Introduzione. Da gennaio 2016 la riclassificazione europea della Formaldeide (F.) a cancerogeno 1B (agosto 2014) è entrata in vigore anche in Italia e ciò impone la predisposizione nei luoghi di lavoro delle misure ex Titolo IX, Capo II del Dlgs 81/’08 e smi. Obiettivi. Obiettivo principale della Linea Guida (L.G.) è la formulazione di raccomandazioni evidence based per il Medico Competente mirate al controllo del rischio nei luoghi di lavoro. Metodi. Il gruppo di lavoro aderisce alla nuova metodologia SIMLII basata sulla migliore evidenza scientifica disponibile e quindi sul modello SNLG-ISS. Risultati. La F è sia uno xenobiotico ubiquitario, presente oltre che negli ambienti di lavoro, anche in quelli di vita, in particolare indoor, ma anche un metabolita endogeno, per il quale si sono evolute efficaci vie metaboliche di biotrasformazione. L’esposizione occupazionale a F. riguarda in particolare: produttori-utilizzatori di resine sintetiche (urea-F, melammina-F, fenolo-F), operatori dell’industria tessile e della carta, della produzione di cosmetici e disinfettanti, della concia dei pellami, operatori sanitari delle anatomie patologiche, imbalsamatori, esposti ad oli da taglio contenenti biocidi che possono rilasciare F., operatori delle fonderie di ghisa, in particolare addetti alla formatura a resina e preparazione anime. Dal punto di vista tossicologico, il gruppo carbonilico della F. reagisce con estrema facilità con gruppi nucleofili presenti in corrispondenza del sito di ingresso/contatto. Ciò è alla base di effetti irritativi (cute, mucose oculare e respiratoria), sensibilizzanti (cutanei) e cancerogeni (rinofaringe). Per quanto riguarda questi ultimi, sebbene la F. possa indurre addotti al DNA, e dunque effetti mutageni, le evidenze sperimentali dimostrano che la cancerogenesi è da porre principalmente in relazione agli effetti citotossici ed al conseguente stimolo proliferativo sugli epiteli esposti. Coerente con tale, è la soglia di non effetto dimostrata sperimentalmente, superiore di almeno un ordine di grandezza rispetto alla soglia per gli effetti irritativi sulla mucosa oculare umana. Nonostante tali evidenze, le Agenzie Internazionali classificano la pericolosità della F. in maniera discordante in particolare per gli effetti leucemogeno e sensibilizzante respiratorio, con proposte di valori limite per gli ambienti di lavoro anche essi ampiamente eterogenei. Nella L.G. l’effetto leucemogeno è valutato tramite metanalisi di lavori scientifici individuati su diversi databases con apposita stringa di ricerca. Conclusioni. La F. è un cancerogeno ubiquitario peculiare per diversi aspetti. La L.G. in corso di realizzazione, proporrà raccomandazioni evidence based per l’operato del Medico Competente in ordine sia alla valutazione del rischio, che alla sorveglianza sanitaria.

Linea Guida sulla Valutazione del Rischio e sulla Sorveglianza Sanitaria in lavoratori professionalmente esposti a formaldeide.

Giuseppe De Palma;Egidio Madeo;Pietro Apostoli.
2017-01-01

Abstract

Introduzione. Da gennaio 2016 la riclassificazione europea della Formaldeide (F.) a cancerogeno 1B (agosto 2014) è entrata in vigore anche in Italia e ciò impone la predisposizione nei luoghi di lavoro delle misure ex Titolo IX, Capo II del Dlgs 81/’08 e smi. Obiettivi. Obiettivo principale della Linea Guida (L.G.) è la formulazione di raccomandazioni evidence based per il Medico Competente mirate al controllo del rischio nei luoghi di lavoro. Metodi. Il gruppo di lavoro aderisce alla nuova metodologia SIMLII basata sulla migliore evidenza scientifica disponibile e quindi sul modello SNLG-ISS. Risultati. La F è sia uno xenobiotico ubiquitario, presente oltre che negli ambienti di lavoro, anche in quelli di vita, in particolare indoor, ma anche un metabolita endogeno, per il quale si sono evolute efficaci vie metaboliche di biotrasformazione. L’esposizione occupazionale a F. riguarda in particolare: produttori-utilizzatori di resine sintetiche (urea-F, melammina-F, fenolo-F), operatori dell’industria tessile e della carta, della produzione di cosmetici e disinfettanti, della concia dei pellami, operatori sanitari delle anatomie patologiche, imbalsamatori, esposti ad oli da taglio contenenti biocidi che possono rilasciare F., operatori delle fonderie di ghisa, in particolare addetti alla formatura a resina e preparazione anime. Dal punto di vista tossicologico, il gruppo carbonilico della F. reagisce con estrema facilità con gruppi nucleofili presenti in corrispondenza del sito di ingresso/contatto. Ciò è alla base di effetti irritativi (cute, mucose oculare e respiratoria), sensibilizzanti (cutanei) e cancerogeni (rinofaringe). Per quanto riguarda questi ultimi, sebbene la F. possa indurre addotti al DNA, e dunque effetti mutageni, le evidenze sperimentali dimostrano che la cancerogenesi è da porre principalmente in relazione agli effetti citotossici ed al conseguente stimolo proliferativo sugli epiteli esposti. Coerente con tale, è la soglia di non effetto dimostrata sperimentalmente, superiore di almeno un ordine di grandezza rispetto alla soglia per gli effetti irritativi sulla mucosa oculare umana. Nonostante tali evidenze, le Agenzie Internazionali classificano la pericolosità della F. in maniera discordante in particolare per gli effetti leucemogeno e sensibilizzante respiratorio, con proposte di valori limite per gli ambienti di lavoro anche essi ampiamente eterogenei. Nella L.G. l’effetto leucemogeno è valutato tramite metanalisi di lavori scientifici individuati su diversi databases con apposita stringa di ricerca. Conclusioni. La F. è un cancerogeno ubiquitario peculiare per diversi aspetti. La L.G. in corso di realizzazione, proporrà raccomandazioni evidence based per l’operato del Medico Competente in ordine sia alla valutazione del rischio, che alla sorveglianza sanitaria.
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