrogeologico tra vecchie e nuove competenze
paola lombardi
2016-01-01
Abstract
Gli eventi alluvionali che costantemente si susseguono nel nostro Pese non possono lasciare indifferente il giurista pubblicista, posto che quello della difesa del territorio è ormai diventato “il problema dei problemi” che è necessario risolvere nella misura in cui non si voglia mettere in gioco la sicurezza ambientale della principale sede della convivenza civile: la città. Se è soprattutto nel diritto dell’ambiente che ha preso le mosse l’elaborazione della nozione di “rischio per il territorio”, questa circostanza ha tuttavia fatto emergere la delicata questione relativa agli strumenti ed ai metodi con cui le autorità preposte alla pianificazione urbanistica debbano tener conto di un catalogo di rischi che sono stati individuati in una sede diversa da quella urbanistica. Date le premesse l’Autrice, dopo aver dato conto delle caratteristiche e delle funzioni degli strumenti che sono stati previsti dal Codice dell’ambiente allo scopo, si chiede quali siano le inefficienze del sistema di protezione del territorio dal rischio idrogeologico e quali siano i possibili rimedi, facendo in particolare riferimento al recente provvedimento sulla c.d. green economy (l. 28 dicembre 2015, n. 221). Constatata l’odierna tendenza al riaccentramento delle competenze e alla semplificazione ed accelerazione delle procedure che fanno capo alla complessa governance delle politiche territoriali, l’Autrice offre alcuni spunti di riflessione sull’opportunità di queste scelte, anche alla luce di riforme possibili ed ancora in atto.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.