Il sistema di difesa di un fronte dimenticato. I forti disegnati dal paesaggio

Definire “edifici” i forti realizzati nell’ambito del piano generale difensivo dei confini della Grande Guerra è riduttivo. E’ infatti necessario considerare questi straordinari complessi come macchine da guerra correlate una all’altra, a formare un sistema territoriale a presidio dei luoghi del confine italo – austriaco all’inizio del XX secolo. L’analisi e l’indispensabile rilevamento evidenziano le stratificazioni e i segni del tempo: veri e propri palinsesti, i forti trasformano i luoghi in cui insistono in paesaggi culturali. Indagare questi complessi permette quindi di raccogliere una preziosa documentazione indispensabile per la loro valorizzazione e per un riuso compatibile. Il rilevamento è un’attività complessa, costituita da un insieme organizzato di fasi che ha come risultato la conoscenza approfondita dei manufatti, espressi non solo attraverso gli elaborati grafici, ma conseguendo un alto livello di comprensione e consapevolezza dell’oggetto indagato. Il rilievo di una struttura articolata come il complesso fortificato di Valledrane, una batteria d’artiglieria della I Guerra Mondiale situata sui monti a sud del Lago d’Idro nel territorio del comune di Treviso Bresciano, si è rivelato un compito impegnativo per gli studenti del corso di Rilievo dell’Architettura dell’Università degli Studi di Brescia, che l’hanno affrontato con entusiasmo e impegno. L’analisi delle fonti bibliografiche e iconografiche, gli studi percettivi del luogo e della struttura sostenuti da una serrata organizzazione delle attività di rilievo mensorio hanno portato a esiti significativi, che possono essere assunti come studio di riferimento nell’ambito di una tematica di sicuro interesse, quella della documentazione per il riuso di aree appartenenti ad un fronte dimenticato.